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Carreño Busta e Jack Sock: la dimenticata classe '90 bussa alla porta di Federer e Wawrinka

Simone Eterno

Pubblicato 18/03/2017 alle 11:33 GMT+1

La finale di Indian Wells pare andare dritta verso un nuovo derby svizzero, ma occhio alla dimenticata generazione dei primi anni '90: Jack Sock e Pablo Carreño Busta sono due tra i giocatori più caldi dell'ultimo periodo; rappresentanti di una generazione di 'tennisti onesti' cancellata dai fenomeni che li hanno preceduti e dalle dinamiche del Brutal Tennis. Sapranno evitare una finale scontata?

Jack Sock Roger Federer Indian Wells 2015

Credit Foto AFP

Attesa spasmodica, hype alle stelle… ma nessuno di noi aveva fatto i conti con la variabile – decisamente poco pronosticabile – dell’intossicazione alimentare.
Il match più atteso, la partita che avrebbe dovuto tenerci lì incollati al televisore e gli interessanti scenari cui doveva svelare, non c’è stata. E così da Indian Wells ci si dovrà accontentare di un probabile remake, di un recente 'classico' tra numero 1 e numero 2 di Svizzera che fa la gioia dei colleghi poco oltre confine, ma che non porta certo con sé tutte le sfumature che ci avrebbe regalato il Kyrgios-Federer.
Il pronostico pare raccontarci a questo punto che la finale dovrebbe essere quel Federer-Wawrinka già visto 22 volte nella storia recente; dove la trama – rare eccezioni escluse (19-3) – ci ha quasi sempre mostrato la superiorità del primo sul secondo. Una superiorità tecnica che nei picchi degli ultimi anni di Wawrinka non è stata poi così evidente, ma che il lato mentale della rivalità – vera discriminante – ha mantenuto tale anche nel periodo più recente.
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Australian Open: Federer-Wawrinka, gli highlights

Basta essere stati a una qualsiasi conferenza stampa del buon Stan per capirlo. Lì non manca praticamente mai una domanda, un’allusione, un riferimento all’amico-rivale Roger. Un peso, quest’ultimo, che Wawrinka si porta sulle spalle da sempre e che in qualche modo ne deve aver modificato il modo di pensare, di approcciarsi. E’ questa la zavorra con cui Stan deve da sempre convivere, per una tennista unico nel suo genere – un vero vincente quando più è contato, leggasi i 3 slam su 3 raggiunti – ma costretto a vivere nell’ombra del mito.
Sulla via di una finale che potrebbe farsi alquanto interessante – Wawrinka ha vinto l’unico Master 1000 della sua carriera proprio contro Federer (Monte Carlo 2014, per altro levando uno dei degli ultimi 2 titoli che ancora a Roger mancano) – i due favoriti elvetici se la vedranno con le sorprese di questo torneo.
Dal lato di Stan l’ottimo Pablo Carreno Busta, esploso definitivamente in questo inizio 2017, fresco di Top20 – in cui sembra destinato a doverci rimanere per un bel po’ – e bravissimo a sfruttare la sua chance, il lato di tabellone disegnato dalla mano benevola del sorteggio. Da Buenos Aires – un mese fa – a oggi Carreno Busta ha giocato ovunque e perso solo tre partite (Dolgopolov, Thiem, Cuevas), raggiungendo a 25 anni una piena maturità che gli è valsa appunto risultati e un best ranking al momento di numero 19 della classifica ATP.
Dall’altro invece c’è un Jack Sock che scatenato, in qualche modo, lo è già dal finale della scorsa stagione. Anche per il ragazzone americano la semifinale di Indian Wells rappresenta il miglior risultato di sempre in carriera nei tornei più importanti del circuito dopo gli slam, e la posizione numero 17 del mondo – live ranking prima delle semifinali, ovviamente – è un career high dettato da un cammino di 28-6 che dal Masters di Shanghai dello scorso ottobre a oggi ha visto l’americano come uno dei tennisti più in forma del circuito. A culmine di questa dimostrazione il percorso di Indian Wells, iniziato con la vittoria a sorpresa sul ritrovato Dimitrov e completato questa notte con il successo su Kei Nishikori, il primo di sempre per Sock contro un Top5.
Insomma, sulla via della finale Federer e Wawrinka troveranno due ostacoli di assoluto rispetto; che non saranno una prova quanto lo sarebbe potuto essere Kyrgios per Roger ad esempio, ma che ci raccontano quanto piano-paino, la tormentata generazione 1990/1994, stia provando a conquistarsi i suoi spazi. Una generazione certamente priva di fenomeni, ma che le dinamiche del Brutal Tennis – la cui piena maturità fisica è essenziale ai fini del risultato – ci ha fatto troppo frettolosamente dimenticare. In bocca al lupo.
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