Le 5 verità che ci ha lasciato Liverpool-Roma
Aggiornato 25/04/2018 alle 07:13 GMT+2
L'impresa che attende i giallorossi contro i contropiedisti di Klopp è, paradossalmente, più difficile di quella contro il Barcellona. Anche se la traballante difesa inglese autorizza a sperare. Salah è da Pallone d'Oro, Ünder deve confermarsi. E Juan Jesus, dopo la grande serata del 10 aprile, torna sulla terra.
1) Servirà un'impresa ancora più grande
Dopo Barcellona avevamo dato la Roma per spacciata, o quasi. E siamo stati clamorosamente smentiti. Quindi, meglio andar cauti con i funerali. Ma che tra una settimana la Roma debba dar vita a un altro miracolo sportivo, nessun dubbio. Anzi, l'impresa che attende i giallorossi è paradossalmente superiore a quella concretizzata il 10 aprile. Non tanto per l'avversario, quanto per la concezione di gioco diversa - e già sottolineata alla vigilia dallo stesso Di Francesco - tra Barça e Liverpool: palleggiatori i catalani, micidiali in velocità gli inglesi. In velocità e, ça va sans dire, in contropiede. Ovvero l'ovvio canovaccio tattico che Klopp organizzerà all'Olimpico. Di Francesco ha una settimana a disposizione per capire come tenere a bada gli scatti di Mané e Salah, l'intelligenza di Firmino e il gioco verticale dei Reds.
2) La difesa del Liverpool autorizza a sperare
Karius che interviene in maniera incommentabile sul sinistro da fuori di Kolarov, venendo salvato dalla traversa, e Lovren che buca il lancio di Nainggolan destinato a Dzeko. Due episodi che confermano in maniera netta il giudizio sul Liverpool: devastante davanti, tremolante dietro. Il portiere non dà sicurezza, e non è certo una novità, e nemmeno i difensori, nonostante la presenza di "Mister 85 milioni" van Dijk, sono esenti a sciocchezze. La vera speranza della Roma in vista della gara di ritorno, ancorché ridotta, più che nella mistica del 3-0 al Barcellona risiede qui.
3) Salah Pallone d'Oro: perché no?
43 gol stagionali, di cui 11 in Champions League: solo Cristiano Ronaldo ha fatto meglio in Europa. Numeri da capogiro che mai, nella propria carriera, Mohamed Salah aveva messo assieme. L'egiziano sta vivendo una stagione senza limiti, da trascinatore, imponendosi come uno dei calciatori più decisivi del pianeta nel campionato più importante di tutti. Semplicemente devastante il suo impatto contro quella Roma in cui aveva militato nelle precedenti due stagioni: due reti, altrettanti assist, giocate a profusione. Molto dipenderà dall'epilogo del cammino europeo del Liverpool, che soprattutto grazie alla sua stella ha un piede in finale, ma l'argomento non può più essere taciuto: Salah è da Pallone d'Oro. Magari non lo vincerà, perché di mezzo c'è sempre il cannibale Ronaldo, ma la sua candidatura, che fino a qualche mese fa poteva sembrare insensata e irreale, non può più essere sottovalutata.
4) Ünder tra alti e bassi: piano coi giudizi affrettati
Appena 45 minuti è durata la partita di Cengiz Ünder, ma è come se il turco non fosse nemmeno sceso in campo, inghiottito com'è stato dagli avversari senza possibilità di replica. Timido, impacciato, mai in partita, quindi sostituito all'intervallo da Schick. Alla prova del nove, Ünder non si è confermato. Tutto sommato normale, considerando che il piccolo mancino non ha che 20 anni ed è alla prima stagione in un grande torneo, ma la serata di Anfield insegna a non lasciarsi trascinare dai facili entusiasmi. Le sue qualità sono indubbie, la sfrontatezza non manca, ma Verona, Benevento, Udinese e Genoa - con tutto il rispetto - non sono il Liverpool. Arrivare è difficile, confermarsi lo è ancora di più. È questa la vera sfida di Ünder.
Cengiz ÜNDER 4,5 - Sembra un ragazzino catapultato in una categoria di troppo. Spaurito, timido, mai in partita. Resta in campo solo 45 minuti, poi esce all'intervallo [Le pagelle di Liverpool-Roma]
5) Juan Jesus è poco adatto per questi livelli
Gigante contro il Barcellona e Messi, che gravitava proprio nella sua zona, a Liverpool Juan Jesus ha perso i superpoteri tornando quello di sempre. Ovvero un difensore che ha già dimostrato nel corso della propria carriera, alla Roma e prima ancora all'Inter, di avere lacune difensive evidentissime. Di Francesco ha puntato su di lui come aveva fatto due settimane fa, impostando nuovamente la difesa a tre, ma la sua scelta si è rivelata un suicidio: Salah ha iniziato a scherzare l'ex compagno alla prima azione e non si è più fermato. Le semifinali di Champions League, per l'ex nerazzurro, sembrano davvero troppo.
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