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Kawhi Leonard in versione Jordan per i Raptors! Warriors spalle al muro e col "fantasma" Durant

Davide Fumagalli

Aggiornato 08/06/2019 alle 11:59 GMT+2

Toronto vince ancora alla Oracle Arena ed è ad una partita dal titolo NBA grazie soprattutto al fenomeno californiano, ben sostenuto da Ibaka. Dall'altra parte Golden State è ormai in ginocchio e le pochissime speranze di prolungare la serie sono legate al possibile rientro di KD, frenato da un polpaccio che non ne vuole sapere di guarire.

Kawhi Leonard, NBA 2018-19 Focus

Credit Foto Getty Images

Dopo l'ennesima clamorosa prova mostrata in gara 4, i Toronto Raptors convincono anche gli ultimi scettici e sono pronti a conquistare il primo titolo NBA della loro storia. I canadesi sono ancora una volta perfetti, impeccabili, sempre sul pezzo e cinici, aggrappati al loro fuoriclasse Kawhi Leonard nei momenti più complicati e poi devastanti nel mandare al tappeto dei Golden State Warriors irriconoscibili e ormai sul punto di implodere, privati di tutte le loro certezze e disarmati, alla mercè dei Raptors, sbarcati sulla Baia con la bava alla bocca.
Toronto ha inflitto ai Warriors una sconfitta pesantissima, la quarta in casa in questi playoff (prima volta nella loro storia) e li ha tenuti sotto i 100 punti segnati, un fattore che significa sconfitta sicura per i californiani (0-6 in era Kerr nelel Finals con meno di 100 punti segnati). Il protagonista è stato ovviamente Kawhi Leonard, 36 punti e 12 rimbalzi, ben assistito da Serge Ibaka, un totem vero e proprio. Dall'altra parte, poca roba a parte Klay Thompson e Kevon Looney, rientrati dai rispettivi infortuni ma non sufficienti a fermare la mareggiata: ora Golden State si appella al possibile rientro di Kevin Durant, un "fantasma" che certamente ha contribuito a togliere sicurezze ad una squadra che pareva destinata a vincere il titolo in carrozza.

Kawhi Leonard in versione Jordan

Non è al massimo della condizione, ha un ginocchio in fiamme ma Kawhi Leonard non fa trasparire alcuna emozione dietro quella maschera imperturbabile, continua a martellare il canestro avversario e mette lì un'altra prestazione leggendaria, un altro pezzo del puzzle verso il premio di MVP delle Finals. Chiude con 36 punti e 12 rimbalzi, con 11 su 22 al tiro e la solita perfezione ai liberi, 9 su 9 (45 su 48 nella serie, 93.8%), ma va sottolineata la distribuzione dei suoi canestri. Segna 14 punti nel solo primo quarto (5 su 8 al tiro) sui 17 della squadra (1 su 13 gli altri), vitali per andare al primo riposo sotto solo di 6 punti contro dei Warriors partiti fortissimo. E poi ne mette 17 nel decisivo terzo periodo, 17 in un 37-21 di parziale che ammazza Golden State: valgono moltissimo le due triple in serie proprio in avvio che permettono a Toronto di passare da -4 a +2 e di spostare totalmente l'inerzia verso di loro.
Kawhi Leonard mappa di tiro gara 4 NBA Finals 2019
I 36 punti sono il suo massimo in una gara di finale, segna il 14esimo trentello in questi playoff (come Jordan, Olajuwon, Iverson, Kobe Bryant e LeBron James), 8 dei quali in trasferta, secondo solo ai 9 di Bryant nel 2009. Qualcosa di irreale e che potrebbero valere il titolo per i Raptors e per il loro popolo. Un discorso interessante per tutti, tranne che per il diretto interessato:
Cosa vorrebbe dire per la gente di Toronto e del Canada? Non lo so, bisognerebbe chiederlo a loro, ai tifosi che scendono in strada a vivere assieme le partite o a qualcuno che vive in Canada da più tempo di me. Io non so proprio cosa dire

