Inno dei tifosi inglesi sotto accusa: chiesta l'abolizione perché scritto da uno schiavo del 1800
Pubblicato 19/06/2020 alle 17:37 GMT+2
Il movimento #BlackLivesMatter ha chiesto alla federazione di rugby inglese di abolire "Swing Low, Sweet Chariot", l'inno ufficioso adottato dai tifosi dal 1987. Si tratta di una canzone famosissima tra gli appassionati, scritta però sul finire del 1800 da uno schiavo della popolazione nativo-americana dei choctaw.
Dal 1987, i tifosi inglesi della nazionale di rugby cantano "Swing Low, Sweet Chariot" prima di ogni partita. È un tema musicale famosissimo tra gli appassionati e ormai assurto al rango di inno ufficioso, ma il movimento #BlackLivesMatter ha portato la federazione a una valutazione sulla sua adeguatezza. La canzone getta le radici nell'epoca e nel mondo dello schiavismo: non è stata scritta da un inglese, ma da Wallis Willis, uno schiavo della popolazione nativo-americana dei choctaw vissuto in Oklahoma alla fine del 1800.
In realtà, l'adozione di "Swing Low, Sweet Chariot" da parte dei tifosi inglesi è un omaggio al debutto del primo giocatore di colore in nazionale, Martin Offiah, nato a Londra da una famiglia di origine nigeriana e soprannominato proprio "Chariots". Offiah, inserito nella Hall of Fame nel 2013 dopo una carriera giocata ad altissimi livelli tra il 1987 e il 2001, è intervenuto sulla questione parlando alla BBC: l'ex-stella del rugby inglese si è schierato a difesa dell'inno, evidenziando altre problematiche di fondo nella società moderna.
Non è la canzone il centro del problema. Quando si provano a vietare cose come queste, si rischia di creare situazioni ancora più divisive. Piuttosto, dobbiamo pensare ai concetti di diversità e di maggiore inclusione che servono nella nostra società. 'Swing Low, Sweet Chariot' è un brano molto emotivo, che suscita forti sentimenti perché legati a una sua storia particolare. Una storia che, però, non è ben conosciuta da tutti nel Regno Unito, quindi sono a favore di un chiarimento, ma non di una messa al bando.
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