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Il cuore di Murray non basta, la rimonta su Bautista si ferma al 5° set: siamo ai titoli di coda?

Marco Castro

Aggiornato 14/01/2019 alle 14:25 GMT+1

Alla Melbourne Arena, lo scozzese si arrende a Bautista Agut e lascia subito gli Australian Open, nonostante una prestazione di coraggio e orgoglio e una rimonta di due set. Finisce 6-4 6-4 6-7 6-7 6-2 per lo spagnolo in 4 ore e 14 minuti . Cosa farà adesso Murray? Sarà ritiro o proverà a stringere i denti fino a Wimbledon?

Britain's Andy Murray tosses his racquet as he reacts after a point during his men's singles match against Spain's Roberto Bautista Agut

Credit Foto Getty Images

Cuore, orgoglio e una strenua resistenza alla sconfitta: Andy Murray ha messo tutto questo e molto altro nella sfida contro Roberto Bautista Agut al primo turno degli Australian Open. Ma non è bastato. Lo scozzese si arrende al rivale, sempre battuto in carriera, col punteggio di 4-6 4-6 7-6 7-6 6-2 in quattro ore e 14 minuti di una partita diventata epica col passare dei game, dei set, dei colpi e degli applausi per ogni punto messo a segno dall 31enne di Glasgow. Murray lascia Melbourne, probabilmente per l'ultima volta da giocatore, ma nel post partita non svela dettagli sul futuro. Sarà ritiro o proverà ad allungare la carriera fino a Wimbledon? Appendice per il vincitore, Bautista Agut. Che ha controllato la partita per due set ma ha poi rischiato di vanficare tutto, travolto dal ritorno emozionale e tecnico dell'avversario. Per lui al prossimo turno ci sarà l'australiano Millman.
Non poteva essere una partita banale e infatti così non è stato. Col pubblico protagonista a sottolineare ogni punto di Murray con uno scrosciante e parziale applauso, il match sembra poter seguire un andamento rapido e a senso unico. Bautista Agut, in buono stato di forma, rimane un osso duro e per due set ha il controllo totale delle operazioni. Preciso al servizio, intelligente ad allungare gli scambi con il sofferente Murray e soprattutto esiziale nelle palle break, a differenza del suo avversario. Dall'altra parte della rete, Murray fa molta fatica col diritto e nonostante trovi buona continuità con gli ace (saranno 19 alla fine) e qualche accelerazione di rovescio degna della sua miglior versione, non riesce a reggere il ritmo. Il risultato? Dopo un'ora e mezza Bautista veleggia con due set e un break di vantaggio verso il secondo turno.
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Difesa, pallonetto e smorzata: Murray fa impazzire il pubblico della Melbourne Arena

Ma a quel punto inizia un'altra partita. Spalle al muro, Murray tira fuori tutto quello che ha dentro, mentre a Bautista viene un po' di braccino. Lo scozzese rientra, strappando per la prima volta il servizio al rivale, vince il terzo set al tiebreak e scuote di emozione la Melbourne Arena con un vibrante "come on!". In lotta contro l'anca maledetta e un avversario integro. Il pathos pervade sempre più la sfida. Murray chiede molto alla prima di servizio, trovando buone risposte da questo fondamentale. Il secondo tiebreak di fila lo domina l'ex numero 1 del mondo, nonostante Bautista salvi tre set point. La parità, impensabile dopo la prima parte di match, è realtà, ma coincide con l'inizio della fine per Murray. Che non ne ha più.
Bautista si desta dalle sue insicurezze e torna spietato, mentre la sofferenza dipinge sempre più il volto dello scozzese. Il break dello spagnolo nel terzo game del set decisivo ha il sapore del match point e infatti Murray non rientra più. Bautista Agut chiude l'incontro con un diritto lungolinea, poi lascia la scena a Muzza. Che sotto lo sguardo commosso e orgoglioso di mamma Judy e di tutta la Melbourne Arena ringrazia il pubblico come se avesse vinto il torneo. Contemporanemente, alla Rod Laver Arena, si conclude l'agevole esordio di Re Federer. Per una volta, però, tutti i fari sono puntati su Sir Andrew Barron Murray, che potrebbe aver appena inscenato la sua ultima recita.
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