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Australian Open - Le pagelle del torneo maschile: Federer da lode, Murray delude, Zverev è il futuro

Simone Eterno

Aggiornato 31/01/2017 alle 01:52 GMT+1

Roger Federer e Rafa Nadal si meritano un 10 per le emozioni che ci hanno fatto vivere a Melbourne, ma bravi anche Denis Istomin, Alexander Zverev e Andreas Seppi. Djokovic è parso intristito e impigrito, mentre Murray è deluso e sfortunato.

Rafael Nadal, Roger Federer, Andy Murray, Australian Open 2017

Credit Foto Eurosport

Il vincitore: Roger Federer

Che parole trovare per uno che scrive quella che sarà la storia sportiva del 2017 già al 29 gennaio? Quali banalità produrre di fronte all’epicità delle gesta che hanno portato all’impresa, in una ricerca dell’aggettivo che per un 35enne dato per finito almeno 3 volte in carriera è tornato, a ricordarci ancora una volta quanto siamo mortali – e noiosi – noi e quanto sia immortale ed alieno lui? Roger Federer signori. Ancora una volta, molto semplicemente, Roger Federer. Voto 10 (e lode)

Il finalista: Rafael Nadal

E di egual misura a Federer, cosa dire anche del suo storico rivale Rafael Nadal? Esattamente come Roger tornava da un lungo stop; esattamente come Roger nessuno si aspettava potesse arrivare fin lì; esattamente come Roger ha giocato un torneo magnifico. Ha respinto il futuro (Zverev), ha gestito la variabile impazzita (Monfils), ha lottato e superato il ritrovato presente (Dimitrov) e si è arresto solo al quinto set contro il Maestro. Per usare le parole dello stesso Federer, “ci fosse stato un pareggio, l’avrebbe meritato”. Rafael Nadal signori. Ancora una volta, molto semplicemente, Rafael Nadal. Voto 10.
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La Top 5 dei colpi della finale tra Roger Federer e Rafa Nadal

Lo sconfitto: Novak Djokovic

Intristito. E forse anche un po’ impigrito. Certamente sconfitto. Novak Djokovic è tornato a casa prima del previsto, messo ko da una di quelle partite che lui negli slam era solito in qualche modo girare (ricordate Simon qui lo scorso anno?) e che questa volta invece non ha fatto. Quella di Djokovic sconfitto inizia a essere una consuetudine a cui non eravamo abituati, ma tant’è, da Parigi in poi, il serbo, ha allenato la presa, ha contemplato la possibilità mai presa in considerazione prima di poter essere battuto, e lì, in qualche modo, è iniziata la sua lenta discesa. Un declino non certo verticale, ma che live e costante si sta palesando da 7 mesi a questa parte: Londra, Rio, New York, Londra indoor e ora anche Melbourne, suo feudo prediletto da sempre. Certo, non si può mica sempre vincere, direte voi. Ma se a spedirti a casa è Denis Istomin – seppur in stato di grazia – qualcosa vorrà pur dire. Voto 5.
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Australian Open: Djokovic-Istomin, gli highlights

La delusione: Andy Murray

Ci vuole una discreta sfortuna nel nascere Andy Murray. Ti danno dote strepitosi, ma nella tua stessa generazione ne trovi altri 3 che ti viene da maledire quella volta che mamma Judy ti ha messo dietro la rete. No, non è una questione di essere cattivi o andarci giù pesante, ma Andy Murray – pardon, Sir Andy Murray – è il numero 1 del monto più sfigato di sempre, bonariamente parlando, of course. Il concetto è molto semplice. Stai per una vita alle spalle di Federer e Nadal, poi questi calano e arriva il tuo coetaneo Djokovic, uno in grado di batterti praticamente sempre e comunque. Poi finalmente ce la fai, superi il blocco, batti anche Djokovic e approfitti della vulnerabilità generale, andandoti a prendere quello che in fondo sapevi di meritati anche tu. Sei il numero 1 del mondo, è fatta, è il tuo momento. Finalmente. Arriva anche l’Australia, wow, è Djokovic è uscito con Istomin. Questa volta nessuna intoppo, questa volta uno di questi 5 piatti da secondo classificato li usi come base su cui appoggiare il trofeo. E questo chi è? Misha Zverev? Serve and volley? Bah, io rispondo la mia solita cannonata al centro, vado sul sicuro. 7-5, 5-7, 6-2, 6-4 Zverer. Murray fuori gli ottavi. Voto 4.
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Australian Open: Murray-Zverev, gli highlights

