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Pennetta in paradiso: sua la finale dello US Open, battuta la Vinci

Simone Eterno

Aggiornato 13/09/2015 alle 00:42 GMT+2

Flavia corona il suo incredibile torneo vincendo una finale combattuta ma dove alla fine ha prevalso la maggiore solidità della brindisina: 7-6 (4), 6-2 a Roberta Vinci. A 33 anni è il primo titolo Slam in carriera e arriva al termine di 2 settimane da assoluta protagonista. Durante la premiazione poi l'alluncio a sorpresa: a fine anno il ritiro dall'attività agonistica

Flavia Pennetta US Open champion 2015

Credit Foto AFP

NEW YORK – Dritto vincente. Abbraccio sincero. Annuncio del ritiro. Trofeo alzato. Titoli di coda. Flavia Pennetta ha chiuso così il suo US Open. Più che un torneo di tennis, un film con l’happy ending.
Qui non è Hollywood però. Nessun regista, nessuna copione e nessuna macchina da presa dietro il trionfo finale di Flavia. Quel che è accaduto è tutto vero: a 33 anni la Pennetta ha semplicemente giocato il torneo della vita. E l’ha dimostrato anche nell’emotivamente complicato ultimo atto contro la compagna, l’amica, la conterranea, l’avversaria Roberta Vinci.
Qualcuno – anzi, diciamo pure tanti – si attendeva oggi una partita bruttina, caratterizzata da un aspetto emotivo che alla fine avrebbe prevalso sulle qualità tennistiche di entrambe. Ma Flavia e Roberta ci hanno smentito ancora una volta.
Levato l’avvio effettivamente tremante di entrambe infatti abbiamo avuto una finale di buonissima qualità. Specie tra la metà del primo set e l’inizio del secondo. Ma non è una sorpresa che a imporsi, alla fine, sia stata Flavia Pennetta.
La Pennetta è riuscita infatti laddove aveva già punito Stosur, Kvitova e Halep, dimostrando una superiore solidità in tutti quelli che sono stati i momenti chiave del match. A partire da il fondamentale tie-break del primo set, quando una Vinci strepitosa nel cancellare le paure di inizio partita ha dimostrato al mondo come e perché sia riuscita a battere Serena Williams rientrando di un break sul 4-4 e mettendo poi tantissima pressione a Flavia negli ultimi due turni di servizio del set. Ma la Pennetta, da questo punto di vista, è stata parecchio superiore alla Williams nella strenua solidità del suo tennis e nella pochissima propensione a regalare gratuiti, impendendo così alla Vinci di cavalcare il momentum. E’ venuto fuori così che nell’equilibratissimo e tiratissimo tie-break siano bastati due dritti – colpo che più ha tradito oggi Vinci – a creare la prima, fondamentale, spallata alla partita.
La seconda – e decisiva per Flavia Pennetta – all’inizio del secondo set. Prima un gioco tenuto con fatica ai vantaggi per l’1-0, poi il break del 2-0 e infine un palla dell’immediato controbreak cancellata alla Vinci con un gran dritto. 3-0. Fine reale dei giochi. E’ lì infatti che Roberta ha subito il cedimento, consegnando poi a Flavia il gioco del 4-0 che ha effettivamente scavato il gap. Il tremolio dell’ultimo chilometro, del traguardo di una vita, della comprensibile pressione di uno slam ormai lontano solo due giochi è durato relativamente poco. Roberta infatti non è riuscita a sfondare il muro di un’avversaria che gratis non le ha concesso praticamente mai nulla.
E’ così che il 7-6, 6-2 finale si è trasformato in quel momento in pura materia di cronaca, con i fotografi pronti a immortalare quello che con ogni probabilità verrà ricordato come l’abbraccio più reale della storia del tennis: quello tra due conterranee che davanti all’occasione della vita se le sono prima date sul campo, ma si sono poi sedute a fianco. Perché qualcuno, oggi, doveva per forza vincere. Ma la rivalità è durata il tempo di un’oretta e mezza.
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