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Da Furlani e Fabbri a Iapichino, sorprese e certezze: cosa ci hanno lasciato i Mondiali Indoor 2024 di atletica

Davide Bighiani

Pubblicato 04/03/2024 alle 12:27 GMT+1

MONDIALI - E' mancato lo squillo d'oro, ma i due argenti con Lorenzo Simonelli (60 ostacoli) e Mattia Furlani (salto in lungo), due bronzi con Leonardo Fabbri (getto del peso) e Zaynab Dosso (60 metri) fanno ben sperare in ottica Europei di Roma (7-12 giugno 2024) e soprattutto Olimpiadi di Parigi (26 luglio-11 agosto 2024). Cosa abbiamo imparato da questi Mondiali.

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Sì, lo possiamo dire: l'Italia ha brillato ai Mondiali Indoor 2024 di atletica leggera andati in scena in quel di Glasgow: la nostra spedizione ha raccolto ben quattro medaglie eguagliando il risultato raggiunto nel 1991, che ci sono valse il terzo posto nella classifica a punti (50), migliorando la quarta posizione del 1989 (39). E' mancato lo squillo d'oro, ma i due argenti con Lorenzo Simonelli (60 ostacoli) e Mattia Furlani (salto in lungo), due bronzi con Leonardo Fabbri (getto del peso) e Zaynab Dosso (60 metri) fanno ben sperare in ottica Europei di Roma (7-12 giugno 2024) e soprattutto Olimpiadi di Parigi (26 luglio-11 agosto 2024).
Avevo chiesto una verifica e verifica c’è stata. Il messaggio che parte da questa Nazionale è dirompente e non riguarda soltanto l’atletica. Questi giovani sanno di poter cambiare le cose attraverso il loro talento. Fabbri capitano perfetto, Furlani arriva da Marte, Simonelli con sana sfrontatezza davanti a Mr. Imbattuto, Dosso ‘storica’, e per una volta spendo questa parola che non uso spesso: bisogna tornare indietro a Giuseppina Leone, agli anni ’60. Cos’è cambiato? Adesso le lacrime sono di rabbia per un oro mancato, semmai. Non per cercare scuse" (Antonio La Torre, DT Italia)

Gli squilli positivi: Simonelli, Furlani, Fabbri e Dosso

Lorenzo Simonelli è forse la nota più lieta di questa rassegna: l'ostacolista azzurro classe 2002 ha messo a segno uno splendido secondo posto nei 60 metri ostacoli, la ciliegina sulla torta di una stagione iniziata con il piglio giusto. Un eccellente 7"43 alle spalle dello statunitense Grant Holloway (7"29) il suo, andato a migliorare di tre centesimi il già suo primato nazionale. "Una medaglia assurda", come da lui stesso commentato e un'esultanza - quella alla "One Piece" - che ha già fatto il giro del mondo.
Mattia Furlani si conferma uno degli atleti più in crescita del momento: lo "Spider Man italiano" del salto in lungo è salito sul secondo gradino del podio, più giovane di sempre a riuscirci in questa specialità ai Mondiali indoor. E lo ha fatto con la stessa misura di Miltiadis Tentoglou, campione Olimpico, mondiale ed europeo in carica, che poi ha vinto per la seconda misura migliore. Figlio d'arte - papà Marcello Furlani (altista da 2.27 m nel 1985) e mamma Khaty Seck (velocista di origini senegalesi), ha iniziato questo 2024 battendo il record italiano e mondiale Under 20 indoor con 8.34 e ora non si vuole fermare più...
Non c'erano bisono di conferme invece per Leonardo Fabbri, che si conferma nel gotha del peso mondiale. Il suo 21.96 vale un bronzo storico per l'Italia, che mai prima d'ora era riuscita a salire sul podio ai Mondiali Indoor. Al massimo c’erano stati i due quinti posti ottenuti da Paolo Dal Soglio, l’allenatore di Fabbri e Weir, nel 1993 a Toronto e nel 2001 a Lisbona. Nonostante non abbia potuto lanciare con i suoi pesi (ritenuti irregolari), Leonardo è riuscito a concentrarsi e a piazzare un grande lancio. "Volevo regalare una soddisfazione a tutti gli italiani che ci stanno guardando, li voglio far appassionare al getto del peso perché per troppo tempo è stato lontano dalle luci". Missione riuscita.
Di storia si può parlare anche quando si menziona Zaynab Dosso: prima italiana della storia dell’atletica a entrare in una finale di un campionato del mondo di velocità e poi prima italiana a vincere una medaglia nei 60 metri piani. "Quando è arrivata al campo di Rubiera aveva 12 anni, non aveva mai visto un blocco di partenza e non sapeva come fare. Quando l’ho vista aggredire la pista e fare cose che neanche i ragazzi facevano, beh ho pensato che avrebbe fatto tanta strada", ha raccontato la sua prima allenatrice, Loredana Riccardi. Da allora "Za" di strada ne ha fatta eccome: e pensare che per 40 metri ha corso fianco a fianco con Swoboda e Alfred...
"Ci portiamo a casa una Nazionale straordinariamente compatta, giovane, vincente. Qualcosa è cambiato nella testa, anche i più giovani ne stanno prendendo coscienza. A molto è servito Tokyo perché ha fatto capire a tutti che si poteva osare, ma soprattutto che non si dovevano trovare più scuse. Dimostra quanto sia aumentato il numero di azzurri di fascia alta. L’avevamo già visto con la vittoria della Coppa Europa e con i finalisti in aumento a Tokyo, Eugene e Budapest. Quando a questa base già molto forte aggiungi fenomeni come Furlani, Simonelli, Dosso, la crescita è inevitabile. Credo che adesso l’atletica sia il traino dello sport italiano, come impatto mediatico e di risultati" (Stefano Mei, Presidente Fidal)

