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Durant dà la scossa, Curry e Thompson fanno il miracolo! Ai Raptors viene il "braccino"

Davide Fumagalli

Aggiornato 11/06/2019 alle 12:38 GMT+2

La presenza e l'impatto di KD sono fondamentali in avvio di gara 5, poi nel finale sono gli Splash Brothers a ribaltare un match che pareva chiuso. Tantissime le emozioni, molto forti, in casa Golden State, per l'infortunio del 35 e per l'ennesima riscossa. Toronto invece paga la pressione e spreca il +6 negli ultimi 3' firmato dai lampi jordaneschi di Leonard.

Kevin Durant, NBA Finals 2019, Opinion focus

Credit Foto Getty Images

Doveva essere una partita speciale, unica, per certi aspetti storica, e infatti gara 5 a Toronto tra Raptors e Golden State Warriors non ha tradito le attese. Anzi, è stata un susseguirsi di emozioni, iniziate addirittura nelle ore precedenti, con le notizie riguardanti la presenza in campo di Kevin Durant. Già, KD, che è sceso in campo, ha giocato un primo quarto imperiale e poi si è di nuovo fatto male al polpaccio (o tendine d'Achille?), aggravando probabilmente la situazione come ha fatto capire il presidente Bob Myers in conferenza stampa, in lacrime, emozionato a tal punto da faticare a dire ai cronisti quanto Durant ci tenesse a tornare in campo per essere coi suoi compagni, al punto di rifarsi male.
I Warriors, scossi, hanno tenuto sempre la testa avanti, fino al flash di Kawhi Leonard, 10 punti di fila in stile Michael Jordan che sembravano aver mandato al tappeto Golden State. Lì però, sul 103-97, i Raptors alzano le mani dal manubrio, Curry e Thompson tornano al lavoro e con tre triple si riprendono gara 5, un successo doveroso, quasi obbligato, da dedicare a Durant! La serie torna a Oakland per gara 6, i Raptors restano favoriti ma il cuore dei campioni non va mai sottostimato: in Canada sperano davvero di non dover rimpiangere il match point fallito.

Il "sacrificio" di Kevin Durant

Era fuori dall'8 maggio scorso, i rumors e le speculazioni si sono susseguiti all'inverosimile, pressioni e critiche non sono mancate. Poi, dopo gara 4, coi suoi sotto 3-1, ecco che Kevin Durant torna a disposizione. Si allena ed è in quintetto per gara 5: pazzesco! Pazzesco come il suo primo quarto, regale, con 11 punti (3 su 3 da tre) e l'ingombrante presenza sui due lati del campo che terrorizza i Raptors. I Warriors chiudono il primo quarto avanti 34-28, sembrano in controllo, poi in avvio di secondo quarto, nel tentativo di attaccare Ibaka dal palleggio, si fa male di nuovo e va a terra: la Scotiabank Arena trattiene il fiato, KD è costretto a uscire, sorretto dal medico Rick Celebrini e da Iguodala. Con lui Golden State in 12 minuti aveva un irreale Offensive Rating di 154.5 punti su 100 possessi!
La realtà però è crudele, Durant è ko, fuori dalla serie e probabilmente dal mercato estivo dove era il free agent numero 1. Si teme la rottura del tendine d'Achille come ha detto il presidente Bob Myers:
Difficile anche pensare di poter celebrare una vittoria come questa. L’infortunio a Kevin affossa ogni voglia di festeggiare. Per noi è come un fratello, è uno dei più forti giocatori che abbia mai giocato a questo sport, vederlo infortunato è tremendo: stasera abbiamo vinto per lui
Quello di Kevin è un infortunio al tendine d’Achille, non so l’entità del problema. Ci sentivamo sicuri del modo in cui avevamo affrontato l’infortunio, gli era stato dato il via libera per tornare in campo. È stata una decisione presa insieme. Non credo che ci sia nessuno da dover incolpare per quanto successo, ma capisco questo mondo e se c’è qualcuno a cui dare la colpa quello sono io
Non c'è dubbio che la sola presenza in campo di Durant abbia ridato certezze e morale a tutti i Warriors; poi l'infortunio è stato lo schock emotivo che ha permesso loro di resistere fino alla fine e addirittura imporsi. E gara 6? Non sarà per nulla facile per Golden State che però ha una motivazione in più: vincere anche per KD.

