Atp Pechino - Il miglioramento di Jannik Sinner procede un passo alla volta

ATP PECHINO – Il trionfo in terra cinese ci ha mostrato l’ennesimo step nella crescita dell’altoatesino, che ha raggiunto il suo best ranking in carriera (numero 4) e ha battuto due mostri come Alcaraz e Medvedev.

Sinner: "Le Finals di Torino sono sempre state un obiettivo"

Video credit: SNTV

È bastato vedere i primi punti della finale contro Medvedev per capire che non sarebbe stato il solito Sinner a Pechino. Fino a pochi mesi fa l’altoatesino era solito sbattere la testa contro il gioco tentacolare del russo, che tra un recupero con le gambe incrociate a shanghai e un passante dalla prima fila riusciva sempre a portare a casa la vittoria. Sei a zero recitava lo score, un vero e proprio incubo, ma nella capitale cinese qualcosa è cambiato: l’azzurro è sceso in campo con un piglio diverso, più coraggioso, come se i demoni dell’insicurezza fossero spariti per sempre. In Australia, ad inizio anno, il classe 2001 si era spaventato nel quinto set con Tsitsipas, abbandonando la via della rete e pagando con una sconfitta che, vista oggi, brucia ancora di più; con Medvedev invece è successo il contrario. Forse ispirato dalla finale dello US Open condotta in maniera magistrale da Novak Djokovic con un serve and volley quasi esasperato, Jannik ha intrecciato Octopus - aka Medvedev - giocando un tennis ancora più aggressivo, marchiato a fuoco dalle discese a rete (33 in totale).
Non si è mai disunito e non è mai caduto nel baratro della paura. Jannik ha solo 22 anni, e il suo percorso tennistico è iniziato giusto qualche anno fa, è normale avere dei dubbi. Ma contro Medvedev – e anche nella semifinale contro Alcaraz – sono scomparsi. Cancellati. Eliminati. Contro lo spagnolo ormai abbiamo capito che il tennis elettrico di Sinner funziona, produce dividendi, fa danni. Invece contro Medvedev finora erano state solo batoste. Però Sinner ha saputo cambiare, ispirandosi a un giocatore più bravo di lui e fidandosi dei consigli di Simone Vagnozzi e Darren Cahill, che insieme a Umberto Ferrara e Giacomo Naldi formano il team con cui il campione italiano sta lavorando da più di un anno.
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Sinner: "Oggi è stata la mia giornata, ma con Alcaraz sempre enorme rispetto"

Video credit: Eurosport

Sono loro che hanno modellato il giocatore che vediamo oggi, un passo alla volta e senza fretta. Dal gioco a rete e il tocco, su cui Vagnozzi sta insistendo da tempo, e che contro Medvedev hanno illuminato il fondo della grotta, al servizio, che ha cambiato la sua fase di caricamento e sembra finalmente in grado di portare tanti punti alla causa. Questo ovviamente su una condizione fisica ottimale, particolarmente difficile da raggiungere e consolidare. Sinner non ha un telaio comodo, bisogna lavorarlo con cura per farlo esprimere al meglio: Umberto Ferrara a Repubblica ha raccontato di insistere “sulla giusta quantità di forza e di rapidità, piuttosto che la potenza metabolica”. E poi il recupero, l’alimentazione e il sonno: elementi fondamentali per resistere alla centrifuga moderna composta da tornei, trasferte e stress. Oggi Sinner è il numero 4 del mondo, ha davanti solamente Novak Djokovic, Carlos Alcaraz e Daniil Medvedev. Ad inizio anno voleva a tutti i costi centrare la qualificazione alle Finals di Torino: lo ha fatto. Ora il prossimo obiettivo non può che essere un torneo dello slam, ma prima di spingersi troppo in là con i sogni occorre fare mente locale.
Qualche ora fa Riccardo Piatti è intervenuto sull’argomento che ha occupato le pagine dei quotidiani e i pensieri degli italiani per diversi giorni: la mancata partecipazione di Sinner alla Coppa Davis. Il nativo di Como si è schierato al fianco del suo ex allievo sulle colonne del Corriere dello Sport, usando parole molto nette: “Sinner e Alcaraz hanno saltato la Davis perché pensano alla loro sopravvivenza. Non perché pensano all’Asia, è una cosa ben diversa. Ci saranno momenti della carriera dove si sentiranno pronti per giocare la Davis e altri dove non lo saranno”. Piatti non si è lasciato benissimo con Sinner, ma nessuno al mondo lo conosce meglio di lui. Nessuno lo ha visto crescere come il vate di Bordighera, che tra l'altro fu uno dei primi a consigliargli un calendario più rilassato e obiettivi mirati, in modo da non “rovinare” il suo futuro. Sicuramente molti tifosi (e non solo) hanno visto in Sinner la gallina dalle uova d’oro, la possibilità di riportare l’Italia maschile alla vittoria della Coppa Davis o un torneo dello Slam, ma probabilmente non hanno fatto i conti con la realtà delle cose. Non tutti nascono Carlos Alcaraz o Rafael Nadal, non tutti vivono l’adolescenza tennistica di ; Sinner da questo punto di vista ha bisogno di più tempo e di rinunce, che ogni tanto si materializzano sotto forma di sconfitte brucianti o scelte dolorose. Non è facile da accettare, ma se questa è la strada giusta – e i numeri ci dicono di sì – allora è giusto seguirla.
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Sinner: "Questa vittoria me la godrò. Orgoglioso di come ho superato le difficoltà"

Video credit: SNTV

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