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Eurolega: attacco spuntato per Milano, la Virtus Bologna si impone con fisicità (e Teodosic)

Davide Fumagalli

Aggiornato 17/11/2022 alle 22:52 GMT+1

EUROLEGA - Il derby italiano tra Milano e Virtus Bologna si chiude con un non entusiasmante 64-59 per la Segafredo. L'Olimpia paga le assenze e un attacco totalmente sfiduciato dopo l'ottimo avvio; dall'altra parte la Segafredo sfrutta la maggior fisicità, rotazioni più ampie e un Milos Teodosic ancora una volta decisivo.

Milos Teodosic nel derby d'Eurolega fra Milano e Virtus Bologna (focus)

Credit Foto Getty Images

Il primo derby italiano in Eurolega a 17 anni dall'ultima volta, e a ben 25 dall'unico altro confronto fra Milano e Virtus Bologna in Eurolega, non regala particolare spettacolo, delude le attese di chi si aspetta alto ritmo, elevato punteggio e giocate da highlights, e ne viene fuori una battaglia di nervi in cui la maggior brillantezza e il talento di un paio di singoli (Teodosic e Shengelia) permette alla Segafredo di imporsi 64-59 sull'EA7 Emporio Armani al Forum nel Round 7.
Un match in cui le squadre alternano lampi e fiammate a lunghi periodi fatti di errori, palle perse e pessime scelte di tiro, e leggendo il box score finale si vede un'incredibile parità: 58% dal campo per entrambe e 41% ai tiri liberi (pessimo) per entrambe. La differenza? A parità di canestri da due (15 per le due squadre), la Virtus segna quattro triple in più (9 su 24 contro 5 su 20) e va aldilà della produzione "doppia" dell'Olimpia in lunetta (14 su 24 contro 7 su 12).

Milano, attacco spuntato e poca fiducia

Che il momento dell'Olimpia non sia facile lo dice il record, con tre sconfitte di fila in Europa, le ultime due al Forum contro Real Madrid e appunto Virtus Bologna. Come ha sottolineato coach Ettore Messina, se in casa fai meno di 60 punti non puoi vincere e così è stato: dopo i 56 punti di Barcellona, i 59 contro Bologna sono il secondo dato più basso della stagione ed è arrivata un'altra sconfitta.
Le assenze di Shields, Baron e Datome, 29 punti di media in tre in Eurolega, sono certamente importanti per spiegare la débacle, ma non un vero e proprio alibi, considerato che Milano ha chiuso il primo quarto avanti nettamente 23-12 e dava l'idea di essere la favorita per la vittoria, prima di faticare e "battere in testa" per i successivi 30 minuti (10 su 14 al tiro senza tentativi in lunetta nei primi 10', 10 su 35 al tiro con 14 su 24 ai liberi nei restanti 30').
Dopo il primo quarto l'Olimpia è andata in tilt, ha smesso inspiegabilmente di attaccare con aggressività e lucidità, ed è andata a sbattare contro il muro della Segafredo. Quello che emerge, sottolineato anche da Messina, è che la squadra ha giocato senza fiducia, con un "senso di tragedia" di cui è difficile capire il motivo. In una partita del genere forse ci si aspettava di più dai leader come Melli e Hines, che Pangos prendesse per mano i compagni e invece gli unici a provarci davvero sono stati Davies e Mitrou-Long. E qui, non si può fare a meno di pensare a Sergio Rodriguez, uno che queste gare sapeva come "incendiarle" con le sue giocate: al momento Milano non ha un giocatore di questo carisma, in grado anche solo con un paio di numeri di coinvolgere emotivamente la squadra e il pubblico.

Virtus: pazienza, fisicità e Teodosic

La Segafredo continua a comportarsi come un "animale strano" in Eurolega: perde malamente in casa con l'Asvel e spreca una grande chance a Kaunas con lo Zalgiris, e poi vince in trasferta contro Real Madrid e Milano con prestazioni di inattesa maturità. La bravura di Sergio Scariolo e del suo staff è quella di difendere scelte ed equilibrio e non far sì che le emozioni e il nervosismo possano prendere il sopravvento: dopo il -11 di un primo quarto complicato, soprattutto nella seconda metà, la Virtus cambia marcia difensivamente, aumenta la fisicità con l'ingresso di Pajola (non è un caso) e Cordinier, e soprattutto ci pensano i fuoriclasse Teodosic e Shengelia a dare il là al rilancio bianconero (41-18 nei due periodi centrali, ndr).
Il georgiano è in continua crescita dopo l'infortunio al braccio che ne ha posticipato l'inizio di stagione, i 12 punti realizzati confermano quanto sia indispensabile in attacco in partite dove c'è poca fluidità offensiva, e poi c'è la difesa, dove resta uno dei migliori di tutta l'Eurolega, soprattutto se affiancato ad una "front-line" che conta Jaiteh, Mickey e Bako. La combo con Mickey appare sulla carta la migliore perchè entrambi possono allargare il campo in attacco col tiro da tre punti, e in difesa cambiare contro su qualsiasi blocco e contemporaneamente proteggere il ferro.
Detto di Pajola, anche Hackett è stato fondamentale nel mettere grande pressione su Pangos e Mitrou-Long, Lundberg ha risposto presente quando c'è stato bisogno, ma a spiccare è stato Milos Teodosic. Più ancora di Madrid, dove sigillò la vittoria con un jumper e due tiri liberi, al Forum il Mago di Valjevo si è presentato con lo smoking, come per le serate di gala: le ultime volte ad Assago erano state amare tra campionato e playoff, in Eurolega è stato semplicemente letale. Scariolo ne ha lodato la voglia di sacrificarsi in difesa, però è l'attacco dove ha fatto la differenza, semplicemente letale: 18' sul parquet, 7 tiri complessivi e 5 triple a segno per 15 punti, con anche 4 assist e +11 di plus-minus, secondo solo al +13 di Mickey. Da sottolineare il peso di quei canestri: tripla per il primo vantaggio Virtus dopo la rimonta sul 26-25, tripla allo scadere del primo tempo il 39-35 dell'intervallo, tripla per il +13 a inizio quarto quarto, e tripla che chiude i giochi per il +9 a 31" dalla fine. Semplicemente chirurgico. Ora la domanda d'obbligo è: che Virtus vedremo la prossima settimana al PalaDozza contro Valencia?
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