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Le pagelle del Roland Garros 2016: Djokovic e Muguruza da 10, male Raonic e Radwanska

Simone Eterno

Aggiornato 06/06/2016 alle 18:06 GMT+2

Tra vincitori, vinti, sconfitti, sorprese, delusioni e italiani, diamo come al solito i voti: da Djokovic e il suo record a Murray e il suo triste destino; dalla Muguruza e un futuro brillante a Serena e la maledizione col numero 22. Eccovi il pagellone in salsa francese.

In Feierlaune: Djokovic und sein Team, Muguruza

Credit Foto AFP

I vincitori

Novak Djokovic. Questa volta nessun imprevisto: l’appuntamento col destino è stato rispettato. Il 12° titolo slam del serbo coincide col tassello che completa il Career Grand Slam, il primo e vero obiettivo della fin qui sua strepitosa stagione. Djokovic ha vinto ed è riuscito ancora una volta a farcelo sembrare semplice. E’ questa la più grande forza di un tennista in questo momento palesemente superiore a tutti gli altri, ma al tempo stesso non così superficiale e ingenuo da ammetterlo a sé stesso. Il segreto del serbo è tutto lì. E finché non concederà lui per primo qualcosa, vista la concorrenza, ci sarà ben poco da fare. Voto 10.
Garbiñe Muguruza. Il futuro è già qui. L’avevamo detto. L’abbiamo scritto. Lo ribadiamo. La sensazione è che si sia assistito solo al primo dei tanti successi che attenderanno la potente Garbiñe. La finale vinta su Serena, oltre a una prova di forza, ha messo in luce la maturità di una ragazza pronta a prendersi il centro della scena. Il suo torneo è impreziosito dal fatto di non aver deluso le attese: tutti la aspettavano… E lei è arrivata. Non così scontato, specie nel sempre imprevedibile tennis femminile. Voto 10.
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Garbiñe Muguruza: “Sul match-point tremavo, Serena Williams è fortissima”

I finalisti

Andy Murray. Che dire… Per Murray il destino è quello dell’amara sconfitta. Lo scozzese si conferma come giocatore più battuto nella storia delle finali slam: 2 titoli, 8 ko. Un macigno che il buon Andy si porta sulle spalle per la sola colpa di essere comparso nel momento peggiore di sempre se si hanno ambizioni di gloria nel tennis. Roger, Rafa, Nole. Tre nomi, un solo incubo. Il torneo dello scozzese è stato da applausi: prima per aver rimesso in piedi primi turni complicati e poi per aver rispedito a casa senza troppi complimenti il campione uscente Stan Wawrinka. Il destino è quello dell’eterno secondo, ma per essere tali tocca comunque arrivare sempre in fondo. Mica così scontato. Voto 8,5.
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Djokovic-Murray: gli highlights della finale maschile del Roland Garros 2016

Serena Williams. Da tre slam a secco, da due finali sempre sconfitta. Non era mai successo prima. Parigi 2016 è una cesoia nella storia del tennis e non solo per il traguardo raggiunto da Djokovic. Il torneo femminile ci ha raccontato che la Williams non è più imbattibile e lei per prima, a differenza del passato, pare aver accettato questa nuova condizione. Serena non rifiuta più la sconfitta, ma pare aver presto atto che può essere parte del gioco. Il risultato? Un'umana. E una nuova finale che l’ha vista sconfitta. Il 22 – record all-time in era Open – della Graf resta un numero maledetto. Occhio però: a Wimbledon, nonostante tutto, è ancora lei la favorita. Voto 7,5.
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Muguruza-Serena Williams: gli highlights della finale femminile del Roland Garros 2016

Gli sconfitti

Rafael Nadal. La resa impietosa è quella di un campione che alza le braccia di fronte allo scorrere inesorabile del tempo e al salato conto del suo fisico. Questa volta è il polso a fermare Rafa e con la preoccupante diagnosi fornita dal diretto interessato – “Se vado avanti, si rompe” – il futuro non pare regalarci nulla di positivo. Poco male per chi questo torneo l’ha vinto 9 volte, ma la sensazione è che il Decimo sia destinato a restare una creazione dei giornali. Voto 6.
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Nadal salta per infortunio anche il Queen's

