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Tennis, Wozniacki dopo il ritiro: "A volte la malattia prende il sopravvento"
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Pubblicato 25/09/2020 alle 19:20 GMT+2
La tennista danese si è ritirata ad inizio 2020 dopo che le è stata diagnosticata l'artrite reumatoide due anni fa. Ha concesso un'intervista ai colleghi di Eurosport Francia in cui ha raccontato la sua vita dopo il tennis e la sua campagna Advantage Hers, volta a sensibilizzare le donne sulle malattie infiammatorie croniche
Caroline Wozniacki retired earlier this year
Credit Foto Getty Images
Caroline Wozniacki si sveglia in una mattina d'estate del 2018 e niente è più lo stesso. Ha appena festeggiato il suo 28esimo compleanno. La numero 2 del mondo, vincitrice a gennaio del suo primo titolo Slam agli Australian Open, sta attraversando il periodo più importante della sua carriera. Da qualche tempo, però, qualcosa la preoccupa. A Wimbledon, a fine giugno, si sentiva molto stanca. "Ho iniziato a perdere partite che normalmente non perdevo - spiega - Non mi sentivo bene, ma non riuscivo a capire esattamente cosa non andasse. Ho pensato che fossi solo molto stanca".
Fino a quella mattina di fine luglio. "Mi sono svegliato e non riuscivo a muovermi", racconta. "Non riuscivo ad alzarmi dal letto. Avevo molto dolore e mi sentivo senza forze. Non riuscivo nemmeno ad alzare il braccio. David, mio marito (David Lee, l'ex giocatore NBA, n.d.r.) ha dovuto fare le valigie, tirarmi su dal letto e portarmi all'aeroporto. Non riuscivo a fare nulla".
In vista del Roland Garros, Caroline ha chiaccherato con Laurent Vergne di Eurosport Francia e le ha raccontato come sta vivendo questi primi mesi senza tennis al fianco della malattia e di come ora sta supportando altre donne che hanno vissuto i suoi stessi problemi.
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Caroline Wozniacki, Simona Halep - Australian Open 2018
Credit Foto Getty Images
"MI È STATO DETTO CHE POTEVO ESSERE INCINTA..."
Le prime fasi della malattia sono vissute da Caroline con dubbi, incomprensioni e angosce. I dolori vanno e vengono e la tennista non conosce ancora il nome della malattia che la domina ormai da diverse settimane. "Sono stata visitata subito da medici, fisioterapisti, ecc. Devo aver visto quattro o cinque professionisti diversi prima di avere finalmente la diagnosi corretta", spiega. Per ascoltare, a volte, teorie che la facevano impazzire:
E' un mese dopo, a New York, poco prima degli US Open, che finalmente ottiene la risposta giusta. "Un medico mi ha prescritto tutti gli esami del sangue possibili e quattro o cinque giorni dopo mi ha detto che avevo una malattia autoimmune. Mi ha consigliato una visita da un reumatologo. È così che l'ho scoperto".
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Wozniacki: "Da bambina avevo un sogno: vincere uno Slam e diventare la numero 1 al mondo"
Video credit: Eurosport
"PERCHÉ IO? PERCHÉ ORA?"
Caroline soffre di artrite reumatoide, una malattia infiammatoria che attacca le articolazioni. Si dice che sia autoimmune perché il sistema immunitario attacca il corpo del malato. L'artrite reumatoide colpisce principalmente le articolazioni delle mani, dei polsi e delle ginocchia, ma può diffondersi in altre aree.
Una volta scoperta la malattia, la Wozniacki ha provato una forma paradossale di sollievo. Non c'è niente di peggio dell'incertezza. Una volta conosciuta la diagnosi, il paziente può concentrarsi sull'essenziale, ovvero la lotta contro la malattia. "Hai 28 anni, sei all'apice della tua carriera, hai appena vinto il tuo primo Slam e all'improvviso questa cosa ti piomba addosso - continua - C'è un momento in cui pensi 'perché io? Perché ora?' Poi, dopo alcuni giorni, ho pensato, 'Ok, sono pronta a combattere'".
