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Nadal in grande spolvero, resa Raonic: Rafa raggiunge Dimitrov in semifinale

Eurosport
DaEurosport

Aggiornato 25/01/2017 alle 13:35 GMT+1

Il maiorchino batte in 3 set il canadese con una prova di forza impressionante: il verdetto è 6-4, 7-6(7), 6-4 in 2 ore e 44 minuti.

Rafael Nadal.

Credit Foto AFP

Avviso ai naviganti: Nadal è tornato sul serio. La conquista della 24esima semifinale in un torneo del Grande Slam certifica la rinascita di un tennista che sembrava aver imboccato il viale del tramonto, un atleta formidabile di cui in troppi avevano celebrato, in colpevole anticipo, il funerale sportivo.
L’esultanza rabbiosa di Rafa al termine del 6-4, 7-6(7), 6-4 inflitto a Raonic è l’immagine della sofferenza che se ne va, una liberazione dopo gli ultimi due anni. Il maiorchino impone la sua legge al canadese in risposta disinnescando le cannonate del lungagnone con timing perfetto anche al cospetto di prime da 225 km/h. La varietà al servizio dello spagnolo, al contrario, fa sì che i suoi game di battuta durino attimi mentre quelli di Milos si trasformano in faticose rincorse a vuoto.
Come un boxeur, come un toro nell’arena, Nadal domina nei colpi a rimbalzo e con quel rovescio incrociato che a fine match gli darà una quindicina di punti. Il calvario di Milos Raonic si placa nel secondo set, quando sul 5-4 e servizio il canadese spreca tre set-point. I suoi rimpianti crescono ulteriormente sul 6-4 del tie-break spartiacque: la quinta palla set è sul servizio del numero 3 del mondo che commette un doppio fallo, tradito dal suo colpo migliore e dalla tenuta mentale.
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Il ko tecnico si completa nel decimo game del terzo set in 2 ore e 44 minuti. Aver preparato il match con Mark Philippoussis sortisce gli effetti sperati per Rafa Nadal, implacabile e perfetto in risposta, solido e profondo come ai vecchi tempi: il bilancio vincenti/errori non forzati del primo set (12-2) diventa un 40-21 prepotente alla fine della lezione odierna.
Sulla scia del lavoro svolto con Carlos Moya, aggiunta cardine nel team di Rafa, il mancino di Manacor dopo due anni avvisa i rivali: l’ultima semifinale Slam vinta risaliva al 2014 (Roland Garros, ultimo trionfo) e a Melbourne non si presenta all’atto decisivo dal 2014 (ko da Wawrinka), dopo l’unica finale vinta nel 2009 e la finale persa nel 2012. Dimitrov dovrà davvero superare se stesso perché quella macchina da guerra maiorchina sente il profumo del successo, ma anche l’odore del sangue o, magari, di Roger Federer...
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