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Coppa Davis - Volandri: "Siamo stati una famiglia, un risultato che sognavo da 2 anni. Grazie anche a Berrettini"

Luca Stamerra

Aggiornato 26/11/2023 alle 22:43 GMT+1

COPPA DAVIS - Il ct Volandri è felicissimo per il successo della sua Italia che è riuscito a riportare al successo nella Davis 47 anni dopo l'ultima volta. Una vittoria preziosa, ricordando - e il ct se lo ricorda bene - dove era finita la nostra Nazionale due anni fa. Un applauso e un ringraziamento a tutti i suoi ragazzi, ma Volandri ci tiene a ringraziare per bene anche Matteo Berrettini.

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Serata di festa. L'Italia torna a vincere la Coppa Davis 47 anni dopo l'ultima volta, con Sinner che ha portato il punto decisivo battendo De Minaur nel secondo match contro l'Australia. Una crescita straordinaria quella fatta dalla squadra del ct Filippo Volandri, anche lui protagonista di questo ritorno in grande stile, "due anni dopo aver toccato il fondo” aggiunge il ct. Un ringraziamento a tutti, compreso Arnaldi, scherza Volandri, per la paura messa a tutti durante il match contro Popyrin. E poi non poteva mancare il ringraziamento a Matteo Berrettini che, nonostante non fosse disponibile sul campo, ha fatto sentire la sua vicinanza a tutto il gruppo. Una vera famiglia.

Una famiglia e da quando è arrivato Berrettini...

Grazie a questi ragazzi, grazie per averli a disposizione, grazie per esserci stati in questi anni. Grazie a tutta l’Italia e a chi ci ha supportati. Siamo stati come una famiglia. Ora possiamo veramente essere felici e festeggiare. Questo progetto è partito da lontanissimo, abbiamo affrontato un miliardo di difficoltà, ho sempre avuto il supporto di tutti. Anche di Berrettini. Da quando è arrivato con noi abbiamo ancora fatto più famiglia. Non ho parole. [Volandri a Sky Sport]

Arnaldi? L'ho minacciato fisicamente

Arnaldi mi ha fatto passare le pene dell’inferno, ma cosa gli devi dire. Ha dentro qualcosa di non normale, si è ricordato anche di un paio di cose che gli sono state dette, minacciandolo fisicamente. Per me è una giornata che sognavo da due anni, quando abbiamo toccato il fondo e lo abbiamo rischiato. Ci siamo infilati in una fessurina prima di vincerla ed è la fotografia di quello che abbiamo passato. La dedico alla mia famiglia, ai miei giocatori e a chi ci ha creduto almeno un pochino
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