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Olympique Marsiglia-Milan: il momento in cui calò il buio sul Velodrome e sull'era Arrigo Sacchi

Paolo Pegoraro

Aggiornato 31/07/2022 alle 12:48 GMT+2

AMICHEVOLI - In occasione dell'amichevole estiva tra Milan e Marsiglia in un Velodrome parato a festa con 60 mila tifosi attesi nell'impianto dell'OM vi raccontiamo una storia risalente al 20 marzo 1991, quando si spensero i riflettori dello stadio francese e calò brutalmente il sipario sull'era Arrigo Sacchi. Era una notte di Coppa dei Campioni..

Marsiglia-Milan, 1991

Credit Foto Eurosport

Il Milan Campione d'Italia di mister Stefano Pioli - aspettando l'arrivo del golden boy Charles De Ketelaere - è atteso domenica 31 luglio alle ore 18:00 dalla prestigiosa amichevole estiva dello stadio Vélodrome, la casa dell'Olympique Marsiglia guidato da quest'estate da Igor Tudor. Dici Marsiglia-Milan e la mente di tutti i tifosi rossoneri che si rispettino non può che tornare a infestarsi di fantasmi. Ecco l'esatto istante in cui l'era della squadra perfetta di Arrigo Sacchi svanì brutalmente, proprio come quel diavolo di un riflettore dell'impianto marsigliese che a pochi minuti dalla fine dell'iconico ritorno dei quarti di finale di Coppa dei Campioni smise improvvisamente di funzionare correttamente.
I fatti del 20 marzo 1991 sono ormai arcinoti e a distanza di tempo l'intricato puzzle può definirsi risolto: nonostante l'illuminazione fosse stata ripristinata circa un quarto d'ora dopo l'interruzione della gara e il direttore Bo Karlsson avesse decretato la ripresa del gioco l’amministratore delegato del Milan Adriano Galliani intimò alla squadra rossonera di rientrare negli spogliatoi, confidando nella ripetizione della gara l'indomani. I rossoneri campioni d'Europa uscenti sarebbero invece stati squalificati dalle competizioni europee per l’anno successivo.
Luci al Velodrome di Marsiglia, 1991
Fu la caduta dell'impero per Arrigo Sacchi oltre a rappresentare una ferita mai del tutto rimarginata per stessa ammissione dei protagonisti. Dal canto suo Galliani, oltre a ricevere una memorabile lavata di capo dell'assente illustre di quella serata Silvio Berlusconi e a rimediare una maxi squalifica di due anni si guadagnò a imperitura memoria l'appellativo di Monsieur Lumière dalla stampa francese.
Ci stavamo preparando a tornare in campo quando arrivò Galliani dopo aver sfilato tra il pubblico di casa inferocito, senza essere riuscito a passare dagli spogliatoi. Quello fu un errore (Direttore Organizzativo Taveggia)
A distanza di anni è venuta a galla la verità sul buio calato sul Velodrome, l'ultimo mistero della grottesca vicenda: fu colpa del responsabile delle luci che come tanti fotografi, tifosi e membri dello staff tecnico dell'OM scambiò una semplice chiamata di offside dell'arbitro svedese per la più classica "fine delle ostilità". Aveva ricevuto l'ordine di spegnere tutto al fischio finale per far partire i fuochi d'artificio a coronamento di un'impresa a quel punto epocale per la squadra del controverso presidente Bernard Tapie.
Ci congediamo con due diapositive: una memorabile battuta del compianto Avvocato Peppino Prisco a margine del successivo derby di campionato perso dall'Inter per un gol di Marco van Basten - assente a Marsiglia dopo la gomitata rifilata a un difensore del Bruges nel precedente turno a eliminazione diretta di Coppa dei Campioni - e la ricostruzione "postuma" di Adriano Galliani in un empito alla Gabriel García Márquez.
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