La UEFA multa il Celtic: i tifosi protestano donando fondi ai ragazzi palestinesi

Sul campo, il Celtic ha ottenuto una larga vittoria sugli israeliani dell’Hapoel Be’er Sheva per 5-2 che, salvo cataclismi, permetterà di superare agevolmente il primo turno dei preliminari di Champions League. Sugli spalti, invece, si è giocata un’altra partita. A suon di sventolio di bandiere.

Durante la gara di andata dei preliminari di Champions, i tifosi scozzesi hanno mostrato ripetutamente bandiere palestinesi in segno di solidarietà con le vittime del conflitto arabo-israeliano, ma la UEFA è intervenuta aprendo un procedimento disciplinare che potrebbe portare a una multa nei confronti della società: la Palestina, infatti, non è uno Stato riconosciuto dalla maggioranza delle nazioni europee, e sventolare la bandiera equivale a mostrare uno “striscione illegale”.

In segno di protesta nei confronti dell’UEFA, i tifosi del Celtic hanno lanciato una campagna social con l’hashtag #MatchFineForPalestine, con l’intento di raccogliere fondi per aiutare due associazioni umanitarie che operano nell’aree interessate dal conflitto. Nel giro di due giorni, i fan scozzesi hanno raccolto più di 35.000 sterline, superando l’obiettivo iniziale di 30.000 (in linea di massima, lo stesso ammontare della multa prevista): i ragazzi palestinesi del centro rifugiati di Betlemme hanno voluto ringraziare i tifosi biancoverdi per il grande gesto di solidarietà realizzando un video molto toccante.

Non è la prima volta che i fan del Celtic si distinguono per la loro vicinanza alle vittime del conflitto arabo-israeliano: due anni fa, durante la partita dei preliminari di Champions con la squadra islandese del KR Reykjavik, avevano esposto un’altra bandiera palestinese, un gesto pagato con una multa da 16.000 sterline.