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Ferrari 499P e il trionfo nella Le Mans n°100, dal rientro allo scacco alla Toyota in 11 mesi: segreti e uomini chiave

Stefano Dolci

Pubblicato 12/06/2023 alle 18:51 GMT+2

WEC - Il 6 luglio 2022 Pier Guidi portava in pista per il primo test a Fiorano la nuova 499P, la Hypercar con cui Ferrari sanciva il proprio ritorno nel mondiale WEC e nella 24 Ore di Le Mans, dopo 50 anni d'assenza. 11 mesi dopo il Cavallino Rampante ha vinto la propria scommessa sovvertendo i pronostici, dominando la mitica gara e riscrivendo la storia. Ecco gli uomini dietro questo trionfo.

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"Le auto da corsa non sono né belle né brutte. Diventano belle quando vincono”. La Ferrari 499P è certamente una macchina che ruberebbe l'occhio e rapirebbe il cuore di Enzo Ferrari: il padre fondatore del Cavallino Rampante, che con una delle sue tante frasi celebri, demarcava in questi termini i tratti peculiari della vettura ideale. La Hypercar di Maranello ha impiegato appena 11 mesi dal debutto in pista per riscrivere la storia e vincere – 50 anni dopo la sua ultima apparizione e ben 58 dopo l’ultimo acuto – la 24 Ore di Le Mans del centenario. Un successo pazzesco e per certi impronosticabile alla vigilia e che premia il lavoro di piloti, ingegneri, meccanici che hanno realizzato qualcosa che rimarrà indelebilmente scolpita nella storia della Rossa. Ma come è stato possibile questo exploit e chi ha costruito e permesso ai tre piloti dell’equipaggio #51 (Alessandro Pier Guidi-James Calado-Antonio Giovinazzi) di mettere le mani sulla Le Mans n°100? Insieme a Marco Petrini, una delle apprezzate e competenti voci del Mondiale WEC di Eurosport, andiamo a scoprire nel dettaglio i segreti e le tappe chiave di questo exploit per molti impronosticabile alla vigilia.
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Da Antonello Coletta a Ferdinando Cannizzo, i padri della 499P e gli step di un progetto vincente

"Dietro all’exploit della 499P - esordisce Petrini - c’è il lavoro e la vision di due professionisti ben radicati nel Cavallino come Antonello Coletta, responsabile corse GT della Ferrari e di tutto quello che esula dalla Formula 1, e Ferdinando Cannizzo, direttore tecnico e autentico papà di questa Ferrari 499P. Al fianco di questi due padri putativi c’è AF Corse, il team di Amato Ferrari che da tanti anni gestisce il programma GT del marchio del Cavallino e che ha dimostrato di avere le competenze, il know how e l’arguzia di essere all’altezza di una sfida tanto suggestiva quanto per nulla banale: battagliare da subito per il primo posto nella categoria Hypercar con Toyota e gli altri marchi presenti nella classe regina del WEC. Il primo shakedown ufficiale della 499P sul circuito di Fiorano è avvenuto il 6 luglio 2022 con Alessandro Pier Guidi a cui è seguita una lunghissima fase di test che è stata alla base di questo exploit e dei risultati maturati da Sebring a Le Mans”.
A differenza di quanto avviene nella F1, nel WEC non ci sono limitazioni per i test e Ferrari ha sfruttato questo vantaggio in maniera egregia macinando migliaia di km in pista facendo svariate simulazioni della 24 Ore e questo lavoro ha pagato in termini di affidabilità visto che a Le Mans entrambi gli equipaggi non sono stati frenati da inconvenienti tecnici e la vettura gemella #50 (che scattava dalla pole position e nelle prime fase di gara ha sognato il colpaccio) è stata rallentata solo dalla rottura del radiatore a causa di un sasso. “Questa resilienza – prosegue Petrini - non era affatto scontata ed è stata la chiave fondamentale dell’exploit della Rossa di Maranello nell’iconica gara sul circuito de la Sarthe”.
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Dal concept della 499P al Balance of Performance, le altre sfacettature del trionfo