Ibaka totem nel terzo quarto

Ancora una volta il terzo periodo è chiave nella partita. Se tutti hanno ancora in mente il 18-0 dei Warriors in gara 2, determinante per vincere la partita, in gara 3 e 4 non a caso se lo sono presi i Raptors. La scorsa notte è stata impressionante la mareggiata costruita da Toronto, un break in perfetto stile Warriors. La squadra di Nick Nurse, che ha vinto 13 dei 16 quarti finora nella serie, ha spazzato via gli avversari con un pauroso 37-21, passando dal -4 dell'intervallo (46-42, ma poteva essere ben più ampio lo scarto...) al +12 del 30', un 79-67 che ha messo alle corde i padroni di casa. I canadesi hanno segnato 12 dei 23 tiri tentati e hanno punito ogni errore degli avversari (7 su 20 con 5 perse).
Leonard ha messo 17 di quei 31 punti ma ha avuto un grande supporto da Serge Ibaka, un totem che ha proseguito dopo le ottime cose mostrate nel quarto quarto di gara 3. Il congolese ha firmato 7 dei suoi 20 punti finali, con la tripla del 64-61 e i due canestri del +9 sul 73-64 che hanno aperto un canyon tra le squadre. Ibaka è stato il migliore della panchina dei Raptors, da solo ha prodotto più della panchina di Golden State (18 punti), ha chiuso con appena 3 errori al tiro, l'unico sopra al 50% assieme a Leonard, e nei 22' con lui in campo Toronto ha avuto un plus minus di +11.

Warriors impiccati: cercasi Durant disperatamente

Dopo la netta sconfitta di gara 3, i Golden State Warriors hanno ritrovato Klay Thompson e Kevon Looney, i migliori per distacco (38 punti con 16 su 26 al tiro, 19 su 52 per tutti gli altri), ma non è bastato per frenare la furia dei Raptors. A questo punto, sotto 3-1 e con le spalle al muro, ci si affida alla cabala e alla speranza che possa rientrare Kevin Durant. Già, la cabala, perchè quasi nessuno ha mai rimontato da uno svantaggio di 3-1 nelle Finals: nessuno (33 occasioni) prima dei Cleveland Cavs di LeBron James nel 2016 quando conquistarono il titolo proprio contro gli Warriors, andando a vincere gara 5 e poi la decisiva gara 7 in trasferta. Curry e Draymond Green sperano di essere dalla parte giusta della storia stavolta...
Una storia in cui non può prescindere la presenza di Kevin Durant, arrivato a Golden State proprio nell'estate 2016, successiva a quel fragoroso fallimento. Ecco, KD serve come l'acqua alla squadra di Steve Kerr, lo dicono i numeri: i Warriors sono 1-6 di record nelle Finals senza Durant, un bilancio che parte proprio da quel vantaggio di 3-1 sui Cavs e che finisce con questo svantaggio per 3-1 con Toronto. In mezzo 8 vittorie e una sola sconfitta, e due titoli NBA, 2017 e 2018 con Durant MVP. L'ex stella dell'università di Texas è fuori dal quarto periodo di gara 5 contro i Rockets per un problema al polpaccio e da lì non è più rientrato (era il 9 maggio): sembrava dovesse tornare in tempi brevissimi ma la data del recupero è stata sempre posticipata e ora i Warriors hanno deciso di non dare più notizie: se giocherà, lo si saprà al momento di scendere in campo.
In questi playoff stava viaggiando ad oltre 34 punti di media con 5 rimbalzi, 5 assist, il 51% al tiro e il 90% ai liberi, era nettamente il miglior giocatore della post season e l'àncora cui aggrapparsi nei momenti difficili, come già accaduto nelle Finals 2017 e 2018: poi l'infortunio e il mistero sulle sue condizioni, fattori che hanno sbriciolato le certezze dei Warriors e che li hanno resi nudi di fronte alla voracità e alla prontezza dei Raptors. Senza dimenticare il discorso sulla free agency: quella gara 5 coi Rockets potrebbe essere stata l'ultima di KD in maglia Warriors...
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