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Wimbledon 2022, Jannik Sinner batte Carlos Alcaraz e vola ai quarti di finale

Simone Eterno

Aggiornato 04/07/2022 alle 00:14 GMT+2

WIMBLEDON - Jannik Sinner gioca uno dei migliori match della carriera e regola Carlos Alcaraz in 4 set: 6-1 6-4 6-7 6-3. Sinner sfiderà ora uno tra Djokovic e van Rijthoven. Per Sinner è il terzo quarto di finale slam in carriera dopo quelli al Roland Garros 2020 e all'Australian Open 2022. Decisivi i nervi dell'altoatesino che non perde la calma nonostante i 2 match point non sfruttati nel 3° set

Jannik Sinner of Italy celebrates a point against Carlos Alcaraz of Spain during their Men's Singles Fourth Round match on day seven of The Championships Wimbledon 2022 at All England Lawn Tennis and Croquet Club on July 03, 2022 in London, England

Credit Foto Getty Images

dall'inviato a Wimbledon. Il tennis del futuro è in buone mani. Poche ore prima dell’epica battaglia tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, l’All England Club festeggiava i 100 anni di vita del campo centrale invitando alcuni dei più grandi protagonisti della racchetta. Da Rod Laver a Stan Smith, da Rafa Nadal a Novak Djokovic fino al più acclamato di tutti: Roger Federer. Non sappiamo se Sinner e Alcaraz nel futuro saranno degni di cotanti predecessori, ma di certo i due più giovani giocatori agli ottavi di finale qui a Wimbledon dal 1973 hanno reso omaggio a dovere a questo tempio del tennis. Tre ore e mezza di splendida battaglia, soprattutto da metà secondo set in poi. Quel che c’è da festeggiare, per i colori azzurri, è che a vincerla è stato Jannik Sinner.
Un'emozionante partita. E una sorta di upset. Perché tra bookmakers e sala stampa, alla viglia, non erano in molti a credere a Sinner. Troppo esaltante la stagione di Alcaraz; ma anche chiari i due precedenti, giocati a Bercy e al Challenger di Alicante. Seppur più giovane di due anni, Alcaraz aveva già dimostrato di poter battere Sinner. Non è stato così oggi.
Sinner ha trovato infatti una ricetta tanto semplice quanto efficace sull’erba di Wimbledon: servizio e risposta. E’ tutto lì il succo della questione con cui oggi Jannik è venuto a capo di un Alcaraz sornione in avvio, ma uscito poi alla distanza. E da questo punto di vista, ovvero quello della fulminante risposta odierna dell’altoatesino, un buon “allenamento” era stato al turno precedente John Isner. Sinner è infatti partito come un treno in questa partita con questo fondamentale, a cui ha unito un rendimento al servizio davvero impressionante. Nei primi due set, infatti, chiusi per 6-1 6-4, Sinner aveva concesso una sola palla break. Sfruttando invece, spesso, le chance a disposizione.
Che si potesse uscire però in maniera “così semplice” da questa partita, era una mezza utopia. E infatti... E infatti Alcaraz, da inizio terzo parziale in poi, è entrato di prepotenza del match, iniziando a mettere a posto il rendimento soprattutto del suo temibile dritto, a inizio partita invece davvero un po’ troppo altalenante. Da lì, ovviamente, è venuta fuori una battaglia. Una lotta in cui Sinner ha avuto l’enorme merito di non perdere mai la calma. Il momento chiave è stato infatti nel tie-break del secondo set, quando Jannik, dopo aver annullato 3 set point ad Alcaraz, non è riuscito a convertire due match point – uno con una risposta sparata in rete. Alcaraz, dopo una demi-volée straordinaria, chiudeva il conto per 10 punti a 8. Portando il match in un’altra dimensione; una decisamente più delicata. L’enorme merito di Sinner, forse quasi il principale ai fini del risultato finale, è stato quello di non perdere la calma a inizio quarto set, con l’inerzia a quel punto completamente cambiata. L’altoatesino si è messo in trincea, ha salvato palle break, ha sofferto... E ne è uscito vincitore. Si perché a trovare l’imperfezione è stato poi Alcaraz, che con un doppio fallo sulla palla break ha concesso a Sinner un vantaggio portato, con fatica, fino al traguardo finale.
Un traguardo che significa terzo quarto di finale slam in carriera sulla terza superficie diversa dopo quelli a RG 2020 e in Australia quest’anno. Un traguardo che significa con ogni probabilità di nuovo campo centrale. Un traguardo insperato, perché prima di questo Wimbledon Jannik non aveva mai vinto una partita sull’erba. Sintomi, tutti, di un talento enorme e dal potenziale quasi sconfinato. Gli stessi, comunque, anche dello sconfitto Alcaraz, due anni più giovane di Jannik e già impressionante anche lui su questa superficie. Insomma: buona la prima, tra i due, sul palcoscenico più importante. L’epica futura del Centrale di Wimbledon – e del tennis – è davvero in buone mani.
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