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Caos calmo e Hyeon Chung, campione Next Gen del tennis che resiste

Fabio Disingrini

Pubblicato 12/11/2017 alle 12:37 GMT+1

Viene da Suwon, l’ultima città fortificata della Corea del Sud, e alza un muro che disarma gli assalti dei russi: Hyeon Chung è la più giovane espressione del tennis di resistenza, timido e veloce come Michael Chang, freddo e ubiquo come Novak Djokovic. Classe 1996, il primo vincitore delle Next Gen Finals conferma che, almeno a quest'età, la regola vince sul talento e l'ordine sull'ambizione.

Hyeon Chung

Credit Foto Getty Images

Ha vinto il più preciso, il più veloce, il più zen. Viene da Suwon, l’ultima città fortificata della Corea del Sud, e alza un muro che disarma gli assalti dei russi. Di Shapovalov - il più giovane, il più amato, il più estremista - nato da genitori sovietici con il dono del tennis mancino e il rovescio a una mano. Di Medvedev, big-server disinnescato dalla seconda linea; di Rublev (due volte) che sembrava destinato al primo titolo Next Gen dal forfait di Zverev; che è il più giovane dei primi trenta mondiali; che ha già guadagnato un milione di dollari in montepremi; che ha giocato i quarti di finale degli US Open.
Sembrava invero una partita scritta perché Chung inizia contratto e Rublev mitraglia gli incroci delle righe. Un colpo - questo dritto ampio, sordo e potente - che è la cifra stilistica di Andrey e di tanta Next Gen contro il moderno gioco di resistenza: solo che oggi oltre la rete c’è una specie di piccolo Djokovic, freddo, veloce, ubiquo.
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Hyeon Chung au Masters des jeunes, à Milan.

Credit Foto Getty Images

Hyeon Chung incassa un set e poi para tutto mandando Rublev fuori giri: il russo è una maschera escandescente, un battitore sfiancato dal footwork incessante di un avversario sdoppiato. Quando così timido sul rooftop di un hotel milanese, alla vigilia delle "piccole" Finals, disse di non ricordarsi di un match contro Quinzi, ora è chiaro che non fosse una battuta incerta: Hyeon Chung non è più quel giocatore che perse, quattro anni fa, la finale junior di Wimbledon.
Affetto da miopia congenita, quand'era piccolo, i medici gli dissero di fissare una pallina gialla correndo su un campo verde, così Hyeon non s'è più fermato. Non è precoce come Michael Chang ma è resistente come Murray o Djokovic, e respinge Rublev come Bautista-Agut con Shapovalov a New York. Perché a quest'età la regola vince sul talento e l'ordine del progresso sulla potenza senza controllo.
Perché Chung viene da Suwon che non solo si cinge di bastioni, ma è anche la migliore università coreana e Hyeon è un ingegnere della racchetta, un misuratore del tennis, così silenzioso e impermeabile al rumore dei nemici. Sbucato dal nulla e primo campione delle Next Gen ATP Finals: con lui il futuro del tennis sembra già una piccola scienza esatta.
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