Bracciali, ci vuole testa

Lo avevamo detto, Daniele Bracciali poteva raggiungere la seconda settimana. Non solo per il tabellone, comunque l"aretino al primo turno ha dovuto superare Dominik Hrbaty numero 20 del torneo, ma per il grande tennis che riesce a esprimere sull"erba.

Braccio ha superato in tre set Hrbaty e in quattro Galvani, due turni possibili ma comunque impegnativi che facevano ben sperare contro Jonas Bjorkman reduce da una maratona di cinque set contro Dlouhy. Dopo un break iniziale l'azzurro si è ritrovato a servire per il primo set sul 5-4. Qui, inspiegabilmente la luce si è spenta. Due brutti errori hanno spianato la strada a Bjorkman che ha chiuso la prima frazione per 7-5.

Un sussulto in inizio secondo set con una palla break, poi basta. Bracciali si è scusato ammettendo di aver consumato molte energie mentali nel match precedente contro Galvani. Ma la scusa non sembra attendibile visto che Bjorkman era reduce, sempre il giorno precedente di una maratona di 5 set, conclusasi dopo il match di Braccio. Se a questo si aggiunge che lo svedese non è proprio un ragazzino, ha 34 anni, ed è anche impegnato in doppio, doveva essere Bjorkman ad accusare la stanchezza per primo.

Il limite di Bracciali è sempre stato la continuità, ma un conto è questo, un conto è mollare proprio la partita, come successo ieri, soprattutto quando si tratta di uno Slam. Se a questo si aggiunge il comportamento tenuto da Bracciali negli ultimi due set, l'azzurro non ne esce proprio bene. Un vero peccato perché questo tabellone era da sfruttare al meglio, visto che poi, al quarto turno ci sarebbe stato Max Minryi, un altro avversario alla portata di Bracciali.

Daniele, esploso in ritardo visto il suo talento, non ha avrà tanti tabelloni così positivi a Wimbledon da sfruttare. Un'occasione è persa, speriamo che serva di lezione al talentuoso aretino.