Ja Morant ci ricasca: nuovo video con in mano una pistola. Un altro autogol per la stella dei Memphis Grizzlies

DaDavide Fumagalli

Pubblicato 14/05/2023 alle 13:26 GMT+2

NBA - La sospensione e il danno di immagine non sembrano essere serviti a Ja Morant che ricasca in un nuovo fattaccio. La stella dei Memphis Grizzlies infatti è apparsa in una diretta Instagram in macchina con un amico con in mano una pistola, lui che già era finito nei guai per un'altra diretta sui social tenendo un'arma in un night club di Denver lo scorso 4 marzo.

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No, evidentemente Ja Morant non ha capito la lezione. Dopo essere stato sospeso dalla NBA per 8 partite lo scorso marzo per aver fatto una diretta Instagram con in mano una pistola dentro un night club di un sobborgo di Denver, la guardia dei Memphis Grizzlies si è fatto beccare ancora una volta impugnando un'arma. E' accaduto ieri sempre in una live social all'interno dell'auto di un amico: la foto che gira è diventata virale mentre in uno stralcio di video si vedono i due ragazzi che intonano strofe di una canzone rap e fanno il gesto della pistola con le dita.

Come detto Morant è stato allontanato dai Grizzlies per alcune partite a causa di quel fatto, era anche finito in una struttura riabilitativa in Florida per qualche giorno per imparare a gestire lo stress, ma appena terminata la stagione (Memphis eliminata 4-2 dai Lakers al primo turno dei playoff), ecco che la superstar è stata protagonista di un nuovo autogol, certamente un grosso danno di immagine per lui, oltre che per la stessa NBA e per la franchigia.

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"Per me l’obiettivo ora è fare in modo che la cosa principale resti la cosa principale (basket, ndr), e continuare il percorso per diventare una persona migliore. Se lo faccio, non solo aiuterà me ma aiuterà anche chi mi sta intorno", aveva detto Morant al ritorno in squadra dopo la sospensione. Purtroppo questo nuovo fatto non passerà inosservato, anzi, questo essere recidivo non lo aiuterà di sicuro: soprattutto chi rischia di perderci tanto è proprio Ja Morant, da poco divenuto testimonial di punta di Nike, che anche a causa di questi problemi extra-campo è stato escluso dai primi tre quintetti All-NBA, rinunciando ad un bonus contrattuale da ben 39 milioni di dollari.