Piazzamenti da sottolineare

Abbiamo parlato dei podi ma in ottica futura anche altri risultati appena sotto il terzo posto vanno senz'altro sottolineati: possono infatti far sperare i quarti posti di Zane Weir (getto del peso), Catalin Tecuceanu (800 metri) e Sveva Gerevini (pentathlon), ma anche la quinta piazza di Emmanuel Ihemeje (salto triplo), la settima posizione di Pietro Arese (3000 metri) e l'ottavo posto di Chituru Ali (60 metri).

Qualche delusione

Una rassegna segnata da tante sorprese in positivo, ma anche qualche piccola delusione, che solo il tempo può lenire: è certamente il caso di Larissa Iapichino, che quest'anno aveva saltato anche 6.80 e invece si è ritrovata a lottare con l'asse di battuta e a lasciare tanti centimetri per strada. Si andava a medaglia con 6.78, lei si è fermata a -10 cm da quella misura, prima di chiudere al settimo posto con i crampi. "Sicuramente non sono contenta, io sono una persona che lotta, ho sentito queste tensioni ma ho provato a fare il miracolo. Ho provato a non pensarci, a prendere sali, ma ormai il danno era fatto. Potevano venire in un altro momento". Samuele Ceccarelli è ancora lontano a quello dell'anno scorso: un errore in partenza gli pregiudica la gara fin dalle prime battute, poi non riesce a raddrizzarla e vede sfumare la semifinale, può e deve migliorare. "Sono così arrabbiato che mi viene quasi da piangere. Stavo bene, mi sono preparato per questa gara, ma mi è scivolata la mano dal blocco al via". Ayomide Folorunso non sorride: i 400 non erano la sua gara (lei è ostacolista), ma lei stessa pretendeva di più da se stessa ("Bello essere capitana, mi sento in dovere di fare sempre il meglio"). Ludovica Cavalli è stata autrice di una gara anonima: l'allieva di Stefano Baldini ha concluso al 13° posto la finale dei 3000 metri con il tempo di 8:48.46, non riuscendo mai ad alzare il ritmo della propria azione. Si può fare di più.

E ora? Si punta a Roma 2024

Le verifiche del caso ci sono state: ora il mondo dell'atletica si proietta già a Roma 2024. Gli Europei di giugno saranno un trampolino di lanci diretto per proiettarsi poi al grande evento di luglio-agosto, le tanto attese Olimpiadi di Parigi. "I prossimi eventi? Gli Europei di Roma potranno essere un buon banco di prova per stemperare le tensioni che avranno i giovani - dice Stefano Mei - Gareggiare in casa, con lo stadio che tifa a favore, darà una bella sensazione e sarà importante per l’esperienza olimpica. Possiamo far bene sia nella rassegna continentale che nelle Olimpiadi di Parigi".
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Rigali, Patta, Jacobs e Tortu sono d'argento: rivivi la gioia del podio

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