Wawrinka, una rimonta sfiorata: Raonic vince al 5°, è ai quarti!

da MELBORUNE – C’è un regola precisa che ogni tanto tendiamo a sottovalutare, o peggio ancora dimenticare: nel tennis, come in amore, ci vogliono due controparti. Una sola non è condizione sufficiente affinché le cose funzionino o, nel caso del tennis, si assista ad uno spettacolo. Per questo, quando nei giorni scorsi ci avvicinavamo alla sfida Wawrinka-Raonic descrivendola come il match più atteso, siamo stati superficiali. Non avevamo considerato la prima, imprescindibile, legge: quella che entrambi le parti, appunto, partecipassero alla partita.

No, non è stato per nulla un bel match. E non lo è stato perché, a differenza di un caldissimo Raonic, di cui certamente c’è da tesserne le lodi, Wawrinka si è presentato in campo con due ore di ritardo. Un po’ troppo tardi per pensare di farla franca. Lo svizzero, assente ingiustificato per i primi due set, ha provato a rimetterla in piedi con una reazione d’orgoglio alla fine del terzo che ha minato le certezze fin lì cristalline di Raonic. Ma non è comunque bastato.

Eh già, Raonic ha infatti confermato che il buonissimo inizio di anno non è frutto della casualità degli eventi, bensì del consueto mix che nel tennis contemporaneo è fondamentale per arrivare al successo: fiducia in sé stessi, un piano tattico ben chiaro in mente e una condizione fisica pronta a supportare i primi due aspetti. E il termometro di Raonic in questo momento segnala ben calde tutte e quante le caratteristiche. Oggi in particolare ha brillato la lucidità di un Raonic come al solito sontuoso con la sua prima di servizio – 24 aces e 80% di punti vinti quando questa è entrata –, ma anche e chiaramente consapevole del piano tattico per sfondare Wawrinka. 1. Impedire in ogni modo di metterlo in ritmo e quindi 2. Tenere lo scambio il più corto possibile. Come fare questo quando a lavorare non c’è per forza il servizio? Ma semplice, 3. scendendo a rete. Raonic si è presentano oggi nei pressi del net la bellezza di 83 volte, vincendo il punto in 54 dei casi! Numeri federeriani più che da “picchiatore” che avevamo imparato a conoscere.

Tutto bene quindi dal lato del canadese, che vince col suo piano nonostante il piccolo calo avuto nel mezzo del match, quando appunto Wawrinka è finalmente uscito dal suo inguardabile inizio partita – clamoroso ad esempio il passaggio a vuoto dello svizzero a inizio secondo, quando sopra 2-0 ha perso il servizio in 3 dei suoi 4 turni di battuta – e si è finalmente messo a servire e passare meglio. Attenzione, ‘meglio’ non significa necessariamente ‘bene’. Seppur più positivo, anche nel terzo e nel quarto set non abbiamo certo visto il Wawrinka capace di imporsi qui due anni fa. Ma nemmeno la sua versione meno letale ma comunque vincente del Roland Garros 2015. Tanto è bastato comunque per arrivare al quinto, dove però a far la differenza è stato di nuovo il servizio: lì Raonic è stato impeccabile; Wawrinka no.

Il torneo vede quindi saltare la testa di serie numero 4 ma, soprattutto, il giocatore più accreditato di poter regalare una finale interessante contro il favoritissimo Novak Djokovic. Può essere questo Raonic una valida alternativa? Suggestivo, ma difficile. Sulla strada della gloria il canadese avrà con ogni probabilità di fronte i due migliori risponditori del circuito. E, ne siamo certi, con Murray prima o Djokovic poi, le sue percentuali a rete, non saranno quelle viste oggi. Pronti a scommettere?