Olimpiadi Atletica Jacobs, Tortu, Desalu e Patta: i quattro moschettieri d'oro della staffetta 4x100, macchina perfetta
Aggiornato 06/08/2021 alle 22:01 GMT+2
TOKYO 2020 - Lorenzo Patta, Filippo Tortu, Fausto Eseosa Desalu e Lamont Marcell Jacobs sono i quattro moschettieri capaci di regalare all’atletica il quinto oro. Sinergia perfetta, determinazione fuori dal comune i segreti dietro la stratosferica medaglia d'oro ai Giochi Olimpici.
Si chiamano Lorenzo Patta, Filippo Tortu, Fausto Eseosa Desalu e Lamont Marcell Jacobs e sono i tre moschettieri – cui si addiziona il D’Artagnan 2.0 ça va sans dire – capaci di regalare all’atletica azzurra il quinto oro, il decimo complessivo per una spedizione per cui ormai abbiamo stracciato lo Zanichelli finendo abbondantemente gli aggettivi. L’ultima impresa in ordine di tempo, non meno titanica delle altre, merita in ogni caso essere raccontata per filo e per segno: sarà pur uno sporco lavoro ma noi ci prestiamo volentieri come indegni epigoni di Sua Maestà Alexandre Dumas.
Marcell l’MVP
Senza “se” e senza “ma”: il miglior velocista sul pianeta Terra al momento in cui scriviamo Signori, con buona pace della nutrita schiera di detrattori oltreconfine. Aggiungiamo, anzi, estendiamo: il miglior velocista del 2021, frutto di un percorso partito da lontano – un estenuante lavoro fisico e mentale, da marine, proprio come papà Lamont Marcel sr – con un titolo europeo indoor dei 60 metri conquistato asfaltando la concorrenza in tempi non sospetti. Marcell come D’Artagnan, protagonista assoluto dell’avvincente romanzo di Tokyo 2020. Di quelli dal lieto fine, anzi, lietissimo.
Pippo Tortu, la redenzione
Sapevamo che Tokyo avrebbe rappresentato un punto di (ri)partenza per il velocista brianzolo capace in passato di abbattere il muro dei 10 secondi, già a partire da quel 10’’10 stampato di pura tigna nelle batterie dell’individuale. L’ultima frazione di Filippo in finale è la vera cartolina della memorabile vittoria azzurra e al contempo il capolavoro di una carriera che noi tutti ci auguriamo possa vivere tanti altri entusiasmanti capitoli. Noi, nel nostro piccolo, la riguarderemo in loop per molto tempo, senza mai stancarci. Soprattutto del commento dei nostri amati colleghi inglesi: It is gonna be gold for Great Britain? No, it’s Italy!
Fausto Desalu, la conferma
Nel 2018 il classe 1994 di Casalmaggiore di origine nigeriana aveva consumato lo strappo con il suo allenatore: sentiva di valere più della considerazione di cui godeva, vedeva le sue ali tarpate. Il tempo gli ha dato ragione: dopo l’incredibile 20’’13 agli Europei dello stesso anno – secondo italiano dopo Mennea sulla distanza – per Fausto Eseosa è cominciato un percorso a braccetto con Sebastian Bacchieri, prima preparatore atletico poi allenatore. Un salto nel vuoto che ha pagato fruttando i primi dividendi a Tokyo: semifinale così così, comunque semifinale olimpica, curva pressoché perfetta nella terza frazione della staffetta d’oro. Niente Fear of The Dark per Fausto, che da fanatico di musica metal siamo sicuri apprezzerà la citazione.
Lorenzo, la mascotte
Ultimo ma non per ordine di importanza – e contestualmente primo a partire nella 4x100 – è Lorenzo Patta da Oristano, classe 2000, orgoglio di Sardegna. Forse non tutti sanno che nel giorno in cui Marcell Jacobs stampò l’allora record italiano a 9’’95 questo giovane di belle speranze, calciatore prestato all’atletica, vinceva il meeting di Savona con ragguardevole 10’’13. Specialista nelle partenze brucianti, Lorenzo è il perfetto testimonial della staffetta azzurra che vola in paradiso, nei solchi di una tradizione cristallina che nel corso degli anni ci ha permesso di lottare fianco a fianco con squadroni apparentemente “ingiocabili”. Ora siamo noi a far festa, grazie a una sinergia perfetta e a una straordinaria determinazione incarnata perfettamente dalle parole di Marcell Jacobs ai nostri microfoni:
Prima di entrare in pista ci siamo guardati negli occhi e ci siamo ripromessi di non fare nessun saluto, ma di vincere e basta!
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