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Federer maestoso, la vendetta è servita: Raonic giustiziato in 3 set

Eurosport
DaEurosport

Aggiornato 12/07/2017 alle 20:29 GMT+2

Il sette volte campione si prende la rivincita alla 100esima ai Championships dopo la semifinale persa dal canadese lo scorso anno e lo stende: 6-4, 6-2, 7-6(4). Nella sua 12esima semifinale a Wimbledon affronterà Berdych.

Roger Federer - Wimbledon 2017

Credit Foto Getty Images

Nel tempio della tradizione, come d’incanto, Roger Federer rispolvera lo smoking bianco e il cilindro delle grandi occasioni. La partita contro Milos Raonic era densa di significato, come un cerchio che si chiude. L’immagine dello svizzero accasciato sulla “sua” erba dodici mesi fa per un infortunio che gli costò sei mesi ai box è cancellata per sempre: quel momento drammatico ci ha restituito il Federer duepuntozero, un fuoriclasse che fa della rapidità d’esecuzione e dell’anticipo i suoi marchi di fabbrica. Un tennista che con classe ed eleganza si è fatto beffe persino della legge del tempo.
Alla 100esima sfida giocata a Wimbledon, nel 50esimo quarto di finale negli Slam, lo svizzero conquista la 12esima semifinale: un record nell’era Open così come quello score di 89 (successi) e 11 (sconfitte) che imbarazza la concorrenza di ieri, oggi e domani a Church Road. Il sette volte campione, nella continua ricerca di nuovi modi per definire la perfezione, non ha ceduto nemmeno un set in un cammino fin qui immacolato.
Il malcapitato canadese è stato in balia del re per due set di maestoso dominio: per un’ora non ha mai nemmeno infastidito Federer, “ingiocabile” nei suoi turni di servizio e padrone della scena sia a fondocampo che a rete. Raonic ha palesato quella lentezza che fa parte delle sue caratteristiche fisiche e, nell’impossibilità di sostenere quel ritmo indiavolato, si è ritrovato sul 6-4 6-2 senza possibilità di scampo.
Nel terzo parziale, il bombardiere ha iniziato un’altra partita facendo quasi match alla pari e rimanendo in vita fino al tie-break. Anzi, si guadagnava una palla-break nel secondo gioco e ben quattro nell’ottavo costringendo Sua Maestà ad alzare l’asticella. Anche il miglior Raonic, infatti, non bastava per strappare la battuta a questo Federer. L’ultima illusione giungeva nel tie-break, in quel 3-0 rapidissimo. Senza fare una piega, senza mai disunirsi e sfoderando un passante d’antologia lo svizzero ribaltava l’inerzia e chiudeva i giochi: in un’ora e 57 minuti di rara bellezza il vincitore di 18 Slam, con il 90% di punti vinti con la prima, 46 vincenti e 9 gratuiti, raggiungeva Tomas Berdych in semifinale.
In questo mercoledì folle a Wimbledon sono caduti, infatti, sia Andy Murray che Novak Djokovic. Dei Big Four ne è rimasto soltanto uno e c’è una statistica che sintetizza al meglio questo 2017, l’anno della seconda giovinezza del re, ma soprattutto l'intera carriera di Roger Federer: sull’erba il fuoriclasse di Basilea ha vinto 162 partite, gli altri tre semifinalisti (Berdych, Querrey e Cilic) insieme 170. D’anticipo e d’incanto.
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