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Serena, Pironkova, Azarenka: le mamme volanti dello US Open

Fabio Disingrini

Aggiornato 09/09/2020 alle 10:34 GMT+2

Bambine tremate, le mamme son tornate. Ci volevano due campionesse, e transitiva ammazzagrandi, per rimettere in sesto uno slam femminile senza 6 top-ten, con poco ricambio generazionale e le non più sorprendenti uscite delle presunte favorite. Vika e Leo, Serena e Alexis, Tsvetana e Alexander: il palcoscenico di New York è delle tenniste madri sotto gli occhi dei loro piccoli grandi capolavori.

L'estate magica a New York di Victoria Azarenka, vincitrice di Cincy e ora ai quarti di finale dello US Open: non le accadeva in uno slam dall'inizio del 2016.

Credit Foto Getty Images

Non è uno US Open per giovani. Stiamo parlando del torneo femminile senza più teen-ager perché ai quarti di finale - esclusa la Osaka, che delle otto è la più junior ma già due volte vincitrice slam - ci sono una ventisettenne (Shelby Rogers), due venticinquenni (Jennifer Brady che ha battuto la coetanea Yulia Putintseva) e una ventiquattrenne (Elise Mertens) ma soprattutto, nello stesso lato di tabellone, le mamme volanti.
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Un dettaglio delle scarpe di Victoria Azarenka, in campo con suo figlio Leo,

Credit Foto Eurosport

Vika e Leo

Quando nel 2016 è nato il piccolo Leo, Victoria Azarenka l’ha definito il dono più bello della sua vita. Più del tennis di cui è stata splendida interprete, specie nel biennio 2012/13 con due titoli all’Australian Open, 2 finali qui a New York (perse con Serena), le semifinali al Roland Garros e di Wimbledon e le memorabili sfide sonore con la Sharapova. Per far vedere a Leo la mamma su un campo da tennis ci son voluti tre anni di battaglie legali per la sua custodia: oggi Vika è rinata e dopo aver vinto Cincy sui campi di Flushing Meadows, sta giocando allo US Open il suo “vecchio” tennis di resistenza. A 31 anni la Azarenka ha battuto 4 giocatrici più giovani di lei, comprese la sua erede bielorussa Aryna Sbalenka, la 2001 Iga Swiatek e la testa di serie Karolina Muchova. Set persi: uno.
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Dolce Vika e piccolo Leo: la Azarenka sugli spalti dello US Open

Serena e Alexis Olympia

Se impugna una racchetta sarà meglio guardare altrove, ma avete mai visto gli occhi di Serena prima e dopo? Sono dolcissimi. Merito della figlia Alexis Olympia Ohanian Jr, la più giovane vincitrice di uno slam ancor prima di nascere. La Williams era in dolce attesa quando, nel 2017, ha alzato la coppa dell’Australian Open e oggi rincorre il sogno di vincere il suo 24° slam per diventare, anche per i numeri, la più grande tennista di sempre. Classe 1981, trentotto anni senza sentirli per una che in venti ha rovinato la carriera di (almeno) tre generazioni, però ai quarti dovrà schivare la Pironkova che invece dei major colleziona gli scalpi delle migliori.
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Serena Williams: "Mia figlia ha visto la mamma che lottava"

Tsvetana e Alexander

Letto così sembra il titolo di un romanzo, ma nel nostro piccol(issim)o è la storia di una donna che, assente sui campi da tre anni, è tornata senza classifica allo US Open e si ritrova ai quarti di finale. Incredibile? Forse, nel senso che magari da una delle tenniste più eleganti del circuito ci aspettavamo del vintage a Wimbledon, di cui dieci anni fa è stata semifinalista. Mica a New York, dove aveva un unico quarto turno e intanto molte si son messe a picchiar forte. Invece eccola qui, sempre molto (molto) bella, fra le migliori otto dello US Open: la Pironkova ha 32 anni, è madre da due di Alexander e ha fama di ammazzagrandi perchém nel corso della sua prima carriera, ha sconfitto 12 volte una top-ten. Con Serena sarà la festa di una mamma in semifinale a Flushing Meadows.
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Pironkova, lacrime dolci per il figlio: "È sempre più dura non vederlo"

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