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Simone Fontecchio eroico! L'Italia batte la Serbia 78-76 rimontando dal -16

Daniele Fantini

Aggiornato 01/09/2023 alle 12:35 GMT+2

BASKET, MONDIALI - L'Italbasket apre la seconda fase superando la Serbia per 78-76 con una rimonta pazzesca dal -16 del terzo periodo. Simone Fontecchio è l'MVP assoluto con 30 punti segnati, compresi i canestri decisivi nel finale, ma è determinante anche la fiammata di Gigi Datome che innesca la risalita azzurra. Prossimo impegno, decisivo per i quarti, domenica contro Portorico alle 10.00.

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Simone Fontecchio è tornato. Quello vero. Lo Splash Fratello di Tokyo. Il leader azzurro di Eurobasket. Il volto nuovo, e sempre più bello, della nostra nazionale. 30 punti con 11/15 al tiro dopo le difficoltà realizzative delle prime partite. 30 punti con un canestro più bello dell'altro. Anzi. Più decisivo dell'altro. Perché sono i suoi step-back dalla media, in serie, a costruire la rimonta pazza con cui l'Italia risorge dall'abisso del -16. E con cui si conferma, ancora una volta, bestia nera totale e assoluta della Serbia. Battuta per la terza volta consecutiva in un grande torneo internazionale.
Quando l'Italia sembra spaesata, morta e sepolta, demolita dalla forza fisica di Nikola Milutinov (14+12 rimbalzi), dalla garra di Ognjen Dobric (15) e dalle pennellate di classe assoluta di Bogdan Bogdanovic (18), lo show di SimoFonte riaccende la speranza. Un suo 7-0 fulmineo illumina gli sguardi dei compagni. Quel -16 (44-60) impregnato di sconforto e sfiducia sembra, improvvisamente, ribaltabile. Perché la storia recente è dalla parte azzurra. E insegna. E la pressione è concentrata interamente sulle spalle della Serbia.
Eppure, gli eroismi di Fontecchio non sarebbero bastati senza l'accompagnamento del cigno cantante. Una fiammata altrettanto improvvisa. Un personalissimo 8-0 che allunga il break sul 15-2. Una vampata di classe, esperienza e personalità che lascia una domanda dal retrogusto amaro sul palato: perché Gigi Datome deve ritirarsi proprio ora? Il capitano azzurro, lanciato nella mischia come ultima carta nel momento di difficoltà più evidente, attinge dal suo enorme hard-disk di situazioni analoghe già viste, processate e risolte. Bum! Bum! Bum! Schiacciata in contropiede. Due triple consecutive. E l'Italia è ancora lì, senza quasi neppure sapere come, a un solo possesso di distanza all'ultimo riposo.
Il quarto periodo si gioca all'arma bianca. Il territorio di caccia perfetto per gli Azzurri. L'Italia si arrocca sulla sua forza difensiva. Spremendo Alessandro Pajola sulle tracce di Bogdan Bogdanovic, deleterio nella gestione dei possessi decisivi (orrido 1/13 da tre). E controllando l'area con l'intelligenza superiore di Nicolò Melli. L'ala dell'Olimpia si divora prima Milutinov, ammutolito dopo tre quarti di dominio fisico e tecnico. E scherma poi il verniciato con la preziosissima collaborazione di Pippo Ricci e Luca Severini, premiato con ampio spazio nel finale per l'involuzione sempre evidente di Achille Polonara.
La Serbia si spegne su un mesto 7/31 dall'arco e trema in lunetta con Davidovac e Dobric. L'Italia, pur di fronte a 15 palle perse (molte banali), conserva la fiducia nel tiro da fuori ritrovata contro le Filippine (11/21, 52%), ma vince mettendo palla a terra. E attaccando il ferro nonostante una lunga serie iniziale di testate contro la difesa serba (soltanto 17/39 da due, 44%). Gli step-back di Fontecchio cambiano lo spartito. Le invenzioni di Marco Spissu (14) si inseriscono perfettamente tra le righe. E mentre Bogdanovic litiga con i ferri di Manila sbagliando forzature in serie, l'Italia, lentamente, allunga le mani sulla partita. Lo fa prima con la forza mentale. Poi con quella difensiva. E, infine, con il talento del singolo. SimoFonte forever.
Il successo azzurro scompagina le carte nel Gruppo I e dà un valore assoluto alla partita di domenica contro Portorico (10.00, ora italiana). Servirà un'altra vittoria. In un'altra partita decisiva, da dentro-o-fuori. Poi si faranno i conti con le classifiche avulse. Per capire se l'Italia potrà tornare a giocare quei quarti di finale che mancano dal lontano 1978, quando i Mondiali si giocarono ancora nelle Filippine, a Manila.

Italia-Serbia 78-76, il tabellino

  • Italia: Fontecchio 30, Melli 8, Polonara 3, Spissu 14, Tonut 3; Datome 8, Diouf, Pajola 7, Ricci, Severini 3. N.e.: Procida, Spagnolo. All.: Pozzecco.
  • Serbia: Bogdanovic 18, Dobric 15, N. Jovic 5, S. Jovic 4, Milutinov 14; Avramovic 7, Davidovac 2, Guduric 8, Marinkovic 3, Petrusev. N.e.: Ristic, Simanic. All.: Pesic.
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