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Giani sulla Hall of Fame

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DaEurosport

Pubblicato 29/10/2008 alle 13:57 GMT+1

Andrea Giani racconta in esclusiva a Eurosport le sue sensazioni su ciò che ha portato la commissione a inserirlo nella Hall of Fame della pallavolo, premio che gli ha consentito l'ingresso nella leggenda del volley dopo un altro italiano, Andrea Gardini

A qualche giorno dalla premiazione negli States, dopo l'ingresso nella Hall of Fame della pallavolo, Andrea Giani si volta indietro e ripercorre il suo passato per spiegare in esclusiva a Eurosport come è arrivato a ottenere un riconoscimento tanto prestigioso.
"Sono stati 16 anni di Nazionale importanti - ci racconta il coach della Trenkwalden Modena - le vittorie sicuramente contribuiscono, ma credo che un grande merito sia di aver fatto parte di gruppi eccezionali, di giocatori che con me hanno creato 12-13 anni di una pallavolo molto bella e vincente".
Un premio del genere, tuttavia, trascende dal puro merito sportivo, secondo Giani: "Ognuno di noi ha messo nelle proprie prestazioni in campo e fuori dal campo qualcosa di diverso e si raccoglie anche in base a questo aspetto. Entrare nella Hall of Fame non è solo lo specchio dei risultati ottenuti, ma anche di quello che hai espresso in emozioni, modo di comportarti e di quello che hai dato alla gente, come modo di essere e come modo di vivere lo sport".
Un altro roster formidabile, che ha fatto molto parlare di sé di recente, è il Brasile. "Giangio", chiamato così da tutti gli affezionati alla pallavolo, preferisce non fare paragoni tra le due formazioni: "Il Brasile degli ultimi tempi, fino a quest'anno, ha vinto dal 2001 in poi e ha conquistato titoli importanti come i Mondiali, l'Olimpade e la World Cup, ma secondo me è diverso. A noi è mancata l'Olimpiade come risultato finale, però abbiamo dominato per un lungo tempo, perché abbiamo vinto 3 Mondiali, gli Europei, la World League, abbiamo raggiunto la finale delle Olimpiadi. Insomma, è un gruppo che ha brillato per molti anni, in tutte le manifestazioni e vincendole quasi tutte, cambiando anche diversi giocatori. Adesso bisognerà vedere che cosa farà il Brasile in futuro".
E' inevitabile confrontare la Nazionale azzurra dei sogni in cui militava Giani con quella un po' in crisi che vediamo ora nelle competizioni internazionali: "E' difficile da confrontare con la nostra Italia, si tratta di un gruppo molto diverso. Sicuramente ci sarà da rimboccarsi le maniche, anche se una parte di lavoro è già stata fatta. Li ho seguiti quest'estate (prima della partenza per Pechino, la squadra di Anastasi aveva stabilito il proprio quartier generale proprio a Modena ndr) e hanno lavorato bene. E' chiaro che i Giochi Olimpici sono stati una manifestazione un po' strana e il nostro futuro non è roseo, ma dovremo essere bravi a saper trovare dei giocatori in grado di lottare per raggiungere i gradini più alti del podio".
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