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Ceferin e Agnelli in accordo: no alla 'Super Lega', sì alla 'Super-Champions'. Sarà nel weekend?

Simone Eterno

Aggiornato 20/11/2018 alle 15:38 GMT+1

Il presidente della UEFA e quello dell'ECA, in un'intervista alla BBC, decretano la morte delle Super Lega ma studiano la rivoluzione della Champions dal 2024. Un'idea più ampia di un'Europa calcistica che vuole essere "più inclusiva", almeno a parole. Tra le ipotesi chiacchierate della nuova Champions la possibilità che possa invertirsi con i campionati nazionali: partite dunque nel weekend?

Il presidente della UEFA Ceferin regge il trofeo più importante del calcio europeo: la Champions League

Credit Foto Getty Images

La notizia è quasi passata sotto traccia, ma mentre sui quotidiani italiani si blatera più che altro di (fanta)mercato, nelle stanze del potere – quello vero – si stanno delineando i tratti di una futura rivoluzione.
Solo qualche settimana fa in fondo si titolava a più colonne, grazie ai documenti di Football Leaks, della possibilità della nascita della famosa Super Lega. Un torneo sovranazionale privato, gestito direttamente dai più grandi club europei, che mettesse in secondo piano i campionati nazionali e soprattutto le competizioni UEFA.
Oggi, a Bruxelles, invece, il presidente della UEFA Aleksander Ceferin e il presidente dell’ECA (European Club Association) Andrea Agnelli, presentano quella che è stata definita come “una visione congiunta”.
Le parole arrivano direttamente dalle prestigiose bocche dei due più imporanti rappresentati del calcio in Europa, e sono state riprese da un’intervista esclusiva dei colleghi della BBC (a questo link trovate anche un estratto del video).
Quello di Andrea Agnelli – e di conseguenza dei club europei – pare un deciso passo indietro rispetto alle minacciose velleità rivelate dai documenti – di anni fa, giusto sottolinearlo – diffusi da Football Leaks. E le parole di Cefein a riguardo paiono decretarne la definitiva ‘morte’ di quell’idea. Il presidente della UEFA ha detto infatti piuttosto chiaramente: “La Super Lega non nascerà mai. E’ una totale finzione, un sogno”.
Agnelli, incalzato dalla successiva domanda di Richard Conway della BBC che ne chiedeva resocontro come presidente della Juventus, ha risposto: “Posso confermare che non abbiamo mai visto, mai discusso e non abbiamo mai preso parte alla stesura di quel documento. Siamo totalmente impegnati con la UEFA nello sviluppo del calcio del futuro”.
The Super League will not happen. It is in a way a fiction now or a dream.

Perché la retromarcia?

Eppure della Super Lega i principali club europei avevano discusso eccome, sempre stando ai report di Football Leaks. E allora cosa ha portato a questo repentino accantonamento di un’idea considerata adesso, improvvisamente, come utopistica?
Beh, semplice: il fatto che insieme alla UEFA i club europei, rappresentati dal presidente Andrea Agnelli – e con la decisiva mediazione della commissione cultura della UE – stanno di fatto andando a riformare il futuro del calcio europeo e in particolare della Champions League, che dal 2024 potrebbe essere qualcosa di assai differente rispetto a quella che conosciamo adesso.
Qualcosa, appunto, di molto più simile alla Super Lega. Una sorta di ‘Super-Champions’, si chiacchiera, perché di ufficiale non è ancora uscito nulla e lo stesso Cefein nell’intervista alla BBC ha subito tuonato: “...Ma di questo non possiamo ancora parlare perché siamo al tavolo con i club e stiamo lavorando”.
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Alcuni membri dei club duranti i sorteggi della Champions League

Credit Foto Reuters

Già, perché le trattative tra i club più prestigiosi e la UEFA sono iniziate da tempo. Centro della discussione resta il concetto di “sicurezza” che vorrebbero avere i grandissimi club – Real, Bayern, Manchester United, Juventus... – di poter essere meno vincolati ai risultati nei rispettivi campionati e quindi certi di poter partecipare sempre al torneo più importante. E questo aspetto passerebbe dunque dal potenziamento dei posti fissi per i grandi campionati, che amplierebbero le possibilità anche in casi di stagioni fallimentari delle big (qualcuno dice sottovoce anche di speciali deleghe).
A questo aspetto, poi, come sostenuto dallo stesso Andrea Agnelli qualche settimana fa nell’assemblea degli azionisti della Juventus, da aggiungere c’è anche l’intera ridiscussione del nuovo calendario internazionale.
Già perché la novità più grande della ‘Super-Champions’ (definiamola così) vorrebbe proprio essere questa: invertire i giorni dei campionati nazionali con quelli delle coppe europee. Insomma, ognuno a casa propria durante la settimana e poi in giro per l’Europa nel corso del weekend.
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Il presidente della UEFA Aleksander Ceferin consegna la Champions League al capitano del Real Madrid Sergio Ramos

Credit Foto Getty Images

Più Europa...

Una rivoluzione che sposterebbe chiaramente gli equilibri, fornendo più centralità alle competizioni internazionali rispetto a quelle nazionali, con l’ampliamento evidente del bacino d’utenza del fine settimana (che è stato di fatto già introdotto in piccolo nella gestione Platinì, quando la finale di Champions League fu spostata dal mercoledì al sabato sera, ad esempio). Ipotesi, chiaramente, che stanno trattanto dentro le vere stanze del potere del calcio, ma che se vorranno essere tali dovranno già essere definite entro la fine del 2020, quando appunto verranno ufficializzate modalità e formule del triennio di competizioni UEFA che partiranno dal 2024.
Idee che però sembrano la base comune degli intenti sia della UEFA che dei club più prestigiosi; e dunque la vera ragione dietro alla morte definitiva – decretata ufficialmente dalla parole congiunte di Ceferin e Agnelli – della Super Lega.
Una visione comune tra club e UEFA che si sta ampliando nell’ottica di competizioni che, sempre stando alle parole di Ceferin, vogliono essere “più inclusive”. Un punto chiave, quest’ultimo, come dimostrato anche dalla nascita della terza competizione UEFA che partirà dal 2021 e si aggiungerà a Europa League e Champions; e che dunque permetterà ad altre squadre di girare l’Europa e incassare qualche buon assegno. “Perché se l’Europa ha un problema di ‘unità’ in questo momento – afferma in conclusione ancora Ceferin nell’intervista alla BBC – il calcio è uno dei principali poteri che può aiutare a tenerla unita”.
Già. L’ennesima riprova che non è mai solo una questione sportiva. Anzi...
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