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HewBeauty! L'ultimo "c'mon" di Lleyton Hewitt, numero 1 fra i giganti

Fabio Disingrini

Aggiornato 22/01/2016 alle 19:13 GMT+1

Cala il sipario sulla carriera dell'ultimo grande campione australiano e su una generazione di Golden Boy duepuntozero, primatisti "normali" fra i regni degli dei del tennis

Lleyton Hewitt

Credit Foto Eurosport

Per la generazione dei trentenni di oggi, Lleyton Hewitt ha significato tanto quando, agli albori del duepuntozero, ha raccolto la pesante eredità lasciata da Agassi-Sampras e aperto un tempo di interregno insieme ad Andy Roddick e Marat Safin, prima di Federer-Nadal e dei FabFour. Era una nouvelle vague di nuovo tennis, più scenico che talentuoso, più effettivo che bello, più effimero, ma altresì emozionale per merito di una stirpe che ha gettato le basi postmoderne di un gioco fisico e difensivo, tanto diffuso quanto criticato oggi. Una generazione di Golden Boy con una carica di cortese irriverenza, che perde oggi il suo ultimo autorevole esponente - il “nuovo Agassi” per le sue straordinarie abilità in risposta e di controtempo - e colma di simbolismi il sipario della Rod Laver Arena: Lleyton Hewitt detto Rusty, 34 anni all’anagrafe, venti di formidabili battaglie agli Australian Open.

L'interregno dei talenti precoci

Enfants prodige del tennis del duemila, depositari di un nuovo glamour sportivo, precoci tanto nei successi che nei loro declini: Andy Roddick (classe 1982) ha vinto gli US Open a 21 anni e s’è ritirato, sempre a Flushing Meadows, dopo un dolce match di addio con Del Potro; Marat Safin, il più dotato, ha vinto lo slam americano a vent’anni e detto basta a 29, croce e delizia del circuito, fra straordinari exploit sul campo e prestazioni extra-tennistiche: “Le donne più sono belle e più costano, però io non le pago per farle venire a letto con me: le pago per farle andare via dopo”, dirà di gran carriera fra lo stupore degli “ultimi” perbenisti.
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Lleyton Hewitt vs Andy Roddick at Wimbledon 2009

Credit Foto Imago

Hewitt, il più giovane numero 1 della storia

Lleyton Hewitt, nato ad Adelaide il 24 febbraio 1981, è stato il più giovane numero 1 del mondo (19 novembre 2001) dopo il trionfo agli US Open, primatista del ranking Atp per 80 settimane, campione di Wimbledon nel 2002. In carriera, Rusty ha battuto 5 volte Sampras, 4 volte Agassi, 9 volte Roger Federer (le prime 7 dal 1999 al 2002, l’ultima a Brisbane 2 anni fa), 4 volte Rafa Nadal (2 agli Australian Open, per lo spagnolo è stato una grandissima fonte d’ispirazione), una volta Djokovic, 7 volte i rivali più diretti (Safin e Roddick) negli interstizi delle epoche d’oro. Hewitt si ritira oggi e da domani, calato il sipario, assorbita la sua assenza, ci farà ricordare quegli strani giorni con una certa squisita nostalgia retrofuturista.

Rusty 100% Proof

Vincitore di 30 tornei e di almeno un titolo Atp per dieci anni consecutivi, Lleyton Hewitt detiene in dolce compagnia il primato di successi al Queen’s di Londra fra i vari McEnroe Becker Roddick e Murray, è stato protagonista di memorabili sfide contro i migliori campioni di fatica di almeno tre tornate generazionali, ha alzato il primo trofeo nel 1998 (Adelaide) e l’ultimo 16 anni dopo a Newport. Scalfito nel fisico da un gioco tremendamente dispendioso, sottoposto a cinque interventi chirurgici, Rusty ha spremuto il cento per cento delle sue risorse e si ritira oggi con un unico grande rimpianto: quella finale degli Australian Open persa nel 2005 contro Safin, davanti a un pubblico che l’ha sempre amato di quella forma di amore incondizionato.

L'ultima ribalta dell'eroe australe

Oggi Rusty è entrato per l’ultima volta nella gabbia della Rod Laver Arena contro David Ferrer, un caballero gentile che ha confortato Hewitt nei suoi palpiti fisici ed emotivi, che ha reso più dolce la parte del cattivo lavorando gli scambi per gli ultimi pugni chiusi, gli ultimi celebri “C’mon!”, l’ultimo grande spettacolo dell’allievo di Darren Cahill. David, come contro Tsonga nella semifinale del Roland Garros 2013, ha vinto umilmente defilandosi a voce bassa per l’ultima ribalta dell’eroe australe. Il tennis eleva ancora una volta la bellezza di un addio e di questo sport, senza superpoteri, Lleyton Hewitt è stato un assoluto protagonista. Farewell Rusty, per sempre HewBeauty.
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