Murray si sveglia tardissimo: Djokovic in finale
DaEurosport
Aggiornato 21/03/2015 alle 21:04 GMT+1
Nel remake dell'ultima finale Slam a imporsi è ancora il tennista serbo: 6-2, 6-3 in poco meno di un'ora e mezza. Murray molto deludente per un set e mezzo e per Djokovic, così, diventa tutto fin troppo semplice. Nole potrà così difendere la finale (vinta) dello scorso anno e con questo successo condanna Murray alla sesta sconfitta consecutiva negli scontri diretti
Se non riesce a vincere quando gioca meglio o alla pari, figuratevi quando serve sotto il 50%. Potremmo già chiudere qui la nostra fase di commento della prima semifinale di Indian Wells. C’era grande attesa per il remake dell’ultima finale slam, ma a differenza dell’ultimo atto dell’Australian Open Murray ha saltato la prima ed equilibrata fase per passare direttamente al quarto set, quando staccando la spina concesse il 6-0.
Qui bagel non c’è stato, ma poco c’è mancato. Un po’ perché Djokovic non ha avuto il bisogno di alzare il livello fino a quel punto, un po’ perché Murray una piccola reazione l’ha trovata dal quarto gioco del secondo set, quando annullando con un ace la palla che avrebbe portato Djokovic 6-2, 4-0 si è finalmente iscritto alla partita. Partecipazione però decisamente tardiva. Quando lo scozzese ha provato a entrare nel match Djokovic aveva già chiuso la porta e anche le piccole chance costruite da Murray nel quinto game – due palle del controbreak consecutive– sono state cancellate da un Djokovic che più del servizio o del dritto; più del rovescio o delle risposte, è superiore a Murray dal punto di vista mentale.
La chiave è probabilmente ancora una volta tutta lì. Murray ha infatti iniziato la partita in maniera nervosa e fallosa, mettendo in luce un aspetto che in tutta la settimana non si era mai visto. Il nervosismo per affrontare un avversario che lo batte da 5 match consecutivi – sei se consideriamo anche questo; lo scozzese non vince dalla famosa finale di Wimbledon 2013 – è stato evidentemente un fattore. Fattore che Djokovic ha saputo sfruttare anche senza spingere al massimo o facendo vedere il suo migliore tennis. Anzi, da un certo punto di vista, nonostante il punteggio, anche il serbo non ha totalmente convinto. Dietro al 6-2, 6-3 finale in un’ora e ventisette minuti dovete valutare infatti questi numeri: 47% di prime di servizio messe in campo, 29 non forzati e solo 7 vincenti; questo il non invidiabile score di Murray.
Insomma, la partita ha deluso le attese ma a Novak Djokovic questo in fondo importa relativamente poco. Il serbo potrà di nuovo difendere il titolo vinto qui lo scorso anno. Magari proprio contro Federer.
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