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Australian Open - Le pagelle del torneo femminile: le Williams da Oscar, Kerber è triste

Simone Eterno

Aggiornato 31/01/2017 alle 20:32 GMT+1

È stato il torneo apoteosi delle sorelle Williams, con il remake di una storica finale, ma hanno impressionato anche Mirjana Lucic-Baroni e CoCo Vandeweghe. Flop Radwanska e Kerber, mentre Camila Giorgi è la migliore tra le azzurre

Venus Williams, Serena Williams, Angelique Kerber, Australian Open 2017 (Eurosport)

Credit Foto Eurosport

La vincitrice: Serena Williams

Nel torneo dei record poteva mancare la solita Serena Williams? Ma certo che no. In un Australian Open che nemmeno nella sceneggiatura di Richard Williams, Serena è stata l’attrice protagonista e unica candidata all’Oscar, in una serie di infiniti sequel dall’identica trama che solo i freddi numeri del computer della WTA non hanno reputato tali di riconoscimento anche nella passata stagione. Serena è allora tornata – come sempre fa – per riprendersi quanto aveva lasciato sul campo nel 2016: il trono di regina del tennis, il record all-time di slam nell’era Open, i trofei, le copertine e chi più ne ha più ne metta. Quando finirà questa serie infinita di film con plot alla Adam Sandler? La sensazione è che spetterà lei a deciderlo. Voto 10.
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Highlights: tutto il meglio di Venus-Serena Williams in 160 secondi

La finalista: Venus Williams

Se l’oscar è come sempre di Serena, il ruolo di miglior attrice non protagonista va certamente a Venus. Una Venus eccezionale nell’approfittare di un tabellone fattosi favorevolissimo fino alla semifinale e poi splendida nel respingere le ambizioni di gloria di CoCo Vandeweghe, regalandoci con la successiva esultanza l’immagine più bella e più genuina del torneo. Poi, chiaramente, sulla scena principe, non poteva che scostarsi e lasciar spazio al monologo della sorella, ricomparendo puntualissima e divertentissima al momento della premiazione. Una vita da guida, da insegnante, da perfetto supporto alla più potente e fortunata Serena. Ma non per questo meno meritevole di riconoscimenti. Voto 9.

La sconfitta: Angelique Kerber

Se n’è andata, triste triste, nel silenzio di una giornata dove il connazionale Mischa Zverev faceva fuori Andy Murray e Roger Federer vinceva al quinto con Kei Nishikori. Spazio dedicato alla ex numero 1 del mondo? Due righe, persino in Germania. Ha lasciato così la povera Kerber, rispedita “nell’anonimato” dalla prestazione monstre del rullo Vandeweghe per riapparire solo a fine torneo, con uno sportivo tweet di congratulazioni alla nuova regina della WTA Serena Williams. Un destino, quello della tedesca, che dopo le copertine del suo anno di gloria pare riservagli un ritorno ad un ruolo marginale. O almeno così ha detto l’Australia. Voto 6.
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Australian Open: Kerber-Pliskova, gli highlights

La delusione: Agnieszka Radwanska

Da liquidare con una definizione che prendo in prestito dal collega Antonio Garofalo: “Tra le prime 100, tutte possono vincere uno slam. Tutte tranne la Radwanska”. Voto 4.
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Australian Open: Lucic-Baroni-Radwanska, gli highlights

La giovane: Jennifer Brady

“Chiiii?”. Qui la citazione arriva invece da quel Maurizio Mosca che era solito fare il verso al giocatore sconosciuto ma, improvvisamente, arrivato alle cronache con la prestazione da raccontare. Più o meno la nostra reazione quando ci siamo ritrovati agli ottavi la 21enne tennista americana. Palle giocate viste dal sottoscritto in carriera: zero. Palle giocate viste dal sottoscritto a fine torneo: zero. Esperti colleghi mi raccontano però di un AusOpen rispettabilissimo – ottavi di finale, fuori contro la favola Lucic-Baroni – per una ragazza che, uscita ora da UCLA, pare volersi dare sul serio al tennis professionistico. Alla prossima prometto che vado anche a vederla. Per ora mi fido degli altri e del tabellone. Voto 7, sulla fiducia.

La sorpresa: Ex aequo tra Mirjana Lucic-Baroni e CoCo Vandeweghe

Da una parte una favola troppo bella per essere vera, terminata con le lacrime e con un selfie che ha fatto sciogliere anche Serena Williams. Dall’altra una ragazza che ha tirato tutto e steso campionesse slam con la facilità con cui alcune sue coetanee concittadine stendono shots il venerdì sera nell’Upper East Side. Mirjana Lucic-Baroni e CoCo Vandeweghe, due pianeti opposti, un solo grande cammino terminato in semifinale. Per la prima, lì dentro, con ben poche chance sul da farsi; per la seconda, invece, col rammarico di non aver giocato come aveva fatto con Vinci, Bouchard, Kerber e Muguruza. Ognuna però in fondo assai contenta del risultato raggiunto. La Lucic ci ha insegnato che la perseveranza paga; la Vandeweghe che chi ne parlava di lei come facile Top10 era tutt’altro che un visionario. Voto 9. A entrambe.
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Australian Open: Lucic Baroni-Serena Williams, gli highlights

L’italiana: Camila Giorgi

Di fatto ultimo avamposto del futuro del tennis italiano, Camila è tornata a casa al primo turno col solito mix di sensazioni contrastanti. Un match che si poteva vincere. Un match che si poteva perdere. E che alla fine è stato perso. Spot vivente del tennis roulette, del rosso-nero come stile di vita, la Giorgi è di fatto ciò che ci resterà da vedere in termini nazionali dal punto di vista femminile nel futuro a medio-lungo termine. Potremo vivere match incredibili. Potremo tornare a casa di nuovo al primo turno. Ci vorrebbe un Sandro Pazzaglia d’annata per capirne qualcosa in più. O molto probabilmente no. Buona fortuna. Voto 6.
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Australian Open: Giorgi-Bacsinszky, gli highlights

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