Fabio Fognini annuncia il ritiro dal tennis con effetto immediato: "Entrato in punta di piedi, esco a testa alta. Da oggi inizia il Fognini tifoso"
TENNIS, RITIRO FOGNINI - Fabio Fognini ha annunciato il ritiro ufficiale dall'attività con una conferenza stampa qui a Wimbledon: "E' il momento giusto, sono felice". E poi sulla carriera: "Forse qualcosa di diverso avrei potuto fare, specie con voi giornalisti". E infine la Top 3 delle sue partite: "Rafa a US Open 2015, Murray in Davis e quella dell'altro giorno con Alcaraz".
Fabio Fognini nell'ultima conferenza stampa della sua carriera a Wimbledon 2025
Credit Foto Eurosport
dall'inviato a Wimbledon. Un emozionato Fabio Fognini ha annunciato il ritiro con effetto immediato dall'attività agonistica. L'ha fatto una settimana dopo la partita con Carlos Alcaraz che l'aveva segnato molto dal punto di vista emozionale. Fognini aveva affermato di volersi prendere qualche giorno per riflettere. Ed eccolo poco più di una settimana dopo, a Wimbledon, nell'annunciare alla stampa il ritiro. Riportiamo in versione integrale le risposte date in italiano della conferenza stampa. Partendo da quella risposta iniziale al "per me sei stato uno dei giocatori più divertenti" a cui in pieno stile Fogna ha risposto "Adesso che mi ritiro me lo dite, stro**i".
Se se ne va avendo la sensazione di aver dato tutto, o se invece avrebbe fatto qualcosa di diverso?
"Partiamo da voi (giornalisti n.d.r.). Una piccola parte di questo percorso, di quello che ho fatto e anche del rapporto con voi, potessi tornare indietro lo farei diverso. Devo essere sincero. A oggi, mi ha giocato contro. Potevo fare di più, ma anche grazie a voi (giornalisti n.d.r.). In quella barriera che c'è stata e che a volte ho creato io solo per difendere la mia sensibilità. A 38 anni però vedo le cose in maniera più chiara. E qualche piccola recriminazione ce l'ho, l'ho creata. Poi voi sicuramente avete qualche colpa. Sì, qualcosa di diverso di poteva fare".
Su come è arrivato alla scelta
"È stata una settimana dove ho fatto fatica. Avevo la testa occupata in altro. Flavia non c'era e ho dovuto fare il papà a tempo pieno, non sono riuscito a sedermi con quel bicchiere di vino che avevo detto lunedì scorso. Solo nel weekend ci sono riuscito, a Milano, a casa da solo. Non è semplice, perché ho fatto questo lavoro per vent'anni e perché non so fare altro. Non potevo chiedere però un'uscita migliore. Stavo competendo male, non c'erano risultati e c'erano infortuni. Penso che ci vogliono anche i cosiddetti attributi per dire basta. Non volevo arrivare a dire basta quando il mio corpo non ne poteva più, ma ero ormai su questa via. Nell'ultima partita con Alcaraz sono riuscito ad andare oltre, spinto solo dalla voglia di competere e lottare su ogni palla. E poi si è creata questa bellissima con cornice. È stata una 'sconfitta-vittoria', qualcosa che non avevo mai vissuto così intensamente. È stata bella soprattutto la fine. Carlos come ha salutato il pubblico, la maniera in cui sono uscito dal Centrale, la maniera in cui sono arrivato negli spogliatoi: si sono fermati tutti, sono venuti tutti ad applaudirmi. Sono cose che valgono più di una partita. In questo campo qua, davanti alla mia famiglia: vale più di qualsiasi torneo vinto".
sulla top 3 delle migliori partite. 3. Alcaraz qui, 2. Contro Murray a Napoli in Coppa Davis, 1. Nadal allo US Open da 2 set sotto. Che ne pensa?
"Posso essere d'accordo, sicuramente queste qua sono nelle Top 3".
Su cosa farà adesso
"Sicuramente il cuoco non potrò farlo perché so solo cucinare pasta al pesto. Sono qui oggi per lavoro. Sono venuto qui per annunciare questa cosa e successivamente per seguire Flavio, che è della nostra agenzia e quindi fa già fa già parte di questo piccolo piacere-lavoro. È difficile dire che cosa farò. Voglio godermi l'estate. Con la famiglia. Perché è quello che in questo momento qua più desidero. E poi quello che verrà, verrà. Sono felice, ho vissuto dei momenti indescrivibili. Il tennis mi ha dato tanto, tutto. E' bello uscire in questa maniera. Adesso un pochettino di emozioni stanno uscendo. Però penso che sia così, sono sempre stato quel ragazzo ribelle molto sensibile che cercava di mettercela tutta sotto tutti i punti di vista. Penso, credo, voglio, spero di essere ricordato per questo. Non sicuramente per qualche racchetta rotta, quella fa parte del gioco".
Su quale consiglio darebbe a un ragazzo di 14 anni che vorrebbe fare il tennista
"Ma io penso che come in tutte le cose ci voglia tanta dedizione, tanto sacrificio, perché senza quello non si può fare. Poi sembrerà strano che esca dalla mia bocca questa parola, tanta pazienza. Perché arrivare a essere professionisti in qualsiasi sport non è facile. Tutt'altro che facile. Devi avere tanta voglia e tanta dedizione. Io ad esempio devo ringraziare chi fin da subito ha creduto in me. Tutti i maestri che mi hanno preso da piccolino. E m'hanno portato dove sono oggi, c'è tanto merito anche loro. Sono sempre stato uno che diceva le cose come stavano. Molte volte ho sbagliato. Ma è parte del percorso. E il percorso è lungo, molto lungo. Sono state più le salite che le discese. Alla mia epoca fare seconda settimana Slam era molto complicato, ma ci sono riuscito. Non sono riuscito mai a fare il grande risultato in uno Slam, che era l'obiettivo. A volte ce la fai, a volte no. Oggi sono qui ed è punto a capo. Comincia una nuova vita tennistica fuori dal campo. Chi vorrà sono disposto a dire loro come stanno. Le cose da Fabio Fognini. E poi starà a loro vedere se vorranno ascoltare le cose brutte. Perché credo molto nella frase che dice 'gli amici più stretti sono quelli che ti dicono le cose in faccia'. A volte ci si scontra, ma con le cose in faccia si esce sempre più forti. E questo lo devo a mio papà, che è molto diretto, senza peli sulla lingua. Da oggi inizia il Fabio Fognini tifoso sul campo Centrale".
Su qual è stata la cosa di cui è più orgoglioso, e il momento in cui si è sentito peggio
"È stata una bellissima corsa, devo essere sincero. Vent'anni dentro in questo circuito. Ho avuto la la fortuna di giocare coi giocatori più forti della storia. E di rigiocare coi due futuri giocatori più forti della 'seconda storia'. Di andarme con la partita che ho giocato, una partita che nemmeno io mi aspettavo di poter ancora fare. E' stato tutto bello. Mi mancherà un pochino la competizione, essendo io molto competitivo. Mi mancherà un po' meno la routine. Sono entrato in punta di piedi ed esco a testa alta, con una sconfitta-vittoria che per quel Fabio Fognini ragazzino che lo vede dai campi di Arma di Taggia... Ad arrivare a giocare contro il più forte in questo momento, con quella partita, sul miglior campo della storia, è una cosa bellissima".
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Video credit: Eurosport
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