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Angelique Kerber e Serena Williams: una nuova campionessa e una regina più bella

Fabio Disingrini

Aggiornato 03/02/2016 alle 09:26 GMT+1

La finale di Melbourne apre un nuovo scenario nel tennis femminile, destinato a una monarchia più "umana" accogliendo la bontà dell'impresa. Se Serena Williams si conferma infatti ad altissimi livelli dopo tanti inutili rumors post Vinci, Angelique Kerber, battendola con una prova straordinaria, svela i tratti più belli di un'intramontabile campionessa malgrado il crollo precoce del suo Grand Slam

Serena Williams et Angelique Kerber

Credit Foto AFP

Qualunque cosa tu possa fare, o sognare di fare, incominciala. L'audacia ha in sé genio, potere e magia. È così che la memoria letteraria attribuisce falsamente, da una traduzione libera del Faust, questo distico a Wolfgang Goethe. Io perdono all'attore tutti i difetti dell'essere umano, scrisse invece il più grande autore della storia tedesca nel suo Wilhelm Meister, e basterebbe una doppia perifrasi per spiegare la straordinaria impresa della sua connazionale, la nativa di Brema Angelique Kerber, contro Serena Williams nell'epilogo degli Australian Open.

Non è "colpa" di Roberta Vinci...

Troppo facile invece sarebbe consegnare al miracolo americano di Roberta Vinci, che a Flushing Meadows sconfisse Serena Williams con una prova leggendaria, la spiegazione razionale di quanto accaduto anche a Melbourne, con quel presunto spettro della sconfitta impresso nei pensieri dell’americana e una nuova speranza rivelata a tutte le pretendenti del tennis mondiale. Perché se è vero che in finale Serena non ha giocato una grande partita - sbagliando tanto in avanzamento e anche di più al volo, servendo il primo ace nell’ottavo turno di battuta... - così però non daremmo alla Kerber tutti i meriti di un magnifico trionfo.

... Ma merito di Angelique Kerber

Angie proveniva da un’eliminazione al primo turno degli Australian Open e un anno e mezzo senza frequentazioni nella seconda settimana di uno slam, fermatasi ai quarti di finale di Wimbledon 2014. Aveva perfino salvato un match-point contro Misaki Doi al debutto in questo torneo, prima di una bellissima vittoria sulla Azarenka e del braccino in semifinale contro l’outsider Johanna Konta. La tedesca ha disputato a 28 anni la sua prima finale in un major eppure ci sembrava, alla vigilia, l’ennesima vittima sacrificale sull’altare di Serena Williams, una martire nel labirinto del minotauro. Contrariamente, Angelique Kerber è la prima campionessa slam tedesca del nuovo millennio.

The German Job: Angie che "salva" Steffi Graf

L’immensa Steffi Graf che la scorsa primavera, palleggiando con la Kerber a Indian Wells, disse alla sua connazionale “Credi in te stessa”, ha infatti vinto il suo ventiduesimo e ultimo slam nel 1999 al Roland Garros: prima che il duepuntozero aprisse la grande epoca delle sorelle Williams e cambiasse “le regole del tennis” in maniera così radicale. Ed eccoci qui, a 16 anni di distanza, a raccontare l’opera di Angie dal sapore postmoderno e con questo strano raggiro emozionale, visto che proprio una tedesca nega a Serena lo storico aggancio alla pluridecorata Steffi nel numero dei major, ma specialmente ferma sul nascere la grande faida della Williams sulla strada del Grande Slam. La più grande impresa nella storia del tennis riuscita per l’ultima volta… Alla Graf, capace di sublimarla in Golden Grand Slam perché nell’anno delle Olimpiadi di Seul (1988).

Una nuova campionessa temprata dalla fatica

Non ci piacerà nemmeno scrivere che Angelique Kerber, fino a ieri vincitrice in carriera di 5 “piccoli” Premier fra Parigi e Stanford, ha giocato la partita della vita per trionfare a Melbourne. Certo la migliore della sua carriera e certamente con un game, il sesto del set decisivo, fatto della materia dei sogni fra palle corte (le uniche due del match) “regali con nastro” e straordinari passanti in corsa. Qui si parla però di una formidabile atleta plasmata dalla fatica e non di una carneade baciata dalla fortuna; si dice di 172 centimetri di tempra teutonica, di una piccola guerriera inflessibile in manovra da fondo e letale al contrattacco, di un coraggioso incursore capace di variare con lo slice e colpire a sorpresa fin dalla risposta, scalfendo con la sua fionda a corde la possanza del gigante.
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Serena Williams applauds Angelique Kerber (AFP)

Credit Foto AFP

Una regina salda anche nella sconfitta

Non ci sogneremo nemmeno, e infine, di dire che questa sconfitta aprirà la crisi di Serena Williams che, inattiva da New York a Melbourne, riabbracciamo così diversa. Più "umana" e più bella, sorridente e amorevole con la Kerber dopo il match-point, perfino commossa sul palco dalle parole della piccola campionessa. In questi mesi, dallo psicodramma di Flushing Meadows, ne avevamo sentite tante: Serena non vuole più giocare, Serena è incinta, Serena è fuori forma. Serena invece ha faticato lontano dai riflettori per riconfermarsi, nell’anno delle 35 primavere, la primatista mondiale.

Uno scenario di monarchia illuminata

Serena Williams s'è presentata a Melbourne in versione anni Novanta con l’addome scolpito e il piercing all'ombelico, ha perso 23 game senza cedere nemmeno un set nelle prime 6 partite del torneo come non le era mai successo agli Australian Open. Ha perso la terza delle ultime 33 finali WTA disputate e da oggi, dopo Vika Azarenka (Doha e Cincinnati 2013), c’è un’altra amazzone in grado di batterla. Non ci basta per credere che la regina voglia abdicare aprendo un’incerta guerra di successione, eppure la Kerber s’è presa con merito una bellissima ribalta e da oggi è, sul campo e nella classifica, la prima grande pretendente al trono… Auguri e complimenti.
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Australian Open: Kerber-Williams, gli highlights

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