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Dominik Paris continua a scrivere la storia: mirino sulla coppa di specialità alle finali di Soldeu

Ilaria Bottura

Aggiornato 04/03/2019 alle 12:12 GMT+1

L'azzurro è ancora in corsa per la coppa di specialità in discesa, ma soprattutto per quella di SuperG. Lo stato di forma e la condizione mentale sono ottimali, perciò il finale di stagione sarà più infuocato che mai.

Dominik Paris focus

Credit Foto Getty Images

Finalmente Dominik Paris sorride, e sorride spesso. Chi era abituato a vederlo un po’ schivo e timido, ora vede al suo posto un ragazzo che ha anche voglia di scherzare con la telecamera, e fa bene. Paris è entrato infatti nel periodo di forma migliore della sua carriera e sta scrivendo pagine bellissime nella storia dello sci alpino italiano, sperando che si concludano con un lieto fine. In palio, infatti, ci sono due coppe di specialità: quella di discesa e quella di SuperG.

SuperG sì, discesa ni

Come dicevamo, abbiamo visto un Paris in costante crescendo di forma, e il weekend di Kvitfjell ne è la riprova: ha vinto in discesa, , e quest’anno è la sua seconda doppietta dopo quella di Bormio. Un bottino non da poco, che vuol dire cinque vittorie in Coppa del Mondo, e il bello deve ancora venire. A Soldeu, infatti, si decideranno con l’ultimo SuperG e l’ultima discesa le classifiche definitive di specialità. E in SuperG, Domme appare più favorito che mai: dopo questo successo, infatti, il pettorale rosso di leader di classifica è suo, il che vuol dire che l’uomo da battere è lui. La classifica è cortissima, ma l’oro vinto nel Mondiale di Are proprio in questa disciplina fa da garanzia alla possibilità che Paris non conceda davvero nulla agli avversari più diretti.
SciatorePunti in SuperG
Dominik Paris330
Vincent Kriechmayr286
Aleksander Aamodt Kilde267
Kjetil Jansrud256
Matthias Mayer255
Mauro Caviezel244
In discesa, invece, le speranze sono ridotte al lumicino e solo una congiunzione astrale favorevole potrebbe farlo trionfare. In testa infatti c’è Beat Feuz, che ha 80 punti di vantaggio su Paris. A Soldeu, perciò, Dominik dovrebbe arrivare almeno secondo con lo svizzero fuori dalla zona punti (perché a pari merito dopo l’ultima gara, il titolo andrebbe a Paris grazie al maggior numero di vittorie); in alternativa, Paris dovrebbe vincere e sperare che Feuz arrivi almeno 14°. Sono scenari piuttosto improbabili, ma comunque uno spiraglio resta aperto ed è giusto crederci.
Il rammarico al termine di questo weekend, quindi, è più che giustificato: a Kvitfjell, sulla pista che l’altoatesino ha dimostrato di saper dominare in termini di traiettorie, velocità e cronometro, si sarebbe dovuta recuperare anche la discesa saltata a Garmisch-Partenkirchen, ma le condizioni meteo avverse hanno impedito di disputare il primo giorno di prove e quindi la gara è stata definitivamente cancellata. Con un Domme così su questa pista, non diciamo che la terza vittoria sarebbe stata garantita, ma sicuramente possibile, e quindi anche l'opportunità di accorciare ulteriormente su Feuz e rendere il finale di stagione ancora più pepato.

Are e un’altra valigia di rimpianti

Resta, a ragion veduta, un amaro in bocca pesantissimo per quanto è accaduto ai Mondiali di Are. L’organizzazione estremamente lacunosa e a tratti avventata ha letteralmente violentato tutte le prove veloci, tanto al maschile quanto al femminile: la kermesse iridata in Svezia ha infatti “regalato” ben sei SuperG, due ufficiali e quattro discese totalmente snaturate (discese “ufficiali” e di combinata) con partenza abbassata. Per quanto riguarda la discesa vera, Domme ha sicuramente sbagliato gara, anche se, visto da fuori, lo spettacolo è stato abbastanza triste per quello che è accaduto; sicuramente peggiore è stata la farsa della combinata, dove Paris aveva vinto a mani basse quella che lui aveva definito una “discesa baby”, trovandosi poi ad affrontare uno slalom disegnato per gli specialisti, con figure molto strette e tracciato supertecnico. Una prova insomma fatta apposta per svantaggiare i velocisti e, col senno di poi, vista la forma strepitosa che ha, il nostro carabiniere aveva tutto il diritto di essere furioso.
Purtroppo, però, indietro non si può tornare e ciò che è stato non si può cambiare. Ci si può però concentrare sul futuro e, a due gare dal termine di questa stagione a tratti folle, fare tutti il tifo per il terzo miglior sciatore italiano maschio di sempre (alle spalle di Tomba e Thoeni), nella speranza che possa andare a prendere Isolde Kostner (15 vittorie) e Deborah Compagnoni (16) per diventare il terzo assoluto. E se la condizione fisica e mentale resta questa, nulla è impossibile.
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