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US Open, qui Italia. Flavia Pennetta e Roberta Vinci: la vostra finale, il nostro grazie

Fabio Disingrini

Aggiornato 13/09/2015 alle 15:13 GMT+2

Piove a New York come a Milano, ma niente saprà cancellare dai nostri ricordi questa indimenticabile storia di tennis. Perché il giorno dopo la finale di Flushing Meadows, ci svegliamo a un oceano di distanza con la valigia dei sogni di una notte di fine estate: una campionessa degli US Open e una fuoriclasse dei sorrisi, la statura dell'impresa e un lascito di emozioni segretamente condivise

Flavia Pennetta e Roberta Vinci - Finale US Open 2015

Credit Foto AFP

Oggi che l’Italia s’alza in piedi per il ritorno a casa di Valentino Rossi e un sogno chiamato decimo Mondiale, oggi che la Nazionale di basket inizia agli Europei la sua corsa sul cammino olimpico, fate intanto un bel respiro e ditemi a cosa avete pensato ieri sera, vedendo giocare Flavia Pennetta e Roberta Vinci nella finale degli US Open. Ci avete dormito sopra e vi siete svegliati di domenica mattina con una campionessa slam, eppure non avete festeggiato ieri ma già venerdì, quando Flavia e Roberta hanno battuto la numero 1 e la numero 2 del mondo riplasmando l’ultimo atto di Flushing Meadows in una questione privata.
Vi siete sentiti grati, orgogliosi, distesi, e nemmeno avrete scelto per chi tifare in un’atmosfera così surreale, con tutte le vostre emozioni primarie già spese fra gli ultimi quindici di Roberta e Serena Williams. Avete provato subito la voglia di raccontarlo a tutti, di parlarne e di sentirne parlare per l'interezza di un magnifico giorno, per riempire l’attesa di un evento che non vi ha fatto palpitare come le due semifinali… Ma allora com’è che avete ancora quel bellissimo sorriso sulle labbra? Davvero, nello straniamento di una finale tutta italiana, credevate d’esser gli unici con quella percezione di speciale noncuranza? E invece eravate così tanti.... You’re not the only one with mixed emotions.
Roberta Vinci e Flavia Pennetta ridono serene durante la premiazione degli US Open 2015
Un grazie a voi, che avete colmato un oceano di distanza con una passione sensibile e identitaria per Flavia e Roberta. Un grazie a loro, che per una notte hanno saputo trasformare il tennis nella massima espressione del costume popolare. A loro che si sono incontrate per giocare insieme, la prima di tante volte, quando avevano 9 anni, che insieme hanno vinto 4 Fed Cup e che sono nate, quasi coetanee, a 60 chilometri di strade pugliesi. Un grazie a Flavia e Roberta che hanno voluto invitarci alla loro festa.
Grazie alla Vinci che ha abbracciato la campionessa a rete, informata del suo straordinario concorso di merito, a Roberta che ha riso e fatto ridere di gusto ogni spettatore dell’Arthur Ashe Stadium: le sono bastati due occhi felici e altrettanti siparietti con Flavia per riconquistare quel pubblico dopo lo scalpo alla (ex) regina d’America. Grazie ancora a Flavia, che nella notte più bella della sua vita (sportiva) ha scoperto "How to say goodbye to tennis". Come dire addio alla racchetta, alla maniera dei più grandi. La finale di ieri è stata la sua ultima partita a New York. Giocherà fino alla fine dell’anno e poi nessuno sarà triste, perché in fondo Every battle has its glory and its consequence.
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