Agnieszka Radwanska. Aga si presentava da forza numero 2 del panorama femminile mondiale, ma le speranze sono state mal riposte. Ancora una volta infatti tocca segnalare, suo malgrado, il destino da eterna incompiuta. In questo Roland Garros la Radwanska si è arresa agli ottavi per mano della Pironkova, non esattamente Arantxa Sánchez su questa superficie. Vincerà mai uno slam? Domanda senza risposta. Poteva far meglio qui? Senza dubbio. Voto 4,5.
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Gli highlights di Pironkova-Radwanska

Le sorprese

Albert Ramos-Viñolas. In un’intera carriera il 28enne spagnolo non era mai andato oltre a un secondo turno nei tornei degli slam. Qui ha fatto i quarti. Saper cogliere l’occasione è solitamente prerogativa della gente in gamba; e allora grandi applausi al buon Ramos che, in una parte di tabellone con lo spento Cilic e il rivedibilissimo Raonic, ha saputo farsi strada fin dove ha potuto. Nel tabellone maschile è stato senza dubbio la sorpresa più grande e il 3 set a 0 rifilato proprio a Raonic il risultato più clamoroso. Applausi. Voto 8.
Kiki Bertens. Della bella storia della Bertens ne avevamo già scritto in dettaglio durante la scorsa settimana. Qui torniamo a ricordarne solo il cammino: Kerber, Giorgi, Kasatkina, Keys, Bacsinszky. A fermarla solo un polpaccio dolorante e Serena Willians. La Bertens è stata la giocatrice più sorprendente non solo del torneo, ma dell’intero 2016. Il suo Roland Garros la sublimazione di una carriera che, ora, finalmente, può prendere il volo. Voto 9.
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Gli highlights di Bertens-Bacsinszky

Le delusioni

Milos Raonic. No, è vero, Milos non è un terraiolo e mai lo sarà. Certo però che dal canadese era lecito aspettarsi qualcosa in più. E questo nonostante le emblematiche prestazioni che tra Monte-Carlo, Madrid e Roma ci avevano chiaramente messo in guardia su quanto il buon Raonic avesse sofferto. Non era al meglio, d’accordo, ci mettiamo anche quello. La stesa 6-2, 6-4, 6-4 da Ramos però, in un giorno di pioggia e con la possibilità di far sentire ancor di più il peso della sua palla, non è proprio accettabile per uno con le sue possibilità e ambizioni. Voto 4,5.
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Raonic-Ramos: gli highlights

Simona Halep. Era la sua superficie e poteva essere il suo torneo, ma di mezzo si è messo il meteo e una giornata no. La Halep non è uscita viva dalla sfida sott’acqua con la Stosur e in conferenza stampa non ha usato grandi giri di parole per esprimere tutto il suo disappunto. Al di là dell’occasione persa e delle attenuanti del caso la realtà dei fatti ci racconta però di una giocatrice che a Parigi, esclusa la finale del 2014, non è mai andata in carriera oltre il 4° turno. Insomma, ancora una volta, sulla sua terra, una delusione. Voto 5.

Gli italiani

Marco Cecchinato. Nel disastro di massa di una spedizione maschile azzurra tutta fuori al primo turno, l’unico a salvare la faccia è il tennista siciliano. Vuoi perché a Kyrgios ha dato grossissimo filo da torcere; ma vuoi soprattutto perché se c’è qualche appiglio cui aggrapparsi per rimanere negli slam in un futuro a medio/lungo termine, intesi come Italia, passa da qui. A 23 anni (24 il prossimo settembre) Cecchinato non è certo più un ragazzino ma si sa, noi italiani, da questo punto di vista, arriviamo sempre un po’ dopo. Le possibilità per entrare nei primi 50 e rimanerci ci sono tutte e la sfida con l’australiano al primo turno le ha messe in mostra. Ora però serve il passetto successivo. Coraggio. Voto 6.
Karin Knapp. A salvare capra e cavoli, il nome meno atteso. Non tanto per le possibilità ‘in generale’, quanto piuttosto per l’avversaria da affrontare al primo turno. Contro Victoria Azarenka (voto 4 alle condizione fisica e voto 1 alla sportività…) la brava Knapp ha giocato una bellissima partita. E questo ancor prima che la bielorussa cedesse a uno dei suoi consueti malanni. Karin ha così dimostrato di essersi messa alle spalle ancora una volta i suoi guai fisici e, si spera, anche la sfortuna che l’ha perseguitata per un’intera carriera; insomma, di essere pronta, a quasi 29 anni, per l’ennesima ripartenza. In bocca al lupo. Voto 6,5.
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Gli highlights di Knapp-Azarenka

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