Roger Federer, il ritorno a Parigi è vincente: piegato Lorenzo Sonego

Sono successe parecchie cose da quando Roger Federer, il 2 giugno 2015, uscì dal Roland Garros per mano di Stan Wawrinka, futuro vincitore di quell’edizione in finale contro Novak Djokovic. Basta un’ora e 41 minuti allo svizzero per piegare Lorenzo Sonego e regalarsi il secondo turno contro Oscar Otte.

Il finale è 6-2 6-4 6-4 e il canovaccio è favorevole al numero 3 del mondo fin dall’inizio, con il torinese che soffre il palcoscenico del Philippe Chatrier. Un’ansia da prestazione contro il giocatore più atteso, l’idolo sospinto da un pubblico molto caldo e voglioso di rivedere all’opera il vincitore del Roland Garros 2009, quattro anni dopo l’ultima recita a Parigi.

Gli scambi sono rapidi e il 4-0 iniziale si materializza in 13 minuti. La trama, insomma, prediletta da Federer. Il 6-2 non sblocca mentalmente il tennista azzurro che solo sul 4-0 del secondo set comincia davvero la sua partita. Sull’orlo del precipizio, Sonego smaltisce la tensione e si toglie lo sfizio di breakkare il fuoriclasse di Basilea fino al 3-4. Lo svizzero chiude sul 6-4 il secondo parziale, ma il match diventa paradossalmente sempre più interessante e vivo.

Il terzo set è, infatti, giocato con grande orgoglio e tranquillità da Sonego che riesce ad allungare qualche scambio e a piazzare qualche vincente di qualità: smorzata, pallonetto e dritto lungolinea da applausi, qualche segno di ribellione al verdetto atteso (e sperato) da tutti gli spettatori neutrali. La lesa maestà vale l’illusione del 4-3, ma Federer allunga nel nono game con un rovescio incrociato a tutto braccio e il secondo turno diventa cosa fatta.

Contro Oscar Otte sarà un incrocio davvero inedito per il vincitore di 20 Slam: in due faranno 400 presenze nei major, di cui però 398 dello svizzero e due del tedesco numero 145 del mondo.