Il giovane: Alexander Zverev

Qui il futuro è già domani, cantava il Piotta nella Grande Onda. L’onda dei giovani più giovani cui Alexander Zverev è capitano e indiscusso massimo rappresentante. Rimandato, per ora, da un Rafael Nadal che con una pacca sulla spalla è sembrato dirgli “non ancora, ragazzino, prima fatti qualche muscolo in più”. Il classe ’97 Zverev è stato infatti tradito da un match per pesi massimi che ha portato il salato conto sulla distanza, ma da questo Australian Open si esce tutti con la concreta convinzione che sarà il tedesco il cavallo su cui puntare per il prossimo futuro. La domanda infatti, per gli altri, così come per il Piotta, è soltanto una: quanto resisterai? Voto 7,5.

La sorpresa: Denis Istomin

Pallate, corse lungo la linea di fondo, e poi vincenti. Anche in lungolinea di rovescio. No, non è la descrizione della partita di Djokovic, ma quella di colui che l’ha fatto fuori dal torneo: Denis Istomin. L’uzbeco, qui grazie alla Wild Card messa in palio dall’Australian Open nel playoff dell’Asia-Pacific, si è regalato il torneo della vita, diventando così famoso anche oltre i confini nazionali e quelli dell’Italia, dove il classico con Seppi ci aveva insegnato a conoscerlo. Un exploit, quello di Istomin, non fine a sé stesso, ma impreziosito dalla successiva battaglia vinta al quinto con Carreno Busta e dalla spavento fatto passare anche Grigor Dimitrov, prima che il suo fisico, stremato, chiedesse pietà e lo lasciasse a piedi sul più bello, ovvero dopo il primo set vinto al bulgaro. Insomma, a 30anni Istomin è venuto fuori col la sua miglior perla di sempre. Non si sa ancora esattamente come, ma un bravo a lui che in due settimane guadagna 37 posizioni in classifica ATP (80) e soprattutto la certezza di essere insignito del titolo di cittadino onorario sia a Basilea che a Manacor. Roba mica da tutti. Voto 8,5.
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Australian Open: Dimitrov-Istomin, gli highlights

L’italiano: Andreas Seppi

Tra 10 anni, se vi capiterà di discuterne con gli amici, lo dovrete ricordare con questo aggettivo: affidabile. Andreas Seppi è la FIAT Bravo – primo modello e rigorosamente a motore JTD 105 – del circuito ATP: non la notate, non vi girate per guardarla al semaforo, ma diamine se fa ancora strada. Potranno deteriorarsi le componenti, potranno scricchiolare un po’ le plastiche interne, ma sotto c’è un motore che invidiavano persino e tedeschi (e che infatti si comprarono quelli della Bosch col brevetto del common rail). Questo paragone automobilistico per un torneo in cui Seppi è andato oltre le più rosee aspettative, facendo fuori la poco affidabile fuoriserie Kyrgios e mettendo paura anche alla Rolls-Royce del rovescio Stan Wawrinka, a dimostrazione che in Italia, nel nostro piccolo, le cose le sappiamo fare proprio per bene. Bravo Andy. Mille di questi chilometri. Voto 8.
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Australian Open: Wawrinka-Seppi, gli highlights

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