US Open, pagelle 2022: la prima volta di Carlos Alcaraz, l'ultima di Serena Williams
Pubblicato 12/09/2022 alle 13:05 GMT+2
US OPEN - Il consueto pagellone di fine torneo, edizione 2022, ritorna nella formula da 10 a 0. Da Alcaraz a Kyrgios, da Serena Williams a Iga Swiatek fino alla delusione Raducanu, il classico 'countdown' - in versione 'titoli nobiliari' - di fine torneo.
Da Carlos Alcaraz a . Dall'ultima della regina all'uscita di scena immediata della campionessa 2021 Raducanu. Ci sono come sempre tante storie dietro uno Slam; e come al solito abbiamo deciso di "dare i numeri" con il consueto countdown da 10 a 0. Le pagelle - o meglio, il pagellone - di fine torneo.
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Voto 10. Carlos Alcaraz
19 anni, 4 mesi, 6 giorni. Questa la carta d’identità di Carlos Alcaraz al momento dell’iscrizione ufficiale al club dei “numeri 1 del mondo”. Nessuno, nella storia del ranking ATP, era stato più precoce di lui. Che dire d’altro? Ha fatto vedere ciò di cui è capace; ha vinto 3 battaglie consecutive al 5° set; ha annullato match point; è stato in campo quasi 24 ore complessive e ne è uscito con quell’espressione lì di chi sembra volerci dire “hey, fateci l’abitudine perché è solo l’inizio”. Si è insomma preso regno, trono e corona, legittimandosi come nuovo sovrano della racchetta maschile: re Carlos. Che a levare una 's', poi, c'è anche un discreto tempismo...
Voto 9. Iga Swiatek
Dolce-dolce, come il tiramisù che gli attenti organizzatori gli hanno infilato dentro la coppa. Mettiamola così: non se l’aspettava nessuno per come era incominciata, per le sensazioni e per come a lungo aveva giocato in questo torneo. Eppure, nonostante tutto, è andata dritta fino al traguardo, specialmente quando le partite hanno iniziato a pesare sul serio. Sintomo, quest’ultimo, che c’è ancora margine, gap, distanza da tutte le altre. Sensazione, insomma, che questa ragazza un ciclo lo possa aprire sul serio.
Voto 8. Frances Tiafoe
Nessuno si aspettava un ‘Big Foe’ del genere. Non è tanto il match con Nadal, quanto quello successo dopo: il 3 a 0 a Rublev e la maratona cui ha costretto Alcaraz. Se n’è andato con gli onori dell’ex First Lady Michelle Obama e le ritrovate attenzioni della stampa americana; ma anche – e soprattutto – con la sensazione di aver raggiunto un livello tennistico che forse non gli credevamo possibile. C’è solo un problema: per vincere questi tornei qui, nel futuro, potrebbe anche non bastare.
Voto 7. Serena Williams
Non ha chiuso da regina ma se n’è andata come una regina: strascico e paillettes, lacrime e celebrazioni. Nelle giornate in cui una parte di mondo si ferma per ricordare colei che Regina lo è stata per titolo nobiliare, il mondo del tennis ha salutato colei che il titolo nobiliare se l’è preso grazie ai campi da tennis. Perché “Compton, California” – come ha voluto ricordarci ancora una volta lei nel discorso finale – non è esattamente Windsor. L’ultimo ballo della più grande andava al di là del risultato. Eppure con qualche buon risultato – tra cui lo scalpo della n°2 del seeding – Serena ha voluto ricordare a tutti, seppur per qualche breve, sporadico momento, chi e cosa è stata: Regina. Del tennis.
Voto 6 . Nick Kyrgios
A Season of Faith's Perfection. La citazione è per i cinefili. E non serve altro. Perché non c’è lieto fine qui, la storia di redenzione – tennistica in questo caso – non porta con se quella sensazione di tessere che si vanno a incastrare tutte nel verso giusto. L’estate, la meravigliosa estate 2022 di Nick Kyrgios, resta una stagione di fede assoluta solo per coloro che non sono mai scesi dal carro. Per tutti gli altri, rimarrà l’incompleto. Uno che sì, batte di nuovo il n°1 del mondo con una notte da divinità tennistica... Ma poi trova il modo di non vincere con Karen Khachanov.
Voto 5. Rafael Nadal
Non era il suo torneo e si è capito fin dal primo quindici, quando il signor nessuno Rinky Hijikata faceva il suo esordio nel torneo levando un set al 22 volte campione slam. Non è andato in crescendo, Rafa. Non ha ritrovato le sue sensazioni come spesso gli è accaduto in carriera. E’ parso, casomai, arrendersi per una volta all’inesorabile scorrere del tempo. Perché se è vero che in tutto il 2022, sul campo, negli slam, ne ha persa solo una, mai come in questo torneo a Rafa non ci ha creduto nessuno.
Voto 4. Andrey Rublev
Dimensione quarti. Il buon Andrey resta quello: un prodotto la cui evoluzione è in realtà sempre la stessa variante. Non importa con quale scalpo già fatto o con quale grande occasione a disposizione. Arriverà un momento, nello slam, in cui Andrey Rublev vi deluderà. Potete starne certi.
Voto 3. Stefanos Tsitsipas
Lontano dai riflettori, mentre tutto il mondo in quel momento aveva occhi solo per Serena Williams, Stefanos Tsitsipas veniva preso a pallate al 1° turno dal numero 94 ATP Daniel Elhai Galan. Gli è andata bene che tutti avevano qualcosa di meglio da fare. Ma noi siamo gente che non dimentica, caro Stef. Ti è andata male.
Voto 2. Simona Halep
Arrivata con le attenzioni di tanti – sottoscritto compreso – dopo un’estate da piacevole e ritrovata protagonista della racchetta femminile, la Halep ha visto bene di aggiungere alla sua collezione di “cartoline newyorchesi” l’indimenticabile foto ricordo del dritto di Daria Snigur, la cui esperienza estetica è migliore solo del calcio di Massimiliano Allegri. Mai oltre gli ottavi allo US Open se non in due occasioni. Nessuno odia New York più di Simona Halep. Forse solo Homer Simpson.
Voto 1. Elena Rybakina
Non poteva mancare alla collezione del mirabolante mondo della racchetta WTA l’ennesima caduta della fresca campionessa. Perché tra Londra e New York ci sono meno di due mesi di calendario, ma dalla Rybakina di Wimbledon a quella dello US Open ci sono viaggi interspaziali, mondi sconosciuti e dilatazioni spazio/temporali. Interstellar.
Voto 0. Emma Raducanu
Halep e Rybakina si consolino, c’è chi ha fatto peggio. Da un anno, per altro. Oggi, lunedì 12 settembre 2022, Emma Raducanu è insidiata in classifica da Jaqueline Cristian e insidia a sua volta Claire Liu, Varvara Gracheva e Dalma Galfi. Roba di lotte per la posizione n°80 del mondo. A proposito di viaggi e astrologia, per la sua esperienza fin qui nel mondo del tennis non c’è metafora migliore che questa: meteora.
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