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Beach soccer, la Nazionale dell’Iran in polemica con gli Ayatollah. Niente inno e un’esultanza per Mahsa Amini

Michele Neri

Pubblicato 08/11/2022 alle 15:41 GMT+1

BEACH SOCCER – L’Iran è un Paese diviso dalle rivolte, cominciate in seguito alla morte di Mahsa Amini. I giocatori dell’Iran nella finale di Emirates Intercontinental Cup si sono uniti alle proteste, lanciando messaggi contro gli Ayatollah. Prima non hanno cantato l’inno, poi c’è stata un’esultanza provocatoria. La tv di Stato ha fermato la diretta e i calciatori subiranno conseguenze.

Saeed Piramoon (Iran) esulta mimando il taglio di una ciocca di capelli per le proteste nel Paese

Credit Foto Eurosport

Da settimane in Iran forti proteste agitano il Paese. Tutto è scaturito dalla morte della studentessa Mahsa Amini che ha spinto le donne a ribellarsi contro l’utilizzo del velo. Da qui le violenze inaccettabili della polizia per rispondere al caos. Il mondo dello sport quasi ad ogni occasione possibile ha preso posizione contro il governo. L’ultimo caso è quello della Nazionale di beach soccer dell’Iran che ha disputato la finale della Emirates Intercontinental Cup contro il Brasile. Un evento molto seguito che è diventato presto uno spazio per il dissenso contro gli Ayatollah.
A Dubai, infatti, i calciatori iraniani non hanno voluto cantare l’inno nazionale. Poi, dopo un gol segnato, Saeed Piramoon, l’autore della rete, ha esultato mimando il gesto del taglio di una ciocca di capelli, proprio per mostrare solidarietà alla rivolta innescata dalla morte di Mahsa Amini. L’Iran, che è numero due del ranking mondiale, ha pure vinto la partita per 2 a 1, alzando così la coppa per la quarta volta nella sua storia. Da Teheran, però, è arrivata la censura dopo il primo gesto polemico: la tv di Stato ha fermato così la diretta al termine degli inni. Inoltre, il comitato di beach soccer della Federcalcio iraniana ha già informato che chi ha mandato messaggi politici scendendo in campo sarà punito secondo regolamento. E’ stata surreale l’atmosfera al momento della premiazione: i giocatori dell’Iran hanno alzato il trofeo in silenzio, con volti spenti e senza gioire.
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