Europei femminili: Italia-Rep. Ceca 58-61, report e tabellino: Azzurre beffate in volata all'esordio

Il +14 di metà terzo quarto si trasforma da grande speranza in dolorosissimo miraggio. Dopo aver pregustato una vittoria creatrice di fiducia all'esordio, l'Italia si ritrova a fare tristemente i conti se stessa. E con una sconfitta che rischia di danneggiare in maniera terribile il percorso agli Europei. Domani (venerdì 16 giugno) le Azzurre saranno di nuovo in campo contro le padrone di casa di Israele. E non saranno concessi più errori.

La squadra di coach Lino Lardo affoga nelle difficoltà offensive di un quarto d'ora finale terribilmente asfittico (soltanto 12 punti in 15'), innescate dal passaggio a zona con cui la Repubblica Ceca cerca l'arma della disperazione per frenare la violenta scivolata sofferta in avvio di ripresa. La difesa, grande protagonista nel break di 13-0 con cui l'Italia sembra impossessarsi della partita balzando sul 46-32, diventa terreno di battaglia per le nostre avversarie. Più dure e fisiche. E per nulla intimorite dal parzialone stordente. Tante le palle perse (18), bassissime le percentuali dall'arco (6/25, 24%), difficoltose le operazioni in avvicinamento a canestro (46% da due), dove le Azzurre faticano nel traffico.

L'Italia muore sulla tripla della disperazione sbagliata da Cecilia Zandalasini a 2" dalla sirena. Ma in realtà soffoca in una lunga agonia. Perché si ritrova per tanti, troppi minuti eccessivamente dipendente dalla sua superstar e dalle accelerazioni di Matilde Villa, già in grado di ribaltare le gerarchie al suo esordio assoluto agli Europei. Zanda è il soggetto su cui si concentrano le intere attenzioni difensive avversarie. Legge le situazioni con grande intelligenza (8 assist serviti), ma latita la sua classica produzione offensiva (10 punti con 5/15 dal campo). Villa corre, accelera, spezza la prima linea difensiva zigzagando con qualità di ball-handling assoluta. Ma non ha ancora, com'è logico che sia, quel plus di esperienza e malizia che può trasformare le sue giocate in colpi decisivi e vincenti.

Manca qualcosa dal front-court, ottimo per tre quarti abbondanti, poi perfettamente sigillato dalla difesa ceca. Jasmine Keys (10+3 rimbalzi) e Olbis Andrè (10+8) scompaiono nel finale. Manca qualcosa anche sul perimetro. Dove le triple di Francesca Pan (6 punti con 2/6 dall'arco) e Laura Spreafico (9 con 3/7) si spengono sul ferro nei momenti più importanti. Manca un supporto più solido dalla panchina, dove emergono l'inesperienza di Mariella Santucci, le strane difficoltà nella finalizzazione del gioco di Martina Fassina e l'impatto altrettanto scarno di Lorela Cubaj e Martina Bestagno.

La Repubblica Ceca era avversario insidioso, ma abbordabile. Eppure, regge con la durezza mentale degna di una grande squadra nel suo momento peggiore. Gioca con lucidità affidandosi alle sue punte di diamante quando i palloni acquistano un peso specifico importante. Ha la freddezza di segnare canestri decisivi da fuori. E anche quel pizzico di fortuna che può trasformare una palla quasi persa nel canestro della vittoria. Come successo a Eliska Hamzova (top-scorer con 14 punti) a una manciata di secondi dalla sirena.