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La questione dei pali rischia di aprire un caso spinoso nello sci alpino

Ilaria Bottura

Pubblicato 13/12/2015 alle 23:48 GMT+1

Razzoli e Pinturault sono stati danneggiati dal distacco di un palo snodato durante lo slalom di Val d'Isère, ma anche ad Aspen, nello slalom femminile, si erano visti episodi simili. C'è malumore nell'ambiente e si chiede alla Fis di trovare una soluzione

Razzoli

Credit Foto Eurosport

Era un Giuliano Razzoli arrabbiatissimo quello che ha lasciato la Val d'Isère. L'azzurro era lanciatissimo verso il podio dello slalom quando un palo snodato si è staccato, gli è volato davanti e gli ha fatto perdere il ritmo all'ingresso di una porta multipla, inducendolo a inforcare.
Sorte simile è toccata anche ad Alexis Pinturault, ma anche durante lo slalom femminile di Aspen si sono visti episodi simili. Per quanto riguarda Razzoli, il Razzo ha chiesto di poter ripartire, ma non gli è stato concesso. "Mi hanno detto di no - racconta, come riporta Raceskimagazine.it - E' un'ingiustizia. Il regolamento? Ci sarà anche un regolamento, ma io ho subito un torto, magra consolazione sapere di sciare forte... Su quel podio oggi ci dovevo essere io, sul terzo gradino e addirittura forse sul secondo. Era tutto in regola per proseguire la striscia di podi iniziata lo scorso finale di stagione, ma invece...".
Il palo non si è infatti svitato dalla base (che prevederebbe un'imperizia da parte dell'organizzazione), ma si è spezzato. Si tratta quindi di danno oggettivo senza responsabilità, quindi l'atleta non può essere riportato al cancelletto di partenza. Al di là del piazzamento mancato, però, ciò che fa riflettere è che su pochissimi slalom visti in questo inizio di stagione, già troppi pali si sono rotti e quindi gli atleti sono scontenti.
In primis, infatti, oltre al risultato c'è la sicurezza. Un palo che si stacca creando un effetto fionda e rischiando di colpire un atleta è pericoloso: può finire sotto gli sci e farlo cadere, oppure sul corpo, anche in punti delicati, e provocare dei danni.
La Fis quindi è già nel mirino per trovare una soluzione: la qualità delle attrezzature scelte deve essere necessariamente alzata, perché non solo chi fa velocità rischia di farsi male. Altrimenti è inutile studiare le sciancrature degli sci e gli airbag da inserire nelle tute, se per colpa di forniture inadeguate ci sono altri atleti che possono infortunarsi.
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