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Fognini spaventa Murray, ma alla fine passa lo scozzese

Simone Eterno

Aggiornato 07/07/2017 alle 22:23 GMT+2

Il ligure gioca un buon match e non riesce a sfruttare 5 set point nel 4° set, subendo la rimonta da 5-2 sopra. Passa dunque Murray agli ottavi di finale col punteggio di 6-2, 4-6, 6-1, 7-5. L'Italia resta senza più rappresentanti nel torneo.

Fabio Fognini - Wimbledon 2017

Credit Foto Getty Images

L’uscita è con l’amaro in bocca, con la sensazione che in quel quinto set, in fondo, ci saremmo davvero divertiti un po’ tutti. E invece Andy Murray è riuscito a girarla ancora una volta, in un giusto mix di bravura e fortuna – oltre che un paio di ingenuità altrui – che sono costate a Fognini la chance di portare aò 5° il numero 1 del mondo nonché campione in carica di questo torneo.
Alla vigilia del resto si sapeva: Andy Murray non era al meglio. E al tempo stesso, Fabio Fognini, nei primi due turni, aveva fatto vedere oltre che le consuete capacità balistiche conosciute, un buonissimo, anzi, lo si definisca pure ottimo, livello di concentrazione.
Ingredienti che avevano fatto sperare i più nazionalisti in una partita che poi, effettivamente, tale è stata. Combattuta, tirata, con pathos e buoni colpi. Un match deciso da un quarto set massima espressione della contesa tra i due, con Fognini a tratti in grado di scherzare il suo avversario con accelerazioni, cambi di ritmo, corte e lob; e con Murray però impeccabile nel far vedere come si giocano i punti chiave, come a questo livello, in determinati momenti, non si possa regalare più nulla.
Ha vinto la seconda di queste teorie, la filosofia più conservatrice e meno incline allo spettacolo. Un “catenaccio tennistico”, se così volessimo portare un paragone con cui da sempre sono accusati gli italiani nel calcio, che Murray applica benissimo nel tennis e che alla fine oggi ha pagato nuovamente i dividendi al padrone di casa.
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Great Britain’s Andy Murray celebrates during his third round match against Italy’s Fabio Fognini

Credit Foto Reuters

Murray, dopo aver vinto un primo set in cui Fognini è durato solo 4 game, si è però dovuto arrendere all’impennata del tennis di Fabio nel secondo. Un flow durato giusto fino a inizio terzo, quando con 5 game consecutivi dall’1-1 Murray infilava il 6-1 a fronte di un Fognini che, senza troppi giri di parole, la dava su per provare a giocarsi le sue chance nel quarto.
Idea di fondo poi messa in pratica alla grande da Fognini, che proprio lì ha fatto vedere le cose migliori. Di fronte alle improvvise accelerazioni di ritmo del ligure infatti Murray è spesso restato passivo, lasciando completamente a Fabio il ritmo della partita. Una trama che di fatto ha portato Fognini – e i suoi vincenti – fino al 5-2. Ma da lì, il numero 1 del mondo, ha iniziato tutt’altra partita. Un match fatto di zero regali, un paio di giocate fortunose, parecchie prime di servizio decisive e certo anche qualche ingenuità di Fabio. Fognini non è così riuscito a sfruttare: 2 set point sul 5-2 e servizio Murray; 2 set point consecutivi sul 5-3 e proprio servizio (uno di questi bruciato con una penalità per punto disturbato su una palla che non era out); un ultimo set point sul 5-4 e servizio Murray. A quel punto il match aveva già cambiato padrone, con Murray bravo a sfruttare – lui sì – la palla break dell’undicesimo game che lo portava a chiudere l’incontro e tirare un bel sospiro di sollievo dopo quasi 3 ore.
Ottavi di finale dunque per lo scozzese, ma applausi a Fabio Fognini. Che ci ha provato e senza dubbio ha regalato la partita emotivamente più intensa, fin qui, di questo torneo. Certo, poi, per vincere, servirebbe un passetto – e qualche prima tirata come si deve – in più. Ma questo è un vecchio discorso. E tirarlo fuori anche oggi, alla fine, sarebbe ingeneroso.
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