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Le 5 cose che i club italiani farebbero bene a copiare dal modello Ajax

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DaEurosport

Aggiornato 30/04/2019 alle 21:38 GMT+2

L'Italia è spettatrice delle semifinali di Champions League: la lezione dei Lancieri ci invita a colmare le nostre lacune, dai giovani agli stadi di proprietà passando per i vivai e l'importanza della tecnica.

L'Ajax esulta per il successo allo Juventus Stadium, Getty Image

Credit Foto Eurosport

Cominciano le semifinali di Champions League e noi italiani abbiamo un posto garantito: sul divano. L'Europa dei grandi, come del resto anche quella di seconda fascia, ci vede semplici spettatori. L'Ajax, protagonista dell'eliminazione di chi in Italia domina da otto anni, la Juventus, ci dovrebbe insegnare qualcosa.

Il coraggio di credere nei giovani di proprietà e di lanciarli

Il miglior modo per accelerare la crescita di un giovane è farlo confrontare con giocatori più forti, esperti e preparati. Ne era convinto Johan Cruyff e l'Ajax è la massima espressione di questo concetto. Matthijs de Ligt nella sola stagione 2016/17 venne promosso due volte, passando di fatto in nove mesi dalla selezione Under-19 alla finale di Europa League da titolare contro il Manchester United. Il capitano dell'Ajax ha 19 anni e, al momento, vanta 112 presenze in prima squadra. In Italia, i settori giovanili floridi non mancano, ma di fronte a un talento quante volte sentiamo dire "è giusto che si faccia le ossa altrove", "lasciamolo crescere e poi si vedrà", "troppo acerbo a questi livelli"? Ecco come si fa a bruciare un talento in erba, a farlo transitare in varie squadrette di provincia o a, nella migliore delle ipotesi, rallentare la sua esplosione. Una mentalità retrograda spesso tipicamente italiana.

Lasciar sbagliare i giovani senza bruciarli

Il discorso si lega alla perfezione con il punto precedente. Una volta che si dà fiducia a un giovane, bisogna lasciargli tempo. Anche il tempo di sbagliare, certo. "Troppo gracilino Coutinho", dicevano molti tifosi e addetti ai lavori ai tempi dell'Inter. "Uno stadio come San Siro se lo mangia" è un altro motto celebre o ancora "nei grandi club il tempo non c'è", frase che vale per gli allenatori ma anche per i ragazzi sulla carta promettenti. L'Ajax a Torino ha fallito molte occasioni nitide, ma gli olandesi non si sono mai demoralizzati o lasciati scalfire perché se è vero che nel calcio "gol sbagliato, gol subito" e "prima o poi gli errori si pagano" sono credenze popolari, questa volta sì, piuttosto veritiere, sarebbe altrettanto saggio saper accettare l'errore. In particolare, quando l'errore non è fine a se stesso ma figlio di un'idea di calcio.
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2011-2012 Serie A Inter Coutinho

Credit Foto LaPresse

Il vivaio come stella polare e non come strumento per incassare denaro fresco

L'Ajax è prima di tutto la più prestigiosa scuola calcio d'Europa nonché fucina di talenti senza eguali. Dal vivaio "puro" sono usciti ad esempio Matthijs de Ligt e Donny van de Beek, pilastri dell'Ajax attuale e uomini-gol al ritorno contro la Juventus. Frenkie de Jong, perno del centrocampo, è transitato nello Jong Ajax (squadra riserve, costellata di giovani prospetti, che milita nella seconda serie olandese) dopo esser cresciuto nelle giovanili del Willem II. L'Ajax è un modello virtuoso in cui i giovani talenti raggiungono il loro pieno sviluppo prima di essere ceduti alle grandi d'Europa, consentendo al club di perfezionare ingenti plusvalenze: 277milioni di euro negli ultimi 10 anni.
SquadraMonte ingaggi in milioni di euro
Barcellona487
Real Madrid395
Manchester United337
Manchester City296
PSG272
Bayern Monaco265
Juventus259
Borussia Dortmund187
Roma159
Lione109
Ajax53
La differenza sostanziale sta tutta qui: nel pieno sviluppo e non, come dalle nostre parti, quando forse si intravedono delle qualità. Ancora una volta, un esempio piuttosto lampante ce lo dà l'Inter con Nicolò Zaniolo: pur di arrivare a Radja Nainggolan, i nerazzurri hanno sacrificato un giocatore in cui avevano creduto. I 2 milioni di euro versati alla Virtus Entella nel 2017 per un ragazzo sconosciuto e da far maturare nelle giovanili non sono pochi. Valutato 4,5 milioni di euro nello scambio che ha visto coinvolto anche Santon (valutato 9,5 milioni), oggi Zaniolo ne vale almeno 40 (fonte transfermarkt).
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Nicolò Zaniolo - Primavera Inter

Credit Foto Getty Images

La tecnica viene prima della tattica: il modello Tips

L'Ajax Youth Academy chiama a raccolta i possibili talenti così: "Sei pronto per allenarti con i tuoi eroi?". Lo slogan è pubblicato sul sito ufficiale dell'Academy dei Lancieri di Amsterdam (www.ajaxonlineacademy.com), ma su cosa si basa questa chance di crescita? Sul modello "Tips": tecnica, intuito, personalità, velocità. I primi due fattori sono innati, gli altri possono essere sviluppati. Sì, il talento si può allenare. Vengono curati, nell'ordine, la formazione e la coordinazione. E poi il tiro, il passaggio e la rimessa laterale. Poi ancora il dribbling, il colpo di testa, la finalizzazione, la posizione e la visione di gioco attraverso le partitelle a tema. Ogni esercitazione è supportata da video e spiegazioni approfondite. Niente di nuovo, è vero, ma il segreto è nella filosofia, non nella metodologia. Anche attraverso gli Ajax Camps il club fa, infatti, un investimento sui giovani: ogni ragazzo è in possesso di un "passaporto Ajax", all'interno del quale sono annotate caratteristiche fisiche, tecniche e realizzazioni, e i prescelti superano un lungo processo di studio. Il programma di allenamento è uguale a quello seguito dai giocatori della prima squadra: i ragazzi in questo modo vengono abituati e educati allo stile "Ajax". Una continuità che conoscono anche a Barcellona e che esalta l'eredità di Johan Cruyff. Solo in un secondo momento, si parla di 4-3-3 e di moduli: la base è la tecnica e non la nostra amata tattica...

Lo stadio di proprietà come fonte di guadagno per restare al vertice

L'ultimo aspetto che analizziamo è più generale e ci vede in netto svantaggio non solo rispetto all'Ajax, ma anche al calcio europeo di vertice. In cinque campionati chi possiede lo stadio supera il 50% dei club di massima divisione: in Inghilterra (15 su 20 club), Germania (9 su 18 club), Irlanda del Nord (7 su 12 club), Scozia (9 su 12 club) e Spagna (16 su 20 club). Gli stadi di proprietà in Italia sono solo 5 - oltre all'Allianz Stadium di Torino, ci sono gli impianti di Udine, Reggio Emilia, Frosinone e Bergamo - ma il "Club Licensing Benchmarking Report" ne riconosce solo tre (Reggio Emilia e Bergamo sono escluse) in quanto non sempre lo stadio viene incluso interamente come asset nei propri bilanci. Meglio della Serie A fanno anche Olanda (8), Belgio (7), Portogallo (4) e Svezia (4). Alla pari c'è la Norvegia (3). Ogni ulteriore commento è superfluo.
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