Calciomercato - Cristiano Ronaldo e il Napoli: grandissimo, ma non è più il momento
Pubblicato 29/08/2022 alle 12:51 GMT+2
CALCIOMERCATO - Il mercato chiude giovedì 1° settembre (evviva). Cierre smania come un bambino viziato, strilla che vuole quel giocattolo lì, la Champions, quello e nient’altro: per i suoi record, per le sue ambizioni, per il suo Io-Dio. De Laurentiis e il Napoli? Ne parliamo qui.
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Video credit: Eurosport
Il 5 febbraio compirà 38 anni. Prigioniero di sé stesso, Cristiano Ronaldo è uno dei giocatori più forti di ogni tempo. Non un pittore come Leo Messi. Uno scultore. Alla rovesciata che scolpì allo Stadium il 3 aprile 2018, e cambiò i bilanci della Juventus, avrebbe potuto urlare quello che Michelangelo si narra avesse esclamato di fronte al suo Mosé: "Perché non parli?".
Proprio la milizia chez Madama gli ha alienato un sacco di violini. Molti di coloro che gli strisciavano ai piedi, gli si sono rivoltati contro come bisce al ciarlatano. L’Italia è questa: o, nella migliore delle ipotesi, "anche" questa. Cierre non sbagliò, mollati gli Agnelli, a tornare nella sua Itaca, il Manchester United. Anzi: fu più coraggioso della Pulce argentina che, chiusa la storia d’amore con il Barcellona, si rifugiò fra gli stucchi, le Gioconde e i Mbappé del Paris Saint-Qatar.
Non solo: il rendimento dell’impatto è stato tutt’altro che ornamentale, come certificano i 24 gol in 38 partite, coppe comprese. Memorabili, di quegli spari, la tripletta inflitta agli Spurs di Antonio Conte e i due di Bergamo. Chiesero a Gasp: "Ma lei, mister, lo allenerebbe Cristiano Ronaldo?". Rispose con un sorriso e una pacca sulle spalle. Come dire: suvvia, non offenda la sua intelligenza. Certo che sì.
Ha sbagliato, il marziano, quando si è incavolato per non aver centrato la Champions. Al punto da disertare le tournée e snobbare le amichevoli. Sinora Erik ten Hag l’ha dosato, slang edulcorato per non dire «escluso». Il Mondiale d’autunno tiene in ostaggio campioni e campionati, per Cristiano sarà l’ultimo volo vicino a quel sole che è stato, ma non è più: per l’età, per l’ego e per l’arroganza invasiva di Jorge Mendes, il meno segreto degli agenti in circolazione. Cristiano è stato e resta un solista, un tenore, un centravanti: il «problema» che, nell’arco di una carriera fuori del comune, ha spesso fornito le soluzioni ai datori di lavoro, fossero lo United, il Real, la Juventus o la nazionale. Tutti per uno, uno per tutto.
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Cristiano Ronaldo
Credit Foto Getty Images
Il mercato chiude giovedì 1° settembre (evviva). Cierre smania come un bambino viziato, strilla che vuole quel giocattolo lì, la Champions, quello e nient’altro: per i suoi record, per le sue ambizioni, per il suo Io-Dio. Ho letto che Aurelio De Laurentiis, se mai da Old Trafford arrivassero 100 milioni per Victor Osimhen e pagassero il salario al portoghese, 25 milioni netti a stagione, potrebbe cedere. Lo capisco. La memoria di Diego non verrebbe offesa. Sono inoltre abbastanza sicuro che, in un torneo mediocre come il nostro, il suo ventello di gol lo firmerebbe comunque, ma pur «cristiano» della prima ora non riesco a entusiasmarmi all’affare, al concetto, blasfemo, di un Ronaldo quasi in regalo.
Gabriele Romagnoli ha scritto su "la Repubblica" di domenica: "Che cosa pensano i tifosi del Napoli: lui [Cristiano] o Osimhen? Un paio di millenni fa la folla scelse Barabba". Ma chi è, oggi, Barabba? Manco Diego era uno stinco di santo. Aveva accettato le offerte marsigliesi di Bernard Tapie, fu Corrado Ferlaino a bloccarlo, non l’amore per la città. Il popolo lo perdonò: Diego era Diego, Diego era Napoli. Cristiano - un’industria che il solipsismo allontana dai cuori - sarebbe, al massimo, "il" Napoli, o qualunque altra squadra, per un anno e forse più (o forse meno: dipende dall’esito della spedizione in Qatar). L’ingaggio farebbe schizzare alle stelle il "marchio" della società. Ma non può essere solo questo il nocciolo. E allora - con un cenno romantico a Bartleby, lo scrivano di Herman Melville - preferirei di no.
Per commentare o fare domande potete inviare una e-mail a roberto.beccantini@fastwebnet.it o visitare il suo blog, www.beckisback.it.
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Video credit: SNTV
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