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Australian Open, Melbourne e Romagna mie: chi è Lucia Bronzetti, la prima chicca italiana

Fabio Disingrini

Aggiornato 17/01/2022 alle 16:46 GMT+1

AUSTRALIAN OPEN - Duecento posizioni scalate in un anno, il fan club fondato da nonno Italo, le tagliatelle della nonna. Riminese fatta in casa e cresciuta al Piccari&Knapp Tennis Team di Anzio, Lucia Bronzetti è arrivata fin qui, dall'altra parte del mondo, per vincere un match di tennis nell'altro emisfero e di un'altra dimensione: il suo primo successo in uno Slam con incertezze di lieto fine.

Lucia Bronzetti alla prima partita in uno Slam non ha steccato l'esordio, Imago

Credit Foto Imago

Eccola qui, ventitreenne da Verucchio in Valmarecchia, la prima squisita chicca italiana dell’Australian Open. È Lucia Bronzetti, che l’anno scorso ha scalato 200 posizioni nel ranking fino al numero 145 della classifica mondiale, qualificatasi per la prima volta al tabellone di uno Slam e subito a segno contro Varvara Gracheva.
Favola? No, piuttosto una prima piccola grande impresa, frutto d'un tennis ben addestrato dai maestri Francesco e Alessandro Piccari ad Anzio (con Karin Knapp) e gustato in rimonta con ace finale (3-6 6-2 6-3 in un’ora e 49 minuti) sul Campo 16 di Melbourne Park.
Favola? Sì, ma la prossima volta, che sarà contro la numero 1 al mondo e icona di casa Ashleigh Barty, vincitrice del Roland Garros nel 2019 e campionessa in carica di Wimbledon. Il lieto fine sarà sfidarla sul palco della Rod Laver Arena, “mal che vada” Margaret Court, e poi chissà. Chissà che non si diverta e non ci si diverta a vederla lì, senza guardare il punteggio.
Sfoggia proprio un bel tennis Lucia, che è nata a Rimini il 10 dicembre 1998 e il suo ultimo anno l’ha chiuso ricevendo il “Trono di Verucchio” tra le fibule d’ambra del Museo Archeologico di un borgo incantevole, cinto di rose canine sotto il cielo della Rocca Malatestiana. Il suo fan club è soprannominato "I ragazzi del muretto" anche se le mura del Fossato sono imponenti, come dev’esserle sembrata la rete del suo primo campo a Melbourne, dall’altra parte del mondo.
Dicevamo del suo fan club di adoratori e adorabili over-85, capitanato da nonno Italo che ha perso la vista di recente, ma saprà bene com’è fatto il sorriso della nipote in queste ore. Un sorriso grande così, come di domenica davanti al piatto di tagliatelle della nonna, solo che in un altro emisfero.
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Lucia Bronzetti contro Sofia Kenin al WTA 500 di Adelaide 2022

Credit Foto Getty Images

Per arrivare fin qui, nel 2021 Lucia ha vinto due titoli ITF a Sharm el-Sheikh e Le Havre e disputato tre finali a Bellinzona Jönköping e al Trofeo Mabo di Torinoi, oltre ai suoi primi quarti di finale WTA a Losanna, Palermo e Portorose. Costruzioni d’idee e d’una carriera, di forma e sostanza, di latitudine in longitudine, battendo la Bondarenko che è stata 29 mondiale e poi sconftta sì ad Adelaide, ma con certe fatiche da doppio 7-5, da Sofia Kenin che dell’Australian Open è stata campionessa nel 2020.
E dai allora che ci siamo, che nemmeno il match con la Barty sarà un lieto fine, ma il radioso inizio d'una splendida storiadi tennis a conoscer la prima radice dell’amor.
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Favola Bronzetti! Vittoria all'esordio Slam: gli highlights

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