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Ferrer è un guerriero, ma Murray è più forte: lo scozzese è in semifinale

Simone Eterno

Aggiornato 27/01/2016 alle 10:00 GMT+1

Nonostante l'enorme cuore del solito David Ferrer, a vincere è ancora Andy Murray. Lo scozzese si impone in 4 set: 6-3, 6-7 (5), 6-2, 6-3 in quasi 3 ore e mezza. Ora, per lui, il vincente della sfida tra Raonic e Monfils

Britain's Andy Murray reacts during his fourth round match against Australia's Bernard Tomic at the Australian Open tennis tournament at Melbourne Park, Australia

Credit Foto Reuters

da MELBOURNE – E’ andato tutto veramente secondo il pronostico: David Ferrer ha lottato, sofferto e strappato applausi; Andy Murray ha a lungo capito poco della partita... ma a Ferrer è superiore, e quindi ha vinto.
Ha vinto perché, rispetto al generoso Ferrer, Murray è molto semplicemente più forte in tutti i fondamentali: servizio, dritto e rovescio. E anche se la si butta su corsa e il cuore, nonostante abbia affrontato un uomo a cui andrebbe dedicata un’ode da questo punto di vista, il britannico se la gioca alla pari anche lì. Capite che di fronte a queste caratteristiche non è semplice per David Ferrer venirne a capo. Anzi, è impossibile senza l'aiuto dell'avversario(i). Ed è per questa ragione che lo spagnolo, nonostante a 34 anni metta in fila sempre e costantemente tutti gli altri, quando gioca coi Top5 perde sempre. Era successo negli ultimi 40 incontri – 4-36 il parziale –, ed è stato così anche oggi: 4-37.
Nel bene e nel male, infatti, la partita l’ha fatta Andy Murray. Un Murray a cui gli insegnamenti di Lendl continuano di tanto in tanto a sparire dai cassetti della memoria, facendoci vedere un giocatore che a 2 metri dalla linea di fondo continua inspiegabilmente a palleggiare, quando invece potrebbe – e dovrebbe – prendere in mano la situazione e fare il punto. Specialmente contro David Ferrer. E invece, questo, il buon Murray, l’ha capito solo dove aver perso il tie-break del secondo set; un parziale che per Ferrer è una medaglia al valore... ma che per lo scozzese è l’ennesima ora di energia sprecata.
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David Ferrer (Australian Open 2016)

Credit Foto AFP

Solo lì lo scozzese ha fatto il passo avanti necessario per spingere Ferrer ancor più lontano e chiudere più facilmente il punto. Poi, il meteo di Melbourne, è venuto in ulteriore soccorso e ha dato una mano. La pioggia, data costante dalle previsioni già in mattinata ma arrivata in realtà solo a pomeriggio inoltrato, ha costretto gli organizzatori a chiudere il tetto. E da quando la partita si è trasformata in cemento indoor, per il britannico è stato tutto un po’ più semplice.
Questo non significa che Ferrer, al di là del punteggio che può sembrare netto, abbia alzato bandiera bianca. Non sia mai! Basti guardare da questo punto di vista il controbreak immediato a inizio del quarto set, quando dopo il 6-2 appena preso da Murray nel terzo, l’iberico ha ancora una volta provato ad alzare il braccio e gridare ‘obiezione!’. Ma, come sottolineato in precedenza, tutto il cuore del mondo non può negare la realtà tecnica dei fatti: su questa superficie, per vincere, Ferrer avrebbe avuto bisogno dei regali prolungati del britone. E questo non è successo.
Murray ha così infilato la sesta vittoria consecutiva negli scontri diretti e si è preso quello spot in semifinale – la 18esima della carriera nei tornei dello slam – dove ora attende uno tra Monfils e Raonic sulla via di un obiettivo chiamato ‘terzo titolo slam’. Ferrer invece, ancora una volta, si è dovuto accontentare del massimo cui questa generazione di fenomeni l’ha condannato: gli applausidi consolazione.
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