Gli Splash Brothers e il tiro da tre

Come detto, il fatto che Durant ci fosse, ha dato coraggio e sicurezze a tutta la squadra, in particolare a Stephen Curry e Klay Thompson, due che possono approfittare di molta più libertà quando KD c'è per come condiziona le difese avversarie. L'avvio dei californiani è stato pazzesco con 34 punti segnati nel primo quarto, 31 dei Big Three, letteralmente bollenti. Poi dopo l'infortunio di Durant le cose potevano andare a picco e invece i Warriors, con anche il contributo di Cousins, di Iguodala, ovviamente di Draymond Green, ma anche di Cook e Bell, sono rimasti a galla e nel finale sono torni al lavoro gli Splash Brothers. Sono 31 i punti finali di Curry, 26 quelli di Klay Thompson: hanno firmato, tra punti e assist, 77 dei 106 finali di Golden State, soprattutto hanno griffato con tre bombe il decisivo parziale di 9-0 (da 97-103 a 106-103) che è valso la vittoria.
Il tiro da tre dicevamo... In gara 5 è stato determinante perchè per la prima volta nella serie i Warriors hanno tirato tanto e bene dall'arco e, nonostante la sofferenza in area e a rimbalzo, hanno conquistato la vittoria. Golden State chiude con 20 triple a segno, record di franchigia per una gara di finale e record NBA per una partita in trasferta nelle Finals. Di queste 20, 15 arrivano dai Big Three (7 Thompson, 5 Curry, 3 Durant), non meno importanti sono quelle di Iguodala, Cook e Cousins, e le due di Draymond Green, lui che era 2 su 11 nelle prime 4 gare. Serviva una prestazione balistica speciale per una partita "senza domani".
PartitaTiro da trePercentuale
Gara 112 su 3138.7%
Gara 213 su 3438.2%
Gara 312 su 3633.5%
Gara 48 su 2729.6%
Gara 520 su 4247.6%

Ai Raptors è venuto il "braccino"

Per la prima volta i Toronto Raptors si dimostrano "umani", fanno vedere di essere davvero dei debuttanti alle Finals e infatti falliscono il match point per chiudere la serie! L'inizio della squadra di Nick Nurse è difficile, travolta dall'impatto di Durant, poi, in concomitanza con l'infortunio di KD, appaiono più scossi loro dei Warriors e non affondando il coltello nella ferita degli avversari. Inoltre, a parte Kyle Lowry e qualche lampo di Van Vleet e Gasol, i Raptors sono indecisi, insicuri, esitanti, tutto quello che non avevano mostrato nelle precedenti partite. Poi però nel finale si accende Kawhi Leonard, si toglie la ruggine di una partita anche per lui sottotono, e segna 10 punti di onnipotenza pura, alla Michael Jordan, per dare il +6 ai suoi a poco più di 3' dalla fine. Già, la fine, sembrava essere il colpo del ko per Golden State e invece sono proprio i Raptors a spegnersi e a perdere la gara, con Green che sporca l'ultimo tentativo dall'angolo di Kyle Lowry.
Da quel 103-97, Toronto segna un solo canestro su 6 tentativi, perde un pallone e di fatto saluta la gara. In generale è stata una partita di rincorsa di Toronto, cosa praticamente mai successa nella serie tranne che nel secondo tempo di gara 2, l'altra partita persa: i canadesi perdono inoltre per la prima volta in questi playoff quando Marc Gasol segna oltre 15 punti, erano 5-0 prima di stanotte.
E poi la sensazione di "braccino", quasi paura di vincere, confermata dai numeri: troppi tiri aperti sbagliati (8 su 32 da tre, 5-9 Van Vleet & Gasol, 3-23 gli altri) e poi non aver approfittato a dovere di alcuni vantaggi sui Warriors. Netto il dominio in area, come dice il 54-32 nei punti in vernice, ma "solo" 16 punti da 13 rimbalzi offensivi (19 con 6 per i Warriors) e 13 dalle 16 palle perse di Golden State (20 punti per i Warriors dalle 13 perse dei Raptors). In Canada sperano che l'aver fallito questo match point non costi il titolo ai Raptors...
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