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Tennis, Jannik Sinner: "Non ho paura quando gioco a tennis, quando sciavo sì"

DaOAsport

Aggiornato 19/04/2022 alle 11:47 GMT+2

TENNIS - L'altoatesino sui margini di miglioramento: "Il servizio è il colpo su cui devo lavorare, lo so. Ma ci sono altre cose: il tocco di palla, lo slice di rovescio e le smorzate"

Sinner: "Ho provato, devo migliorare e ora tifo Berrettini”

Jannik Sinner ha deciso di non prendere parte questa settimana al torneo ATP 500 di Barcellona (Spagna). L’altoatesino, reduce dai quarti di finale raggiunti nel Masters1000 di Montecarlo, vuole sfruttare questo breve periodo per recuperare da alcuni problemi fisici (vescica all’alluce del piede) e soprattutto allenarsi in vista della tripletta sulla terra rossa “Madrid-Roma-Parigi”. Buoni segnali sono arrivati nel Principato dove Sinner, pur non essendo al meglio della sua condizione, ha messo in mostra soprattutto qualità morali importanti al cospetto dei migliori giocatori del mondo. La vittoria contro il n.8 ATP Andrey Rublev, finalista nel 2021 a Montecarlo, e la sconfitta per pochissimo contro il n.3 del ranking, Alexander Zverev, sono stati incontri di alto profilo. In un’ intervista concessa a La Stampa, il ragazzo di Sesto Pusteria ha chiarito alcuni aspetti interessanti. Il primo, relativo al gioco e alla gestione delle partite:
Sento la tensione, come tutti. La paura no. Quella mi capita di provarla, un pochino, quando mi buttavo giù dalla montagna con gli sci, in discesa libera. Nel tennis no. Nei punti decisivi esce il vero carattere di un giocare. A me viene naturale tirare forte quando c’è il punto che conta. Anche se a volte dovrei imparare a metterci più rotazione".

Su Monte Carlo

"Sono partito meglio dell’anno scorso. L’anno passato persi al secondo turno contro Djokovic, stavolta ho perso nei quarti contro il n.3 del mondo, Zverev, e anche Rublev lo devi battere. Non era un tabellone semplice. Mi servirà per mettere su un po’ di muscoli, che non fanno male“.

Su Roma

"Giocare a Roma è la cosa che mi piace di più in assoluto. Giocare in casa ti mette un po’ più di pressione, è vero. Dall’altra parte, però, quando urlano il tuo nome è una sensazione fantastica. E il pubblico può davvero tirarti su e farti vincere una partita quando sei in crisi“.

Sul lavoro da fare

"Il servizio è il colpo su cui devo lavorare, lo so. Ora servo già un po’ più forte, è bastato intervenire su qualche piccolo dettaglio, contro Carreno Busta a Miami ad esempio ho fatto 15 ace, e non mi era mai capitato. Ma ci sono altre cose: il tocco di palla, lo slice di rovescio e le smorzate. Devi allenarle, non puoi giocarle solo in partita, anche se non saranno mai il mio punto forte“.
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Sinner on fire: difesa e passante di rovescio. De Minaur applaude

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