Chi è Lorenzo Musetti: dalla racchetta nello scantinato della nonna alla vittoria di Melbourne

La più grande speranza del tennis italiano è Lorenzo Musetti. Non potrebbe essere altrimenti in questo momento, a poche ore dalla conquista degli Australian Open Junior in una finale palpitante.

Nato il 3 marzo 2002 a Carrara, a Lorenzo è stata trasmessa la passione per il tennis da papà Francesco che si diverte a giocare a livello amatoriale. Ancora bambino, trovò una racchetta nello scantinato della nonna e cominciò a palleggiare contro il muro come tanti a quell'età con il poster del suo idolo in camera, Roger Federer. La famiglia ha creduto in lui e l'ha sostenuto portandolo a otto anni al Circolo Tennis Spezia: è qui che Lorenzo ha conosciuto Simone Tartarini, il suo maestro e punto di riferimento, un "secondo padre", come lo definisce lui. Qualche anno fa, Tartarini si è spostato dal CT Spezia allo Junior Tennis San Benedetto, dall'altra parte della città e Musetti non ha avuto nessun dubbio nel seguirlo: una piccola realtà che ha solo due campi in terra battuta e uno in cemento indoor ma è tutto ciò che basta a Lorenzo per crescere e maturare con tranquillità, lontano dai riflettori.

I sacrifici non mancano perché San Benedetto dista 37 chilometri da casa e mamma Sabrina lo deve accompagnare fino al casello autostradale di La Spezia, come ci racconta il collega Riccardo Bisti. Ad attenderli, nel parcheggio di un Decathlon, c'è la maestra tuttofare Benedetta Di Carlo. Sono i suoi risultati a livello Under 18 a imporlo all'attenzione del Centro Tecnico Federale di Tirrenia che un paio d'anni fa inizia a farlo allenare sotto la supervisione di Filippo Volandri: tre volte a settimana lì e tre nel suo circolo. Nel frattempo, la Nike gli fa un contratto, gli propone qualche settimana di allenamento nell’accademia di Mouratoglou e di entrare a far parte di una fondazione, la Champ Seed Foundation, che già aiutava alcuni giovani di belle speranze tra cui un certo Stefanos Tsitsipas...

Se, però, chiedete di chi sia il merito della sua esplosione Musetti non ha dubbi: è di Simone Tartarini al 100%. Lorenzo frequenta il liceo linguistico da privatista dopo un anno nella scuola pubblica: non è facile conciliare lo studio con il tennis. Musetti ha ancora quest'anno e tutto il 2020 per sfondare a livello Under 18, ma non è da escludere che la maturazione arrivi prima considerati i suoi risultati: è quarto nel ranking mondiale Juniores, ma è il più giovane nella Top 10.

Dopo aver vinto tutto quello che c’era da vincere sia a livello individuale che con la maglia della nazionale a livello di Under 12 e Under 14, Lorenzo ha praticamente saltato gli Under 16, a parte la parentesi con la nazionale per disputare Winter Cup e Summer Cup, e nelle sue apparizioni nel circuito ITF Junior Under 18 ha una percentuale di match vinti straordinaria. Lo scorso anno si è aggiudicato il Trofeo Città di Firenze, il Trofeo Bayer internazionale Under 18 di Salsomaggiore e l'Allianz Kundler German Juniors di Berlino, raggiungendo i quarti di finale a Wimbledon e la finale agli US Open. Il 2019 si è aperto come meglio non poteva con il trionfo agli Australian Open Junior da testa di serie numero 1: nessun italiano era mai arrivato nemmeno in finale nello Slam Down Under, dove a celebrarlo nel box tricolore c'era anche il tecnico FIT Giancarlo Palumbo.

La testa di Lorenzo è da giocatore ben più grande della sua età. Solo nella finale contro Nava, il 16enne ha lasciato trasparire tensione e nervosismo, condizioni piuttosto normali considerata la posta in palio ma l'aspetto mentale è la sua forza e quel tentativo di ace di seconda sul match-point (sfiorato per una questione di millimetri) ne è la riprova. Tecnicamente è dotato di tocco e sensibilità a rete, di un buon dritto e di un preciso rovescio a una mano sia coperto che slice. Ha ottime variazioni e sa dosare la palla corta.

Musetti deve migliorare da fondocampo e deve diventare a tutti gli effetti un giocatore moderno. Nella finale degli US Open contro il brasiliano Seyboth Wild ha pagato i due anni di differenza a livello fisico e di potenza. Il ragazzo è piuttosto gracile e lavorando con il suo staff sulla massa muscolare - Francesco Cerrai, uno dei preparatori di Tirrenia, e Stefano Barsacchi lo seguono su questo aspetto - potrà competere in una disciplina sempre più fisica. Dovrà imparare a spingere di più, a prendersi più rischi, come ha tentato di fare Nava nella finale, e dovrà migliorare in risposta.

Sotto il cielo australe Lorenzo Musetti ha ricevuto il suo battesimo agli occhi del mondo, ma ora è necessario mantenere la calma. Il tennis giovanile è una cosa mentre il tennis professionistico è un altro mondo e il passaggio dovrà essere gestito con lucidità. Troppe volte abbiamo visto italiani, gonfiati in primis da noi giornalisti, sciogliersi come neve al sole. Non vogliamo illuderci anche questa volta dunque ci limitiamo a fare il tifo per il carrarino e a dirgli semplicemente "bravo, avanti così".