Venendo più nel dettaglio sulla bontà e le prerogative di questa vettura, Petrini parte da un assunto non banale: “La Ferrari 499P è una LMH al pari di Toyota, Peugeot e Glickenhaus (che si differenzia dalle altre tre perché non ha la parte ibrida progettata internamente) ed è normale che vada più forte rispetto alle LMDh, che come concept sono più delle stock car. L’idea di massima alla base della realizzazione della 499P è simile a quella di Toyota dato che entrambe hanno un motore elettrico all’anteriore e un motore termico al posteriore in più essendo LMH ha potuto scegliere di mettere in campo la propria tecnologia come preferiva senza dover sottostare alla scelta di pacchetti preesistenti. La base del motore ad esempio è quello della 296 opportunamente modificato e liberato dalle briglie del mondo GT. Questa ottima base insieme a tutto il bagaglio d’esperienza maturata nelle competizioni con le vetture GT e l’introduzione di alcune tecnologie innovative, come ad esempio la geometria delle sospensioni “push-rod”, hanno permesso alla 499P di essere sin dall’esordio a Sebring estremamente veloce sul giro secco”.
Nel WEC però a differenza della Formula 1, un aspetto per nulla secondario è quello determinato dal Balance of Performance (BoP), delle restrizioni che vengono date alle vetture in termini di peso, di energia utilizzabile per stint, di gestione del turbo ed altri aspetti e che servo per bilanciare le prestazioni delle variabili in gara. Questa variabile inevitabilmente può incidere e fare in modo che il pacchetto migliore non necessariamente vinca se viene limitato dall’organizzatore in maniera eccessiva. "Rispetto alla situazione delle prime tre gare stagionali, il nuovo BoP introdotto prima della Le Mans ha aggiunto 37 kg alla Toyota, 13 in più rispetto alla Ferrari: questa differenza ha inciso soprattutto al via quando Toyota ha avuto un degrado anomalo con le gomme soft che nemmeno i giapponesi si attendevano... Per cui è difficile dire con certezza quale sia la macchina migliore fra Ferrari e Toyota in senso assoluto, possiamo dire qual è l’auto migliore con questo BoP e al momento la 499P, su questa pista, è senza dubbio la vettura più competitiva sia in termini di velocità sul giro che in termini di tenuta gara come si evince anche dal rendimento ottenuto con le gomme medie”.

Da Pier Guidi alla rivincita di Giovinazzi, anche i piloti sono una scommessa vinta

Grande macchina ma anche piloti all’altezza e capaci di distinguersi alla grande in ogni stint. Se nelle prime tre gare a rubare gli occhi era stato Antonio Fuoco, strabiliante sul giro secco e molto solido insieme ai compagni Molina e Nielsen a Sebring e Portimao, a Le Mans a guadagnarsi un weekend leggendario sono stati Alessandro Pier Guidi, James Calado e Antonio Giovinazzi. Se per l’ex pilota pugliese dell’Alfa Romeo in F1 questo acuto rappresenta il riscatto dopo annate cariche di delusioni e rospi amari, per Calado e Pier Guidi – già tricampioni del mondo con la Ferrari 488GTE - alla prima esperienza su una Hypercar questo successo rappresenta il coronomento di una carriera. “Premesso che parliamo di piloti ufficiali – sottolinea Petrini – la scelta di privilegiare i piloti GT l’ho trovata giusta poiché se uno va forte con la GTE può esserlo altrettando anche con le Hypercar. In fondo cambia solo un po’ il fatto che trattandosi di una vettura ibrida ci deve essere un attenzione al controllo dell’energia utilizzabile durante il proprio stint e al cosiddetto ‘costing’, ossia l’alzare l’accelleratore prima di iniziare la frenata per consumare meno energia. Queste finezze le hanno imparate con le ore e ore di test e simulatore che gli hanno permesso di conoscere a menadito pregi e difetti dell’auto e non farsi trovare impreparati in ogni situazione di gara”.
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Rincorsa mondiale? Perché no...

Siccome l’appetito vien mangiando, ora dopo questo trionfo nella Le Mans del centenario: la domanda che tutti si fanno è se la Ferrari può puntare anche al bersaglio grosso e strappare a Toyota il Mondiale WEC. In merito a questa suggestione Petrini è chiaro: “Con 25 punti da recuperare e 75 a disposizione, crederci è doveroso. Come accennato dipenderà tanto dal Balance of Performance. Con la situazione che c’era fino a Spa o Portimao magari la Ferrari non sarebbe stata in grado di giocarsi la vittoria ma non è con i se e con i ma che si fa la storia... Di sicuro la Ferrari è affidabile, la performance c’è, la 499P ha convinto in una 24 Ore e dunque nei prossimi tre round – sulle 8 e 6 Ore - può certamente ambire a ripetersi. Se il BoP resterà questo, direi che il pronostico si è ribaltato ed ora è la Ferrari ad essere la favorita e la Toyota che deve inseguire”.
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