Messi vs Cristiano Ronaldo, l'eterna sfida tra fenomeni ultra 30enni dal fascino di Federer vs Nadal

La premessa è doverosa. I paragoni sono azzardati, o addirittura fuori luogo, tra atleti di sport diversi. Figuriamoci se gli sport in questione sono individuale (il tennis) e di squadra (il calcio). Non è questo l'intento, ma se pensiamo alla rivalità tra Messi e Cristiano Ronaldo, ci accorgiamo che al momento due ultra 30enni così vincenti e che hanno portato il loro dualismo a una sorta di guerra di religione sono difficili da trovare, non solo nel loro stesso sport, ma anche nelle altre discipline. A spingersi in un territorio ardito è stato proprio il fuoriclasse svizzero in un'intervista dello scorso luglio:

Messi e Cristiano Ronaldo stanno dando vita a una stagione calcistica ancora una volta palpitante. Dopo 10 anni di diarchia, il Pallone d'Oro è stato alzato da Modric e sembrava la fine di un'era. In realtà, ad oggi, quello del croato sembra più un intermezzo, perché se pensiamo al premio per il miglior giocatore del mondo del 2019, non troviamo per ora nessuna alternativa al portoghese e all'argentino. Si sono equamente divisi il premio con cinque successi a testa, ma si potrebbe dunque spezzare l'equilibrio, a fine anno solare, a favore dell'uno o dell'altro. La discriminante? La Champions League, naturalmente, ago della bilancia specialmente negli anni dispari. L'ipotetica finale Barcellona-Juventussarebbe degna di un film.

I numeri di questi due fuoriclasse in stagione spiegano molto. Così diversi ma così vincenti, entrambi hanno più volte dimostrato di essere decisivi quando conta. Ognuno può esprimere la sua preferenza e il confronto diventa tra ideologie e filosofie di pensiero. Questi altri dati testimoniano che la continua ricerca della perfezione e la volontà di superare i propri limiti è giunta a vette inesplorate.

Essere uno stimolo l'uno per l'altro, cercare di alzare continuamente l'asticella e andare oltre mantenendo la fiammella sempre accesa. Chi vi ricorda tutto questo? Due altri signori ultra 30enni, diversi e vincenti, che sono tuttora competitivi nonostante una disciplina ancor di più logorante trattandosi di uno sport individuale. Federer e Nadal, il dualismo per antonomasia, il tennis dell'era moderna nella sua massima espressione. A dire il vero, dualismo è riduttivo perché un altro over 30, un certo Novak Djokovic, attuale dominatore del tennis mondiale, essendo il numero 1 del mondo e il detentore degli ultimi tre Slam, si è inserito magnificamente tra i due creando una triarchia. Il serbo è terzo per numero di Slam conquistati (per ora) ma è terzo soprattutto nella classifica di gradimento. Non per colpa sua, ovviamente: ha avuto il solo torto di arrivare dopo, quando la contrapposizione Federer-Nadal era già diventata una rivalità capace di trascendere anche la nobile arte della racchetta.

E allora il Djoker perdonerà chi, come lo zio Toni, insinua il paragone impossibile:

Già, il genio e la classe innata contro il fisico dominante e l'atletismo, la fantasia e la magia contro il sudore e l'abnegazione, il dono contro la macchina perfetta.

Si potrebbero trovare altri punti di contatto - ad esempio CR7 e Nadal arrivano entrambi da un'isola, rispettivamente Madeira e Maiorca - ma sarebbe un esercizio inutile. Sarà sufficiente pensare a cosa hanno prodotto queste rivalità: 34 trofei a 29, 20 Slam a 17 e innumerevoli altri successi. Ma soprattutto il merito di aver elevato il calcio e il tennis al di là di ogni immaginazione.