Dopo il titolo a Eastbourne, sull'erba, a giugno, Caroline incappa in una serie di sconfitte che coincidono con i primi sintomi della malattia. Da Wimbledon all'inizio di giugno a Wuhan alla fine di settembre, vince solo due partite in sei tornei. Poi a Pechino la rinascita. Vince il titolo senza perdere neanche un set in sei match.
"Era stata una settimana difficile - confessa la danese. Il mio corpo era sulle montagne russe in termini di dolore. Ma stavo iniziando a sentirmi un po' meglio. Vincere quel torneo è stato speciale perché ho dimostrato a me stessa che potevo ancora essere competitiva e giocare ai massimi livelli". E' il 30° e ultimo titolo della sua carriera. All'epoca nessuno, a parte chi le stava vicino, sapeva la verità. La danese non renderà pubblica la sua malattia fino alla fine della stagione.
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Caroline Wozniacki saluta il tennis: “Grazie tifosi, grazie papà. È stata una bella avventura”
Video credit: Eurosport
UNA SPADA DI DAMOCLE
Caroline Wozniacki si ritira nel gennaio del 2020, durante gli Australian Open, due anni dopo la sua incoronazione a Melbourne. Assicura che non è stata la malattia a spingerla fuori dal tennis, ma il desiderio di dedicarsi alla sua vita personale. Di fronte alla malattia, ha conservato l'anima di una combattente.
"A volte la malattia prende il sopravvento, ma il più delle volte riesco a batterla. Spesso non ho sintomi, ma ci sono dei giorni in cui sono esausta e devo stare a letto tutto il giorno. Sono i giorni in cui ho dolori lancinanti alle mani e ai piedi". La parte più difficile, spiega la tennista, è ascoltare sè stessi. Per tutta la vita la Wozniacki si è spinta oltre il limite.
"Devi anche convivere con questa specie di spada di Damocle. Ci sono giorni in cui tutto va bene e giorni in cui sei ridotta uno straccio. Le convulsioni possono essere devastanti. Il decorso dell'artrite reumatoide è difficile da prevedere e anticipare. Si evolve a tratti, intervallati da periodi in cui i sintomi si attenuano. A volte scompaiono completamente, ma di norma la malattia tende a peggiorare, danneggiando sempre più le articolazioni".
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Caroline Wozniacki saluta il tennis: “Grazie tifosi, grazie papà. È stata una bella avventura”
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"HO CAPITO QUANTO FOSSE DIFFICILE OTTENERE INFORMAZIONI"
Caroline Wozniacki ha deciso di farsi portavoce della lotta contro l'artrite reumatoide. L'ex numero uno al mondo collabora con l'azienda farmaceutica UCB ed ha avviato il progetto AdvantageHers, per dare un supporto alle donne con malattie infiammatorie croniche.
"Ho capito subito quanto fosse difficile ottenere informazioni precise su questa malattia - spiega la danese - Troppe persone soffrono senza sapere cosa hanno esattamente. Ci sono passata ed è stato orribile. Sul sito si possono trovare tutte le informazioni di cui si ha bisogno. E voglio anche che si sappia che chiunque può essere colpito. Sì, purtroppo può succedere anche ai giovani. E sì, può succedere anche ai migliori atleti".
Ma l'obiettivo è anche quello di consentire lo scambio, condividere esperienze di vita e di malattia: "È una piattaforma dove possiamo stare tutti insieme. Raccontare la nostra storia, quello che stiamo attraversando. Se questo aiutasse anche solo poche persone a sentirsi meglio, ne sarei immensamente felice".
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My Grand Slam Journey: la straordinaria storia di Caroline Wozniacki agli Australian Open
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