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Amichevoli - Le 5 verità di Venezuela-Italia 1-2: Retegui pronto a prendersi la 9, la difesa a 3 non va

Stefano Silvestri

Aggiornato 22/03/2024 alle 12:18 GMT+1

AMICHEVOLI - In cerca del proprio centravanti ideale, Spalletti ha trovato le risposte giuste dall'italo-argentino del Genoa, autore della doppietta decisiva. Ma il gioco non convince e l'esperimento della difesa a tre neppure.

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Venezuela-Italia, amichevole disputata a Fort Lauderdale negli Stati Uniti, è terminata sul punteggio di 1-2, frutto di una doppietta di Mateo Retegui e di un gol di Machis per la Vinotinto. Gara arbitrata dallo statunitense Rubiel Vazquez. L'Italia tornerà ora in campo domenica 24 marzo contro l'Ecuador, con calcio d'inizio alle ore 21.00 italiane. Qui di seguito le 5 verità che ci ha lasciato Venezuela-Italia.

1) Tra esperimenti e un gioco poco brillante

Siamo questi, lo diciamo da tempo. Il bacino da cui attingere è ristretto e di qualità non eccelsa. Anche contro il Venezuela, come già accaduto tante volte sia sotto la guida di Luciano Spalletti che di Roberto Mancini, l'Italia ha lasciato sensazioni non esattamente esaltanti. Per carità: il risultato, in amichevoli del genere, conta relativamente. Va affinata l'intesa tra i giocatori, vanno trovate soluzioni nuove, ed in questa direzione che procedono gli esperimenti del ct, come la difesa a tre. Però la realtà dei fatti dice che per tutto il secondo tempo abbiamo fatto il solletico al Venezuela, almeno fino all'1-2 di Retegui, rischiando pure la beffa. A meno di quattro mesi dagli Europei, da migliorare c'è tanto. Forse troppo.

2) Meglio restare aggrappati al "solito" 4-3-3

La difesa a tre, si diceva. Pochi fronzoli: non ha funzionato. Dietro abbiamo ballato, concedendo un calcio di rigore, una chance enorme a Cadiz e più di una mezza palla gol al Venezuela. A tratti i giocatori azzurri sono sembrati spaesati in quella giostra di movimenti che Spalletti ha chiesto loro. Nel finale, con il 4-3-3, si è vista un'Italia diversa. Modulo, questo, che sembra cucito su misura per la nostra nazionale così come lo è stato per quella manciniana, capace di issarsi sul tetto d'Europa tre anni fa. E a proposito di esterni d'attacco, occhio a Nicolò Zaniolo, entrato col piglio giusto: può candidarsi a rimpiazzo ideale dell'infortunato Berardi.

3) Retegui c'è: il grande favorito per la 9 azzurra è lui

Ciro Immobile nemmeno convocato, Gianluca Scamacca idem, Andrea Pinamonti (miglior marcatore tra i centravanti italiani...) mai preso in considerazione. A poche partite e a pochi mesi dagli Europei, il cerchio si sta restringendo sempre più. Ma la soluzione, ancor più dopo ieri sera, sembra essere sotto gli occhi di tutti: il favorito per prendersi la maglia numero 9 dell'Italia, argomento più che mai dibattuto da quando King Ciro è entrato in crisi anche alla Lazio, è assolutamente Mateo Retegui. Finalmente libero da guai fisici, l'italo-argentino sta segnando al Genoa e ora ha lasciato il sigilllo per due volte anche in Nazionale. C'è di meglio? Forse sì, c'è di meglio. Soprattutto dal punto di vista prettamente tecnico. Solo che oggi non si vede nulla all'orizzonte azzurro.
Mateo RETEGUI 7,5 - Trasforma in gol i due palloni giocabili ricevuti in area di rigore. Usa bene la sua fisicità per difendere palla anche in zona bassa. Non sarà un attaccante completo, ma è il centravanti che serve a questa Italia [dalle pagelle di Venezuela-Italia 1-2]
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Spalletti: "Retegui è perfetto per noi. Ha fisico e fa lavoro sporco"

4) Gigio Jekyll e Donnarumma Hyde

Se una grande squadra inizia con un grande portiere, come recitano i vecchi saggi, siamo a metà del cammino: forse non avremo una grande squadra, ma abbiamo un grande portiere, come dimostrato dal rigore respinto da Gigio Donnarumma a Rondon dopo pochi minuti. Il problema è che lo stesso Donnarumma è poi ricaduto nel solito punto debole: i disimpegni con i piedi, requisito ormai fondamentale per un estremo difensore moderno. Perché l'errore sull'1-1 è principalmente di Bonaventura, ovvio, ma una bella percentuale va anche a lui: un passaggio del genere non va fatto mai e poi mai. Donnarumma aveva già sbagliato in passato, una volta aveva di fatto provocato l'eliminazione dalla Champions League del PSG, un'altra se l'era presa con una giornalista Rai che gli aveva fatto notare le sue mancanze. Se con le mani ci siamo, con i piedi no: è un difetto di fabbrica.
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Donnarumma para rigore a Rondon in Italia-Venezuela - Amichevoli 2024

Credit Foto Getty Images

5) Sì, il Venezuela può sognare i Mondiali

Tradizionalmente la nazionale materasso del lotto sudamericano, mai come oggi il Venezuela può giocare ovunque con la testa alta e il petto in fuori. Anche contro l'Italia. Anche contro il Brasile, fermato in casa propria lo scorso ottobre. La Vinotinto, attualmente quarta dopo sei giornate nel girone di qualificazione ai Mondiali, non possiede una tecnica di prim'ordine, ma compensa con organizzazione e astuzia ed è pericolosa in ripartenza: qualità che si sono viste anche a Fort Lauderdale, portando a un'onorevolissima sconfitta di misura. Pensare al Venezuela alla fase finale tra poco più di due anni, negli Stati Uniti, in Canada e in Messico, non è un'eresia: anzi.
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Spalletti: "Attenti ma troppo leggeri, dobbiamo imparare dagli errori"

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